Bambole dal Giappone - Atto secondo. La centralita' dell'esposizione e' data dalle bambole Karakuri, fortemente collegate con la tradizione ma in grado di gettare le basi per la moderna robotica.
Fin dall’inizio del 17° secolo, gli artigiani giapponesi hanno inventato straordinarie bambole che danzavano, servivano il tè, scoccavano frecce, realizzando interi giochi in gruppo, attivati da molle, mercurio e sabbia mobile, o acqua pompata: le Karakuri Ningy?, oggetti dotati di un’estetica frutto di una straordinaria abilità artistica che, come in altri settori dell’arte giapponese, passano da padre in figlio da generazioni, costituendo così un ponte ininterrotto tra passato e presente.
Il termine Karakuri significa "dispositivo meccanico per prendere in giro, ingannare, o sorprendere", ed implica una magia nascosta, un elemento di mistero. Ningy? è traducibile con bambola. Letteralmente quindi “bambole meccaniche”.
Un’importante manifestazione di quanto questi oggetti siano ancora radicati nella tradizione giapponese è il loro uso all’interno dei Matsuri, i festival folkloristici che scandiscono il ritmo delle stagioni e dei riti ad esse consacrati.
Le Karakuri Ningy? in questo caso assumono dimensioni notevoli ed il loro livello di movimento è ricco di un fascino teatrale altrimenti perduto. Nella sezione espositiva presente presso il MAO, Museo d'Arte Orientale di Torino, è possibile ammirare due "modelli" dei carri allegorici, oltre ad un filmato appositamente realizzato con le stupende immagini dei Karakuri Matsuri nipponici.
La mostra che l’Associazione Yoshin Ryu propone quest’anno muove un passo verso un futuro illimitato dal punto di vista artistico e tecnologico che in Giappone ha posto le sue basi più di trecento anni fa. La centralità dell’esposizione è data dalle bambole Karakuri, fortemente collegate con la tradizione ma in grado di gettare le basi per la moderna robotica. Ed è su quest’ultimo aspetto che l’esposizione estende la sua proposta con un piccolo ma concreto ed affascinante assaggio di ciò che è robotica oggi in Giappone ed in Italia.
Un incredibile incontro dunque, con le bambole provenienti dall’Epoca Edo del Maestro Tamaya Shobei IX e con i robot Wakamaru della Mitsubishi e AD Robot del Politecnico di Torino.
Una parte del ricavato della mostra sarà devoluto in favore della Croce Rossa Giapponese per sostenerla nell'aiuto alla popolazione colpita dal terremoto e dallo tsunami.
Inaugurazione 4 novembre ore 11.00
Palazzo Barolo
via delle Orfane, 7 - Torino
Orari:
Da Lunedì a Venerdì: dalle 15:00 alle 20:00
Sabato e Domenica: dalle 10:00 alle 20:00
Giorno di chiusura: Martedì
La biglietteria chiude alle ore 19:30
Ingresso:
Intero euro 7
Ridotto euro 5 per:
possessori di un biglietto d'ingresso al MAO;
gli appartenenti alle forze dell’ordine e militari;
i visitatori di età superiore ai 65 anni;
gli studenti della Scuola Media Superiore o Università (in possesso dell'Athena Card);
i gruppi di visitatori in numero minimo di 20 unità, previa prenotazione
Gratuito minori di anni 14