I Buoni e i Cattivi. Non tutto e' come sembra. La mostra si compone di una serie di tele di grandi dimensioni appese al soffitto in modo da creare un vero e proprio percorso, che parte dalla pittura e ci passa fisicamente attraverso.
A cura di Maria Cristina Strati
Sapete chi è Marcello Micheluzzi? Non fate finta di conoscerlo, come si fa alle inaugurazioni con i nomi degli artisti più cool appena scoperti da Saatchi o da Jeffrey Deitch e di cui nessuno ha mai sentito parlare (ma guai ad ammetterlo!). Marcello Micheluzzi è un personaggio semi sconosciuto, un italiano qualunque, vissuto negli anni venti del secolo scorso e che passò alla storia per due ragioni diverse e tra loro opposte, almeno dal punto di vista “morale”.
La prima ragione per cui qualcuno si ricorda di Marcello è per una sua foto segnaletica, scattatagli dalla polizia in virtù della sua allora fiorente attività di rapinatore di banche. L’altra ragione, e questa è divertente, è che Marcello Micheluzzi non fu solo un noto bandito dell’epoca, ma anche un inventore riconosciuto. Certo, non scoprì il vaccino per la tubercolosi o l’aria condizionata o altro, non fu così grande, ma è effettivamente ricordato nella storia come l’inventore della sega circolare.
Bene, non state leggendo in anteprima la trama del prossimo film di Woody Allen.
Questa è una mostra di pittura, pensata e realizzata con l’intenzione di mettere allegramente in crisi (noi speriamo in un modo proficuo) alcuni modi di pensare diffusi, socialmente accettabili e convenienti.
In altre parole, per scrivere un bel punto interrogativo davanti, o meglio dietro a tutte le idee preconcette che fanno giudicare in fretta e comodamente, magari ricorrendo a cliché e luoghi comuni frusti e stereotipati, tanto per sistemare la coscienza e non rischiare di mettere in gioco noi stessi, la nostra immagine e le idee a cui siamo affezionati. E forse anche per rendere la vita un po’ più monotona e meno interessante.
La mostra si compone di una serie di tele di grandi dimensioni (1,60x3 m), appese al soffitto in modo da creare un vero e proprio percorso, che parte dalla pittura e ci passa fisicamente attraverso: da alcuni grandissimi della storia dell’arte e della musica rock ai miti del cinema, fino santi della tradizione, passando per Yoko Ono, i Beatles e molti altri. Da una parte i buoni, dall’altra i cattivi, alcuni su sfondo scuro, altri che campeggiano su tele chiare e luminose.
Ma chi è buono e chi è cattivo? Attenzione, non tutto è come sembra.
Simone Ferrarini è nato nel 1976 a San Polo d’Enza (Reggio Emilia), dove vive e lavora. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero ed è oggi alla sua prima personale a Torino. Ma è anche un ciclista, un formatore, un artigiano, un blogger, uno che collabora con un collettivo di street art e, a suo dire, un italiano medio. Se vi ricordate di averlo incontrato all’ultimo vernissage della galleria più trendy che vi viene in mente, probabilmente vi state confondendo con un altro.
M.C.S., settembre 2011
Per info, richiesta materiale stampa, visite alla mostra su appuntamento ecc. fare richiesta a maria.cristina.strati@gmail.com
Inaugurazione 20 ottobre 2011 ore 19
Fusion Art Gallery,
Piazza Peyron 9/g, 10143 Torino
Aperto dal martedì al venerdì dalle 16,00 alle 19,00 (gli orari possono variare, verificare via mail o telefono)