Centro Promozione Artistica S.A.S.
13ma edizione di Immagina, mostra-mercato d'arte organizzata dalla Fiera di Reggio Emilia. Le gallerie saranno presenti per dare spazio a nuove tendenze e sperimentazioni nelle arti visive, per farsi portatrici di una sensibilita' artistica da condividere e diffondere anche tra i meno esperti. Previste una serie di mostre e eventi collaterali.
13ª Edizione di Immagina
Espongono gallerie di arte contemporanea in fiera
Mostre personali
Ennio Calabria - Pad B stand 25 Galleria La Vite
Ennio Calabria (Tripoli, 7 marzo 1937) è un pittore italiano operante a Roma, importante esponente del figurativismo europeo. Nel 1958 espone la sua prima personale alla galleria "La Feluca" di Roma. Nel 1959 prende parte alle esposizioni della VIII Quadriennale di Roma. A questa prima partecipazione faranno seguito quelle del 1972, del 1986 e del 1999. Nel 1961 fece parte di quella cerchia di artisti - Renzo Vespignani, Ugo Attardi, Fernando Farulli, Piero Guccione e Alberto Gianquinto - che, insieme ai critici d'arte Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Morosini, diedero vita al gruppo denominato Il pro e il contro, punto di riferimento della ricerca nel campo della pittura figurativa. Nel 1964 prese parte all'Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia. La sua prima antologica si tenne nel 1985 a Milano, presso la Rotonda della Besana; una seconda si terrà nel 1987 a Roma, in Castel Sant'Angelo. A quegli anni risale anche la pubblicazione, presso l'editore Vangelista di Milano, di una monografia a cura di Carandente e De Micheli, di cui uscirà una seconda edizione cui si aggiungerà la collaborazione del critico d'arte Dario Micacchi. Dell'opera di Calabria si sono interessati i più importanti critici italiani (tra cui solo per citarne alcuni: F. De Santi, M. Goldin, A. Verdet, P. Levi e E. Mercuri) e vasta è la sua bibliografia. Opere di Ennio Calabria sono conservate in importanti collezioni private e raccolte pubbliche. Tantissime le mostre personali dedicate alla sua opera. Nel 2009 grande successo ha riscosso la mostra "La forma da dentro" tenutasi prima presso la fondazione Luciana Matalon di Milano poi presso la Villa Paolina Bonaparte di Viareggio.
Gigino Falconi - Pad. B stand 5-12 Galleria Spagnoli
È nato a Giulianova (TE) il 21 marzo 1933. Ha iniziato a dipingere a sedici anni. Nel 1961 ha tenuto la sua prima personale a Teramo. Numerose sono state poi le sue personali in Italia e all’estero in gallerie private e sedi pubbliche. Il suo metodo di lavoro si è sviluppato per cicli pittorici così distribuiti nel corso degli anni: 1957-1963: surrealtà dello spazio costellato da fantasmi, spesso con elementi suggeriti da letture di Edgar Allan Poe. 1963-1968: “I Mostri”: viene aiutato in questa ricerca da uno studio accurato che va dal Rinascimento al Barocco con particolare attenzione a Piero Della Francesca, Caravaggio, Ribera e Rembrandt. 1969-1974: la figurazione diventa più analitica e circostanziata. Spesso si rifà a soggetti fotografici dell’Ottocento o dei primi del Novecento. 1974-1978: recupero pieno della pittura per immagini con soggetti ispirati all’angoscia dell’esistenza. Di particolare risalto son due gruppi di quadri suggeriti dal fascismo e dalla vicenda dei coniugi americani Rosemberg. 1978-1985: lavora intensamente ad opere sul mistero degli “interni” e sulle suggestioni spaesanti degli specchi. 1985-1988: realizza un importante ciclo di dipinti sulla vita e le opere di Gabriele D’Annunzio, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del poeta. 1988-1994: dipinge una serie di “nudi” e “concerti silenziosi”, ambientati in paesaggi lacustri. 1995-1999: sviluppa in questi anni un intenso ciclo di pitture di carattere sacro. Gigino Falconi, oltre alla pittura, ha anche lavorato a numerose opere di grafica, incisioni e litografie. Recentemente si è cimentato anche con la scultura. Ha infine illustrato diversi volumi di amici poeti frai i quali Leonard Cohen, Enzo Fabiani, Giuseppe Rosato e Alberico Sala. Dal 1961 al 2000 ha tenuto mostre personali e collettive in Musei e Gallerie d’Arte italiane e straniere. Ha partecipato a varie biennali internazionali. Dell’arte di Falconi si sono interessati i maggiori quotidiani e riviste specializzati ed hanno scritto di lui i maggiori esponenti dell’Arte Contemporanea.
