The man I wanted to marry before I found out about sex. I lavori in mostra riconfigurano e prendono in considerazione vari momenti della storia dell'arte insieme ad alcuni precedenti della sua stessa pratica artistica.
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Per la sua prima personale presso la sede napoletana della T293, John Henderson
presenta una selezione di lavori che riconfigurano e prendono in considerazione vari
momenti della storia dell’arte insieme ad alcuni precedenti della sua stessa pratica
artistica. L’autocoscienza è alla base di gran parte del lavoro di Henderson, che
sembra inseguire non solo le strutture cardine della storia dell’arte ma anche le
azioni che lui stesso compie all’interno del suo studio. La diretta fisicità delle
performances in studio di Henderson si rifrange in oggetti muti e in immagini che
elaborano e mettono in discussione questioni legate alla proprietà intellettuale,
all’originalità e alla riproducibilità.
Fanno parte della mostra alcuni lavori tratti da una serie di fusioni in metallo di
dipinti, veri e propri surrogati scultorei degli originali di Henderson, riprodotti
in bronzo ed alluminio grazie alla tecnica della fusione a cera persa. I dipinti
originali vengono poi distrutti e le repliche in metallo restano come una sorta di
documentazione o traccia visiva. Una nuova serie di lavori in mostra dal titolo
‘Recasts’, è invece composta da gruppi di pannelli dipinti che fanno eco alla
metallica lucentezza dei calchi, un po’ come se si trattasse di versioni false o
contraffatte degli stessi calchi. Sospesi in strette griglie verticali, i singoli
dipinti divisi in gruppi cedono a una serialità scultorea e ad un’irreggimentazione
minimalista che spinge le qualità peculiari di ogni pannello in un unico campo
espressivo.
‘Backdrop, Flipped and Cornered’, il lavoro in mostra di più ampie dimensioni, è un
fondale in stoffa su cui è stampata in digitale un’immagine fotografica ispirata al
video di Henderson ‘Cleanings’ in cui l’artista è ripreso mentre lava un angolo di
pavimento del suo studio. Non si tratta di un vero fotogramma del video, ma
piuttosto di una rimessa in scena. Henderson è di nuovo ritratto con uno spazzolone
in mano, tuttavia l’orientamento dell’immagine è cambiato: il fondale è appeso al
contrario e l’azione pittorica, nel video rivolta al pavimento, è ora relegata al
soffitto. Due video e un gruppo di fotografie in bianco e nero utilizzano ugualmente
lo studio come palcoscenico e scenografia all’interno della quale l’attività di
Henderson diventa una performance reinterpretata attraverso una lente critica.
Nell’intera mostra, sia che si tratti di pittura, scultura, fotografia o video,
Henderson compie un’analisi retrospettiva, assumendo una posizione dove ogni nuova
espressione è legata ad un’altra precedente.
John Henderson (nato nel 1984) attualmente vive e lavora a Chicago. Tra le più
recenti personali vanno segnalate una mostra al Museum of Contemporary Art di
Chicago, ed una presentazione ad abc – Art Berlin Contemporary.
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For his first exhibition with T293, John Henderson will present a selection of works
that consider and reconfigure the precedents of various art historical moments as
well as the precedents of his own recent work. There is a self-conscious foundation
to much of the work as it becomes clear that Henderson is not only shadowing art
historical structures but also his own movements in the studio. The direct
physicality of Henderson’s studio performances are refracted into muted objects and
images that call into question or frame notions of authorship, originality and
reproducibility.
Included in the exhibition are works from an ongoing series of cast metal paintings.
Using a lost-wax casting technique, sculptural surrogates of Henderson’s original
paintings are created in bronze and aluminum. The original ‘mother’ paintings are
destroyed and the cast replicas can be seen as a kind of documentation or leftover
images. A new series of works also on view, entitled Recasts, are groups of painted
panels, faux-finished to echo the metallic sheen of the casts, much like fake
versions or knock-offs. Hung in tight vertical grids, the individual paintings in
these groups submit to a sculptural seriality, a minimalist regimentation that
suggests that the unique qualities of each panel are flattened into a single field
of expression.
The largest work in the exhibition, Backdrop, Flipped and Cornered, is a fabric
backdrop digitally printed with a photographic image inspired by Henderson’s video
Cleanings, where the artist is featured mopping the floor in the corner of his
studio. The image on the backdrop is not an actual still from the video, but rather
a restaged likeness. Henderson is again pictured mop in hand, except this time the
orientation is off, the backdrop is hung upside down—the painterly action, grounded
on the floor in the video, is now relegated to the ‘ceiling’. Two videos and a group
of black-and-white photographs also approach the studio as a stage or backdrop where
Henderson’s studio activities become performances reinterpreted through a critical
lens.
Throughout the exhibition – whether working through painting, sculpture, photography
or video – Henderson positions himself at a point of retrospection, a position where
each new expression is tied to another’s precedent.
John Henderson (American, b. 1984) is currently based in Chicago. Recent solo
projects include an exhibition at the Museum of Contemporary Art, Chicago, and a
presentation at abc – Art Berlin Contemporary.
Opening, venerdì 28 ottobre ore 19
T293
Via Tribunali 293, Napoli
Orari: lun-ven 12-19
Ingresso libero