In occasione della Giornata del Contemporaneo viene presentata la personale di Athos Ongaro, curata da Marco Senaldi in stretta collaborazione con l'artista. La mostra Superstudio/backstage documenta invece il percorso degli artisti dal 1966 al 1978, proseguendo l'azione di recupero e valorizzazione della storica esperienza dell'architettura radicale fiorentina, gia' sviluppata dal Centro Pecci. Infine, apre la prima mostra dedicata a Mario Mariotti in un museo, allestita grazie la ricognizione dei materiali raccolti nell'archivio dell'artista.
Athos Ongaro
a cura di Marco Senaldi
9 ottobre - 27 novembre 2011
Sale espositive
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Dal 9 ottobre al 27 novembre 2011 il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la mostra personale di ATHOS Ongaro, curata da Marco Senaldi in stretta collaborazione con l’artista.
Athos Ongaro è un artista irregolare che, sistematicamente in oltre quarant'anni di attività, ha evitato di lasciarsi incasellare nelle tendenze artistiche prevalenti dimostrando, anzi, con la sua opera come quelle classificazioni fossero discutibili e in ultima analisi fuorvianti.
Di solito si definisce un artista "irregolare" in ossequio all'idea che la sua posizione sia eroica, ma poco chiara. In realtà, è proprio il tentare strade nuove, il peregrinare con poco bagaglio, l'avventurarsi in territori scarsamente frequentati, ciò che indica coraggio, assunzione del rischio, sbilanciamento sul futuro: Ongaro è un coraggioso irregolare esattamente in questo senso.
La sua arte mantiene una quota di ambiguità che resiste a qualunque interpretazione. Nelle sue opere si assiste a una messinscena inesauribile, in cui fanno la loro comparsa figure derivanti dalla civiltà minoica, dalla mitologia classica, dal cristianesimo, dal manierismo, dal neoclassicismo, ma anche dal liberty, dal minimalismo, dal mondo delle fiabe e dei cartoon americani, elementi sempre riletti in una chiave inedita, spesso irridente, solo in apparenza irriverente.
I lavori di Ongaro, che siano sculture, bassorilievi, mosaici o pitture, danno vita a un universo di senso stratificato, pieno di rimandi e di grande impatto. Al riparo dalle tendenze e dalle mode, egli ha costruito un "piano di consistenza" coerente e in perfetta sincronia nel suo stesso radicale anacronismo, che la mostra pone in evidenza.
La concezione della mostra sottolinea la poetica di Ongaro, disposta lungo due assi espressivi e insieme ideologici: da un lato la dissoluzione di ogni identificazione stabile con un modo, o maniera, o stile predefinito; dall’altro la ridistribuzione dei materiali eterogenei così ottenuti su un piano di sostanziale concomitanza.
Classico, manierismo, barocco, postmoderno, ma anche minimalismo, pop, citazionismo, sono categorie che vengono spostate rispetto a se stesse, sfasate nei confronti della propria identità. È questo spostamento che dà alla ricerca di Ongaro quella particolare atmosfera di incertezza "esistenziale" che ne costituisce il fascino specifico.
Nelle sue opera, inoltre, è sempre presente un confronto con i materiali, le tecniche, la manualità, che toglie ogni dubbio e che calma l'incertezza intellettuale. Ogni creazione è un talismano, un oggetto dotato di un potere magico, anzi taumaturgico, che tocca l'anima ammalata e la guarisce.
Come ha scritto il grande giornalista politico Saverio Vertone, nelle opere di Ongaro c'è sempre "qualcosa di strano… per la mescolanza inconsueta di verismo e di artificio, per l'iperbole stravagante della realtà minuta e delle sue smorfie quotidiane; e anche per il dissidio latente tra la precisione lombrosiana delle fisionomie e la lontananza siderale della luce".
Il percorso espositivo comprende opere inedite degli esordi, nei primi anni Settanta, che costituiscono le premesse di quanto l'artista dichiara successivamente, negli anni Ottanta e Novanta, con le sue sculture: la riconsiderazione del ruolo della "classicità" nel nostro bagaglio iconografico; la compresenza di "classico, neoclassico, anticlassico"; il recupero dell’arte minoica con le sue forme ancestrali e insieme spaventosamente moderne come esempio autonomo e distinto. Nella produzione pittorica posteriore al 2000, anno di "svolta" per Ongaro, compaiono quindi suggestioni provenienti dagli universi simbolici più disparati, dalla statuaria minoica a Duchamp, dai cartoni animati di tendenza come Chicken & Cow, a rimandi alle favole come Pinocchio o Cappuccetto Rosso, dalle teste in pietra dei Moai a personaggi letterari come Lolita, ogni rimando viene collocato all’interno di una cornice cosmico-paesaggsitica che ne ricomprende il senso e ne idealizza la funzione.