Athos Faccincani - Pad.B stand 62-68 Touring Gallery
Il maestro Athos Faccincani nasce a Peschiera del Garda il 29 Gennaio 1951. Negli anni 63-64 , ancora tredicenne, inizia a frequentare lo studio del Maestro Pio Semeghini; frequenta poi le scuole tecniche ed è sempre più presente, intorno agli anni 67-69, negli studi veneziani di Novati, Gamba, Seibezzi. Sempre in questo periodo, conosce a Brescia Ottorino Garosio e Angelo Fiessi. Nel 1970 terminati gli studi, il giovane Athos si dedica all’equitazione con grande entusiasmo e contemporaneamente alla pratica della pittura fraternamente aiutato da Nantas Salvalaggio. In quegli anni il suo spirito di osservazione, ormai disincantato, lo pone di fronte al primo, doloroso impatto con la realtà sociale e i suoi problemi. Comprende che la vita è fatta anche di emarginazione, dolore, carceri e malavita. Sente forte il bisogno di partecipare in prima persona al clima d’impegno civile e diviene paladino degli handicappati, dei poveri, degli assistiti. Le sue tele, in un indirizzo artisticamente rivolto all’enigma del sentimento umano, ai suoi drammi e alle sue contraddizioni, riassumono colori melanconici e sofferti nella rappresentazione di figure impegnate. Lo studio culmina con lo sviluppo di dipinti sulla “Follia delle attese”, e sulla Resistenza: le sue Personali ricevono la visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Nel 1980, dopo un percorso ricco di avvenimenti artistici e letterari inizia un periodo di rigenerazione interiore, di ricostruzione, col passaggio in breve tempo dalla figura al paesaggio. L’attenzione è rivolta inesorabilmente alla natura che Faccincani ama nella sua sacra totalità, diventando suo unico modello. Vi è un mutamento radicale del suo atteggiamento esistenziale e stilistico passando alla produzione di immagini di chiara derivazione impressionista, dai colori puri e accesi, tesi alle motivazioni culturali del 2000: la luce, il sole ed il racconto semplice. E’ una pittura testimone di gioia e di serenità, nel contesto del recupero del figurativo e dei valori interiori.
Vasco Montecchi - Pad. C stand 44 galleria Open One
Vasco Montecchi nasce a Castagnetodi Baiso, sulle colline di Reggio Emilia, il 23 marzo 1938. inizia a disegnare e dipingere nella seconda metà degli anni Sessanta in un solaio dove si fabbrica da sé le sue tele e la sua attività si concretizza nella sua prima mostra a Scandiano (RE) nel 1970. Ma la pittura non pare bastargli: decisivo è l’incontro con il pittore e scultore Luigi Ferretti che gli suggerisce di dedicarsi alla scultura. La creatività trova la sua espressione privilegiata nella plastica applicata a materiali differenti: la terracotta, il legno, il cemento e la pietra. Il passo successivo fu di andare a Carrara a scolpire il marmo che diventerà la sua materia d’elezione. Una buona parte delle sue sculture è ispirata a temi sociali come la fratellanza tra gli uomini, la pace, la libertà. Ideate spesso per una collocazione en plein air, molte sue opere importanti hanno una committenza pubblica e sono visibili in diverse nazioni quali Italia, Spagna, Belgio, Repubblica Ceca e Giappone. Montecchi ha al suo attivo oltre trenta importanti mostre personali e antologiche in prestigiose sedi nazionali e internazionali. Ha inoltre partecipato a circa novanta esposizioni collettive in Italia, Francia, Belgio, Spagna, Danimarca, Ex Jugoslavia, Giappone, Repubblica Ceca. Nel 1999, nell’ambito della X edizione di “Etruria arte” a Venturina (LI) vince il concorso artistico Internazionale per la realizzazione di un importante monumento in marmo bianco di Carrara sul tema “La pace, la santità e l’apertura del III millennio”, collocato nella città di Piombino (LI) che l’8 ottobre del 2000 viene inaugurato dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Soltanto un mese dopo una sua importante opera in marmo dal titolo “Forma” è inaugurata negli ambienti del Parlamento Europeo di Bruxelles.
