La Pittura Analitica. La mostra include alcune opere di 'nuova pittura', filone che si sviluppo' in Italia negli anni '70, e 'frammenti/scaglia' collocati a parete.
A cura di Giorgio Bonomi
La Pittura Analitica, chiamata anche “pittura pittura” o “nuova pittura”, si sviluppa in Italia sostanzialmente negli anni 70. Anche se i pittori cosiddetti analitici non si configurano mai come un gruppo in senso stretto, in quegli anni li accomuna la convinzione che la pittura possa ancora rinnovarsi attraverso i suoi fondamenti materiali-superficie, supporto, colore, segno.
Pino Pinelli, nato a Catania nel 1938 vive e lavora a Milano. Dai primi anni settanta è tra i protagonisti della corrente che Filiberto Menna definì Pittura Analitica distinguendosi, al suo interno, per la monocromaticità dei suoi lavori e per la “disseminazione” che consiste nella rottura del quadro e nella collocazione a parete dei “frammenti/scaglia”, su cui da quel momento concentra la sua ricerca. Le forme e i materiali si trasformano nel corso degli anni, restando però sempre rigorosamente coerenti alla propria aniconicità; inventa una tecnica mista, risultante di vari materiali amalgamati che, ricoperti di velature di pittura, assumono le sembianze di una “pelle pittorica” sensualmente tattile, quasi come un velluto. Pinelli, uomo d’altri tempi, antico nobile siciliano, artista del colore “gioca” con le sue disseminazioni costruendo sempre nuove forme e accostamenti di colore.
Inaugurazione Sabato 15 ottobre alle ore 18.
T.A.C. arte contemporanea
via Marconi 15, Perugia
Orari: dal martedì al sabato dalle 16,30 alle 20. (Altri orari su appuntamento)
Ingresso libero