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Tipi Italiani
dal 22/1/2003 al 7/2/2003
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Segnalato da

Novella Dincecco




 
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22/1/2003

Tipi Italiani

Via G.Govone 98, Milano

Giovani designer in mostra. L'iniziativa ha l'obiettivo di promuovere i giovani progettisti con l'allestimento di una mostra in cui verranno esposti 30 progetti, selezionati dalla redazione di design-italia. In mostra, prototipi e prodotti pensati per la persona e per il tempo libero, per l'ambiente domestico e di lavoro.


comunicato stampa

Giovani designer in mostra,
a cura di design-italia

design-italia, il portale del design italiano, ha curato Tipi Italiani, giovani designer in mostra che apre il 23 Gennaio a Milano.
L'iniziativa ha l'obiettivo di promuovere i giovani progettisti con l'allestimento di una mostra in cui verranno esposti 30 progetti, selezionati dalla redazione di design-italia. In mostra, prototipi e prodotti pensati per la persona e per il tempo libero, per l'ambiente domestico e di lavoro. Criterio unificante della selezione la qualità del progetto, di volta in volta attento all'innovazione tipologica, morfologica, funzionale, all'impiego dei nuovi materiali o alle tematiche ambientali.

Fin dall'inizio della sua attività, design-italia si è impegnata nella promozione dei giovani progettisti. Di recente ha condotto un ampio censimento dell'attività dei designer, fra l'altro culminato con home page dedicate e con l'avvio della collaborazione con www.aedo-to.com; a cadenza regolare, viene presentato un giovane designer al numeroso pubblico specializzato che visita quotidianamente il portale. Con un gruppo di lavoro sono state programmate diverse attività, come appunto questa mostra, cui faranno seguito altri incontri, iniziative espositive, concorsi ed eventi da realizzare in occasione del prossimo salone del mobile.
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Giovani Designer Italiani
di Elisa Massoni
Accade una cosa strana oggi in Italia. I giovani designer sembrano una categoria in via d'estinzione, come i giovani seminaristi e i giovani artigiani. Ma se per le ultime due categorie esistono ragioni sociali ed economiche che ne giustificano la parziale assenza, per la prima il fenomeno appare inspiegabile.

L'Italia è il paese del design. Le aziende che producono arredamento e oggettistica, per non parlare della tecnologia e dell'automobile, sono fra i più importanti motori dell'economia italiana, le scuole di specializzazione in progetto industriale italiane sono considerate fra le migliori del mondo. Il design italiano è apprezzato pressoché ovunque all'estero. Eppure i designer nati fra il 1970 e il 1960 sembrano latitanti. In realtà, posso dirlo per averne conosciuti alcuni personalmente, i giovani designer esistono. Se ne parla poco, lavorano in sordina, lottano per farsi ascoltare dai grandi marchi, a volte ce la fanno. Ma il dato essenziale è che esistono e operano su di un terreno a dir poco ostile, e fare del design oggi in Italia sembra un segno imprescindibile di masochismo latente.

Ironia a parte, la passione per un mestiere che sembra essere inserito nel dna italiano un po' come quella del santo e del navigatore, persiste ed è la spinta primaria alla scelta di questa carriera. Il problema è stato lo spezzarsi di un fiducioso equilibrio fra progettisti e aziende, che hanno preferito rivolgersi all'estero, un po' per moda, un po' per importare uno sguardo innovativo e disincantato che solo chi non è nato all'ombra di Castiglioni, Zanuso e Mari può avere. Inoltre le basi per così dire etiche, gli interessi dei giovani del 2000 sono profondamente diversi da quelli dei giovani degli anni '50. Esiste sempre una forte spinta alla democraticizzazione del prodotto di consumo, ma vista in quell'ottica di sviluppo sostenibile che è uno dei temi principali del design contemporaneo. Questo, unito a un sentire comune a questa generazione che riguarda la proliferazione irrazionale di oggetti, porta i neoprofessionisti verso una tendenza alla riduzione, all'intervento minimale e leggero, quando non addirittura poetico.