Francesco Visalli - Pad. C stand 81-83 galleria Dialoga Arte
Nasce nel 1960, figlio di un impiegato delle poste e una maestra. Cresce in uno dei quartieri più poveri e malfamati di Roma, quel “Borghetto Prenestino” reso noto dai ragazzi di vita di Pierpaolo Pasolini. A 14 anni perde il padre e questo evento segnerà profondamente la sua vita. Francesco è figlio unico ed è costretto a cercarsi un lavoro per pagarsi gli studi. Diplomatosi geometra, si iscrive ad Architettura e si trasferisce a Los Angeles, dove lavoro e amore si intrecciano. A 25 anni il rientro in Italia già laureato, un matrimonio felice che coincide con il successo professionale e la fortuna economica. La magia si interrompe a 43 anni, quando la sua vita e la sua fede vanno profondamente in crisi. Dopo un lungo periodo di anni devastanti nei quali abbandona la professione, accade qualcosa di miracoloso, durante una notte che avrebbe segnato la fine della sua vita, viene rapito e posseduto dalla pittura in una dirompente esplosione artistica. La tecnica gli è sconosciuta ma lui la impara dipingendo, scoprendosi dentro uno stile che ha già espressioni e confini molto precisi. Le sue forme e geometrie sono definite da una sottile linea bianca che corre tra i colori i quali non si toccano mai. I suoi quadri rendono manifesta la sua vita passata e futura, un turbinio di spasimi e tormenti vissuti come dalla parte sbagliata di un binocolo, sempre spostati un po’ più in la dal cuore, in una ”Realtà Alternativa”. Definito da Paolo Levi “un maestro di talento, un iniziato, un caposcuola visionario fuori dai canoni surrealisti dettati da Andrè Breton”. Per Giovanni Faccenda “Anche scorrendo rapidamente, con la memoria, l’ultimo secolo dell’arte, non è dato di incontrare alcuna fondata discendenza. Convergono, naturalmente, in una cifra creativa caratterizzata da un’evidente abilità immaginifica, i semi fecondi di una stagione surrealista meritoriamente visitata da Visalli nei giusti termini, senza, ovvero, quelle adesioni dolciastre, talvolta perfino simmetriche, che conducono al pericoloso precipizio dell’epigonato”. Le ultime importanti personali del 2011: a Londra, Mall Galleries – a Berlino, Palazzo Italia – a Roma, Chiostro del Bramante.
Conferenze e incontri d'arte
Sabato 22 ore 11,30 - “ Venturino Venturi: la forma e la materia”
a cura della Dott.ssa Lucia Fiaschi
Sabato 22 ore 17,00 - “Pinocchio: un Pop-Pinocchio all'italiana- storia di un burattino”
a cura della Dott.ssa Linda Giusti
Sabato 22 ore 18,00 - “Dalla realtà al sogno e viceversa. Athos Faccincani e Francesco Visalli” a cura del Prof. Giovanni Faccenda
Sabato 22 ore 19,00 - “Gigino Falconi: il mito della pittura” a cura di Sandro Parmiggiani
Domenica 23 ore 11,30 - “Editoria d’arte: quale futuro?”