In mostra, il visitatore è invitato a leggere le opere di Ongaro come una sequenza di parabole, come una serie di racconti da Mille e una notte, come una collana di incantesimi generati dalla magia di questo solitario cowboy dell’arte contemporanea.
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Mario Mariotti
a cura di Stefano Pezzato e con la collaborazione di Francesca Mariotti
9 ottobre 2011 - 30 aprile 2012
Spazio Progetti
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Dal 9 ottobre 2011 al 30 aprile 2012 il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la prima mostra dedicata a Mario Mariotti in un museo.
Il progetto, curato da Stefano Pezzato, si è sviluppato attraverso la ricognizione dei materiali raccolti nell'archivio riordinato da Francesca Mariotti, figlia dell'artista, che include numerose opere e oggetti, documenti e immagini originali, pubblicazioni e recensioni, reperti e memorie esaustivi di un'attività intensa quanto poliedrica, svolta prevalentemente a Firenze.
In seguito alla cessione della "bottega" di Mariotti in via Toscanella a Santo Spirito da parte dei suoi eredi, l'archivio è stato trasferito a Prato alla fine del 2010, confermando il ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea svolto dal Centro Pecci. La retrospettiva ed il volume monografico che l'accompagna, realizzati dal Centro Pecci, costituiscono il riconoscimento di una personalità artistica fra le più vivaci e straordinarie, aperta e fuori dagli schemi, degli ultimi decenni in Toscana.
L'esposizione di una consistente selezione di opere e materiali d'archivio nello spazio solitamente dedicato ai progetti d'artista indica la volontà di affermare che, nello spirito della sua brillante ricerca ideativa e creativa e nella costante azione di recupero e ricostruzione di sua figlia Francesca, il lavoro di Mariotti è vivo. L'intero percorso operativo di Mariotti, oltre che in mostra, sarà documentato in un ricco volume monografico pubblicato dal Centro Luigi Pecci, con testi del curatore, interventi e progetti originali dell’artista, un vasto repertorio critico e iconografico.
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SUPERSTUDIO/backstage
a cura di Stefano Pezzato e Cristiano Toraldo di Francia
9 ottobre 2011 - 26 febbraio 2012
Spazio CID/Arti Visive
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Dal 9 ottobre 2011 al 26 febbraio 2012 il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta la mostra SUPERSTUDIO/backstage a cura di Stefano Pezzato e Cristiano Toraldo di Francia.
La mostra documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, proseguendo l'azione di recupero e valorizzazione della storica esperienza dell'architettura radicale fiorentina, già sviluppata dal Centro Pecci - nel suo ruolo di Museo regionale toscano per l'arte contemporanea - attraverso acquisizioni di opere e documenti o progetti espositivi come le recenti proposte di Invito al viaggio al Museo Pecci Milano che hanno incluso, fra gli altri, alcuni progetti di Superstudio.
La nuova esposizione, allestita nello Spazio CID/Arti visive, presenta una serie di immagini fotografiche scelte dall’archivio Toraldo di Francia, con le quali si documenta un'attività di ricerca che ha dilatato i confini dell'architettura per comprendere altre pratiche artistiche, intendendo il progetto non solo come opera tesa alla risoluzione di problemi, ma come strumento di investigazione e conoscenza.
Insieme alle numerose fotografie, saranno esposti anche oggetti della serie Istogrammi (1969), litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio; sarà inoltre riproposto il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e oggi appartenente alla collezione del museo pratese, e la ricostruzione di Supersuperficie (1971/2011), il microambiente originale realizzato per la mostra Italy: The New Domestic Lanscape al MoMA di New York, che è stata presentata in anteprima al Museo Pecci Milano la scorsa primavera.
Servizi didattici e prenotazioni di visite guidate, tel. 0574 531835, edu@centropecci.it
Ufficio stampa. Studio Pesci di Federico Palazzoli, via San Vitale 27, Bologna, tel. 051 269267, fax 051 2960748, info@studiopesci.it | www.studiopesci.it
Immagine: Mario Mariotti, Courtesy Archivio Mariotti - Centro Pecci
Inaugurazione sabato 8 ottobre 2011, ore 18
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277 - Prato
Orari: tutti i giorni 10-19. Chiuso il martedì
Athos Ongaro. Ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro
Mario Mariotti. Ingresso libero
Superstudio/backstage. Ingresso libero