La mostra 'Illiria: cento tavole di colore' e' caratterizzata da due percorsi paralleli: quello archeologico, curato dal direttore del Museo Archeologico di Arona, Paolo Lampugnani, e quello prettamente artistico, ideato dal pittore Antonello Ruggieri. Il progetto ambisce a mettere in evidenza i punti di contatto tra due mondi solo apparentemente distinti: l'archeologia e l'arte.
Sabato 25 gennaio 2003 il Museo P. Giovio di Como si apre all'arte contemporanea con una mostra che costituisce anche un importante evento archeologico. Circa trecento reperti archeologici, risalenti a un periodo compreso tra il Neolitico ed il Medioevo e provenienti dal Museo Storico di Scutari (Albania), saranno infatti in esposizione all'interno di un percorso pittorico progettato e realizzato dell'artista milanese Antonello Ruggieri.
La mostra 'Illiria: cento tavole di colore', realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura della Repubblica d'Albania, dell'Istituto di Archeologia di Tirana, dell'Ambasciata d'Albania in Italia e della Regione Piemonte, è caratterizzata da due percorsi paralleli: quello archeologico, curato dal direttore del Museo Archeologico di Arona, Paolo Lampugnani, e quello prettamente artistico, ideato dal pittore Antonello Ruggieri. Il progetto ambisce a mettere in evidenza i punti di contatto tra due mondi solo apparentemente distinti: l'archeologia e l'arte.
Per quanto riguarda il progetto archeologico, esso è tanto semplice quanto coraggioso e ambizioso. Si è voluto, infatti, mettere a disposizione del pubblico circa trecento reperti inediti, provenienti da un paese, l'Albania, e da una regione, l'Illiria, che fu crocevia di comunicazioni e di scambi non solo con il resto del paese e con i Balcani, ma anche con l'area mediterranea ed adriatica, nonché depositaria di un enorme patrimonio archeologico solo in piccola parte noto ed indagato.
Il curatore Paolo Lampugnani afferma a proposito dei contenuti dell'esposizione: 'Lungi dall'essere esaustiva del tema archeologico 'gli Illiri', la mostra 'Illiria' presenta, attraverso una scelta dei reperti, esposti per la prima volta in Europa, una panoramica dell'attuale stato della ricerca nella regione di Scutari, capitale del regno illirico. I trecento oggetti in mostra percorrono un ampio arco cronologico dal neolitico al basso medioevo '.
I reperti provengono dalla collezione del museo di Scutari, collezione molto ampia che comprende anche una sezione etnografica con 5.000 oggetti, una pinacoteca, testimonianza dell'attività artistica locale e la fototeca 'Marubi' con circa 500.000 tra negativi e lastre fotografiche datati a partire dal 1856.
Il progetto artistico, curato dall'artista Antonello Ruggieri, è stato, invece, elaborato sulla base di quattro costanti individuate tra arte e archeologia: colore, geometria, concetto di radice (modo primordiale di dipingere) e tempo.
La parte pittorica comprende 100 tavole monocromatiche che utilizzano tutti i colori presenti sul mercato. Ruggieri ne ha realizzate fino ad oggi 93, delle quali cinque presentano altrettanti teoremi di geometria dipinti. Le tavole sono in legno compensato, preparate con gesso e colla e dipinte con pigmenti puri, utilizzati con tecniche antiche. Nell'esposizione i reperti sono suddivisi in piccoli gruppi e ad ogni gruppo, messo in relazione diretta con le tavole, è associato un colore.
La mostra di Como mette in evidenza un'aggiunta che l'artista ha apportato al lavoro, la dipintura dell'ombra di alcuni oggetti, proiettata sulle tavolette dipinte. Egli stesso ne chiarisce il motivo: 'Quando avverrà la separazione delle tavole dai reperti verrà meno il rapporto creatosi tra le due cose (reperto-colore). Fissare l'ombra dell'oggetto sul colore è un modo per ricostituire il rapporto perduto. Il risultato è un dipinto in termini tradizionali, chiuso in se stesso, non subordinato a niente, esso è intero anche in assenza dei reperti, tuttavia, se osserviamo il lavoro nell'insieme possiamo vedere anche il momento precedente, quello senza le ombre, infatti, non tutte le tavole riportano l'ombra dell'oggetto archeologico'.
L'ultima costante individuata da Ruggieri tra il mondo dell'arte e quello archeologico è il 'tempo': 'Il lavoro è concepito come una pellicola cinematografica, con i rispettivi fotogrammi colorati dove si vedono i reperti. L'alternarsi tra spazio vuoto/nero (il salto) e spazio/colore (la quiete, l'osservazione) con gli oggetti o le ombre dipinte, è simile alla struttura della pellicola cinematografica, per mezzo della quale si ottiene la riproduzione del movimento e di conseguenza del tempo. Il ritmo è dato dallo spazio 'vuoto' tra una tavola e l'altra, tra un oggetto e l'altro e dallo spazio 'pieno' dove si ferma lo sguardo. Il fattore tempo che mi interessa, quindi, non è, in primo luogo, nel riferimento ai periodi storici dei singoli oggetti (anche se in questo progetto il tempo storico ha la propria importanza) ma è il tempo creato all'interno dell'opera stessa'.
Alla mostra è affiancato un catalogo a cura di Paolo Lampugnani, edito da De Agostini Rizzoli arte&cultura (costo euro 10). Il testo del catalogo è centrato sull'aspetto archeologico della mostra ed è volutamente divulgativo.
Inaugurazione: venerdì 24 gennaio 2003, ore 17,30
Durante il periodo di apertura della Mostra sono inoltre previsti Laboratori didattici destinati alle scuole e ai bambini sul tema del colore.
Mart./sab. 9.30 /12.30 - 14 /18 dom. 10/13 lunedì chiuso
Ingressi: euro 2,50 intero - euro 1,30 ridotto euro 1.00 soci Touring - ragazzi fino a 15 anni gratis
Abbonamenti 10 ingressi euro 13,00
Museo Civico Paolo Giovio
Piazza Medaglie d'Oro 1
Como