Prof. Massimo Durante Direttore editoriale della rivista Contemporart
Dott.ssa Lorella Pagnucco Direttrice editoriale della rivista ArteIn
Domenica 23 ore 17,00 - “Renato Guttuso – L’altro” a cura del Prof. Giovanni Faccenda
Domenica 23 ore 18,00 - “ Emilio Vedova: Segno - Gesto - Materia” a cura del Dott. Emiliano Campaiola
Mostre culturali
Emilio Vedova: Segno - Gesto - Materia
a cura dello Studio d'Arte Campaiola
Emilio Vedova (1919 - 2006) è stato uno dei maggiori espressionisti astratti italiani, maestro indiscusso dell'arte contemporanea, memorabile protagonista di tante Biennali di Venezia, che ha impreziosito con opere d'intensa emotività e spiccata originalità. Nato a Venezia nel 1919 da una modesta famiglia d'artigiani-operai, sin da ragazzo mostra una spiccata inclinazione per il disegno, realizzando una serie di vedute architettoniche della sua città - "San Marco", "Santa Maria del Giglio", "San Giovanni e Paolo", "San Salvatore" -, cui ben presto, da autodidatta, associa la pittura, creando (anni '30-'40) numerose tele dalle figure nero-bianche - quali "Autoritratto sullo specchio da terra" e "Crocifissione da dietro" - ed altre di maggiore vivacità cromatica: "Martirio di Isacco", "Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia", "Ponte di Rialto", "La musica". Antifascista convinto, nonostante la dichiarata simpatia per il Futurismo, negli anni 1944-45 prende parte alla Resistenza; poco prima, nel 1942, aveva presentato al Premio Bergamo "Natura morta con teschio", opera che ben esemplifica la sua peculiare gestualità e la sua propensione alla tragicità. Nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto "Oltre Guernica", per poi fondare, a Venezia, assieme ad altri artisti, la "Nuova secessione italiana" ed il "Fronte nuovo delle arti", movimenti che assegnano all'arte una marcata valenza sociale, di trasformazione. Nel 1948, con "L'Uragano", "Il combattimento", "Il Guado", "L'Esplosione", "Morte al sole", partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, rassegna che lo vedrà spesso protagonista: nel 1952 gli viene dedicata un'intera sala, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura, fino al prestigioso riconoscimento - nel 1997 - del Leone d'oro. All'inizio degli anni Cinquanta abbraccia l'informale, la pittura segno-gesto-materia, l'espressionismo astratto, proponendosi - è una felice definizione di Giulio Carlo Argan - quale "fratello italiano" di Pollock, De Kooning, Kline: a questo periodo vanno ascritti il "Ciclo della Protesta" e il "Ciclo della Natura", che trasudano di sofferta concentrazione ed affannosa inquietudine. A partire dai primi anni Sessanta lavora ai "Plurimi", opere polimateriche che, appoggiate a supporti vaganti, invadono lo spazio ed il pavimento "scoppiando sotto i piedi", come scrive Bruno Zevi: esse saranno esposte, a Roma, in occasione d'una delle sue più celebri e provocatorie mostre. D'ora in avanti, egli sarà uno dei pochi maestri italiani ad avere ampia risonanza, in vita, oltre i confini nazionali, soprattutto in Germania - ove la sua fortuna sarà grande e ininterrotta - e negli Stati Uniti, dove viene più volte invitato per tenere lezioni nelle università. Costantemente rivolto all'innovazione ed alla ricerca, negli stessi anni realizza, per "Intolleranza '60" di Luigi Nono, scenografie, costumi e disegni, ovvero lastrine dipinte per proiezioni multiple in movimento in sincrono col suono (dette "musica stereofonica" e "pittura stereovisiva"). La sua attività espositiva, diradatasi negli ultimi anni, annovera importanti allestimenti - quali quelli della Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Torino (1996) e del Castello di Rivoli (1998) - nei cui grandi e magnifici spazi la sua eterna vocazione all'"oltre" trovò degna rispondenza.