La multifunzionalità in questo caso va di pari passo con l'ecologia, ed esprime quel bisogno di sintesi produttiva che evita l'introduzione sul mercato di oggetti inutili.
Ma rimane un dato di fatto: i grandi marchi italiani sono restii a tornare a lavorare con gli italiani. Ecco quindi che l'oggetto piccolo, in un certo senso alternativo alla produzione più riconosciuta, diventa un'ancora di salvezza, un territorio non ancora del tutto saturo.

Un discorso analogo vale per i nuovi ambiti del progetto, come quello dell'interaction design. I nuovi media sono ancora un'isola vergine, teorizzata dai grandi pensatori come Maldonàdo e Branzi, ma messa in pratica solo da chi, come i trentenni di oggi, ha la capacità di interagire spontaneamente con i mezzi digitali, se non altro per la fortuna di essere cresciuti con e in mezzo a essi.

Infine è il caso di recitare un mea culpa da parte dei divulgatori del design italiano: critici, giornalisti e teorici. Molti dei giovani stranieri che oggi lavorano in Italia sono stati 'scoperti' e promossi proprio da critici che ne hanno saputo comprendere il valore per poi promuoverlo attraverso articoli e mostre. A volte anche con una certa audacia e coraggio critico. Cosa che in Italia raramente accade, tranne rare iniziative come quelle portate avanti da Virginio Briatore o dalla fondazione Opos.
Per questo motivo, a partire da questa settimana, Design-Italia crea una collaborazione con il portale Aedo-to.com, presentando a cadenza regolare un giovane al pubblico specializzato del nostro portale.

Inaugurazione 23 gennaio 2003, 18,30

Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso libero.

a cura di design-italia (Alberto Bassi, Elisa Massoni, Paolo Tamborrini).

progetto grafico Massimo Canali
progetto allestimento: Massimo Canali, Philippe Nigro

in collaborazione con :
http://www.aedo-to.com
Gianpaolo Allocco / Delineo
Carlo Blotto / Supra Design
Lorenzo Damiani
Odoardo Fioravanti
Giulio Iacchetti e Matteo Ragni

Progettisti e progetti in mostra:
Gabbia per uccelli, Enrico Azzimonti e Jordi Pigem, 2002
Wave, piatti, Alessandra Baldareschi, 2002
Lampade, Rossana Beccari, 2002
Fachiro, materassino per relax, Massimo Bellotti e Flavio Marelli, 2002
Twist collection, appendiabito, Massimo Canali, 2002
Join-Lamp, lampada, Sergio Catalano, 2002
Quentin omaggio a Leonardo Mosso, attaccapanni, Carlo Contin, 2002
Cover-Dish, Contenitore per biscotti, Lorenzo Damiani, 2002
ELLE3, poltrona, Delineo, 2002
Senzafondo, vasi in feltro, Monica Ferrigno e Dunja Weber, 2002
Shift, lampada, Odoardo Fioravanti, 2002
Freesby, lampada, Francesco Giannattasio, 2002
Piercing, portachiavi, Ilaria Gibertini, Mandarina Duck, 2000/2001
Giletto, pouff-letto, GumDesign, 2002
Dosa spaghetti, Giulio Iacchetti e Matteo Ragni, 2002
EyeLight, lampada, Giovanni Battista Mercurio, 2002
Single, cuscino, Loredana Longo, 2002
Amaca Urbana, Ilaria Marelli, 2002
Wally, chaise-longue, Carlo Martinengo e Toni Lanzillo, 2002
Jelly, lampada, Mastro design, 2002
Lingua, chaise-longue, Antonio Monte, 2002
Side, lampada, Alberto Nason, effetre, 2002
Sophie, poltrona, Philippe Nigro, 2002
Wired Chair, sedia, Gabriele Pezzini, 2002
Drop, vassoio, Lorenzo Ruggeri, 2002
Jigsaw, tavolo, Sezgin Aksu e Silvia Suardi, 2002
D31, calendario eterno, Dario Serio, Nava design, 2002
Matrice, lampada da parete, Strutturaleggera, 2002
Lamp 3, pouf, Supra Design, 2002
Orto, bastone raccogli frutta, Marco Zito, 2002

Ufficio stampa
Novella D'Incecco,
tel. +39 02 33620235 fax. +39 02 3362022

Immagine: Wired Chair, sedia, Gabriele Pezzini, 2002

Via G.Govone 98, Milano - Italia

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