Renato Guttuso nel centenario della nascita
a cura della galleria Guastalla Centro Arte
Da Bagheria, 1912, a Roma, 1987. In questo arco di tempo si svolge la parabola esistenziale e artistica di Renato Guttuso. Nasce a Bagheria, in Sicilia, nel 1912 (lo stesso anno di Aligi Sassu). La sua esistenza vira da un'ipotetica laurea in legge alla carriera di pittore. Dai primi quadri raffiguranti i suoi contadini siciliani e compaesani, sino al celebre "Fuga dall'Etna" del 1937, o all'altrettanto celebre Vuccirria, il mercato popolare di Palermo. Già da ora, il pittore insegue un'esecuzione prettamente figurativa a cui fanno da corposo contraltare contenutistico temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare: temi sociali o soggetti dichiaratamente politici. Poi giunge a Roma e forma un gruppo con i pittori Birolli, Fontana e Persico. Scoppia la seconda guerra mondiale e l'artista dipinge una serie di quadri dal titolo "Gott mit Uns", "Dio è con noi", motto inciso sulle fibbie dei soldati tedeschi. La sue verve di polemista affiora di prepotenza. Guttuso non tradirà mai la sua personale "campagna di idee", che raggiungerà l'acme con "I funerali di Togliatti", opera manifesto dell'antifascismo. Nel dopoguerra segue stilisticamente il primo periodo di Pablo Picasso, quello cosiddetto "Blu". Nel 1946 fonda con Birolli, Vedova, Morlotti, Turcato il Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1968 esegue quadri che riflettono la situazione europea e francese. Si reca a Parigi dove ritrae i giovani nelle prime marce di protesta in quello che diverrà nel tempo il leggendario "maggio francese". Dal 1969 vive stabilmente a Roma, nella leggendaria via Margutta, la strada dei pittori, con la sua compagna Marta Marzotto, la splendida contessa ex mondina e modella. E' il periodo – per così dire - intimo dell'artista. Inizia ora infatti una serie di quadri prettamente autobiografici, tra i quali spicca forse uno dei suoi capolavori, "Strega Malinconica", del 1982. Guttuso è un pittore che nonostante viva in un lasso di tempo fitto di mutamenti, sociali e culturali, e nonostante li viva tutti da assoluto protagonista, non cambia il proprio stile figurativo. Rimane in fondo sempre il pittore illuminato dalla sua rigogliosa e stellante Sicilia. La sua umanità è dipinta sempre con un tortuoso plasticismo. Nella forma umana, nervosa e tesa, ma sempre riconoscibile, e che lui concentra nella tela, c'è già tutto il dolore del mondo.
Venturino Venturi: La forma e la materia
A cura dell'Archivio Venturino Venturi, con la collaborazione della Galleria Nozzoli
Venturino Venturi nasce a Loro Ciuffenna nel 1918. Segue, nel 1921, il padre, antifascista ed emigrante, in Francia e in Lussemburgo, quindi, nel 1934, torna in Italia per completare la propria formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui vive pienamente il clima culturale del tempo, stringendo amicizia con il pittore Ottone Rosai, con il poeta Eugenio Montale e con i più giovani scrittori Mario Luzi e Vasco Pratolini. Gli anni della formazione fiorentina si concludono con il secondo conflitto mondiale e la grave ferita sul fronte greco-albanese. La prima esposizione dei suoi lavori si tiene a Firenze con un’entusiastica recensione. Lavora due anni a Milano, dove conosce Lucio Fontana, quindi in Lussemburgo, poi nuovamente in Toscana. Partecipa alle principali rassegne artistiche italiane, tra cui la Biennale di Venezia del 1950. Nel 1954 vince il concorso internazionale per il Monumento a Pinocchio di Collodi, con un impegno artistico e fisico che lo conduce a un periodo di inattività fino al 1960, quando la galleria La Strozzina di Firenze organizza la sua prima antologica, alla quale seguono altri e numerosi riconoscimenti, incarichi pubblici e una intensa attività espositiva in Italia, Francia e Lussemburgo. Nel 1993 il Comune di Loro Ciuffenna, dove Venturino ha scelto di risiedere, inaugura un museo interamente dedicato alla sua opera, e i suoi lavori entrano nelle collezioni permanenti dei grandi musei. Poco dopo la sua scomparsa (2002) viene inaugurata e aperta al pubblico Casa Venturi, la sua casa atelier oggi sede dell’Archivio Venturino Venturi e del Centro di Documentazione per la Scultura Italiana del Novecento.
Gualtieri Nativi: un protagonista dell'astrattismo
A cura dell'Archivio Generale Gualtiero Nativi, in collaborazione con la Galleria Nozzoli
I suoi primi dipinti aniconici con inflessioni ancora neocubiste sono del 1947. L’anno successivo fonda con i pittori astratti di Firenze Berti, Monnini e Brunetti, il gruppo Arte d’Oggi, con il quale organizza una serie di mostre omonime. Nel febbraio del 1949 il gruppo espone alla Libreria Salto. Nel giugno dello stesso anno a La Strozzina di Firenze la Mostra Internazionale “Arte Oggi” vede riuniti i lavori di astrattisti fiorentini, romani (Forma1), e di elementi del MAC. Nel 1950 firma con Monnini, Berti, Brunetti, Nuti e il critico Migliorini il Manifesto dell’Astrattismo, in cui viene proposto un purismo geometrico rigoroso, da contrapporre a certi esiti lirici e matrici dell’astrazione. A partire dal 1950 le sue opere sono caratterizzate da una frammentazione in rettangoli che si accentra in vibrante contrasto. Nel 1951 con la mostra Arte astratta e concreta in Italia organizzata alla Galleria d’Arte Moderna entra a far parte dell’Art Club, partecipando a sei esposizioni. Nel 1953 divenne membro attivo del Groupe Espace. Nel 1958 espone alla Galleria La Salita di Roma. E’ presente a varie edizioni della Quadriennale di Roma. Negli anni Sessanta e Settanta le sue composizioni fondate su elementi geometrici cromatici si dispongono in un sospeso equilibrio.
Pinocchio: Un Pop-Pinocchio all'italiana - Storia di un burattino
a cura della Galleria MOdenArte. Opere grafiche di Massimo Sansavini
“Un Pop-Pinocchio, irriconoscibile, radioso, vivo ed esuberante come non lo è stato mai”. Così è stato definito il Pinocchio che l’artista forlivese Massimo Sansavini ha appositamente realizzato in occasione della mostra che la Galleria MOdenArte ha dedicato al famoso burattino di Collodi che quest’anno compie 130 anni. Ben 36 opere, che reinterpretano questo ometto intrappolato in un’anima di legno, corredano le pagine del romanzo collodiano edito da Edizioni MOdenArte che riporta il testo in stesura originale ed un saggio critico appositamente scritto da Linda Giusti. “Una schioppettata di colori squillanti e poche linee essenziali ripercorrono le scene e i personaggi dai profili fortemente caratterizzati”. Il linguaggio delle illustrazioni realizzate da Sansavini è il medesimo che da sempre contraddistingue la cifra stilistica dell’artista, che nelle opere viene trasposto con l’identico accuratissimo approccio, solitamente riservato alle cromate composizioni lignee: immediatezza e organicità garantiscono una risoluzione visiva completa e seducente, mentre la resa giocosa e inebriante dei colori irretiscono i sensi in un tripudio di festoso impatto emotivo.
Inaugurazione 21 ottobre ore 17
Direttore Artistico Renzo Mezzacapo
Organizzazione: S.I.P.E.R. Fiere di Reggio Emilia
Via Filangieri, 15 - 42100 - Reggio Emilia
Tel. 0522/503511
info@fierereggioemilia.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Segreteria, Prenotazioni, Informazioni:
Centro Promozione Artistica S.A.S.
Via Leonardo da Vinci, 7 - 57025 Piombino (LI)
Tel. 0565 221314 - Fax 0565 261891
Em@il gallcom@interfreee.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Skype: accademia.dei.ravvivati
Orari di Apertura al Pubblico:
Venerdì 21 dalle ore 16 alle ore 20
Sabato 22 e Domenica 23 dalle ore 10 alle ore 20
Lunedì 24 dalle ore 10 alle ore 13
Biglietto d'Ingresso: 10