Opere 1955-1965. Vago sperimenta la pittura murale cercando uno spazio senza limiti e senza fine, una realta' spirituale. Le carte e le calligrafie colorate di Ferrante manifestano un'urgenza inquieta nella tradizione dell'informale segnico.
Nel piccolo mondo della pittura contemporanea Valentino Vago è l’artista che,
più di ogni altro, ha riscoperto la pittura murale. Ha dipinto chilometri di pareti,
cercando uno spazio senza limiti e senza fine: uno spazio che non sia una
realtà fisica, ma spirituale.
Il senso di questa ricerca (che forse solo all’estero è stata capita in tutta la sua
unicità) era già presente in embrione nelle sue opere della giovinezza, di cui
questa mostra raccoglie un’antologia emblematica.
A quell’epoca Vago, con un linguaggio astratto-informale, riduceva figure e cose
a forme colorate, e poi semplificava e diradava quelle forme fino a dipingere
soprattutto lo spazio, soprattutto la luce. Alcuni suoi quadri si intitolano
Distensione e fanno venire in mente un verso di Sereni: “Ti distendi e respiri nei
colori”.
In quel periodo alcuni (non molti, ma troppi) avanzarono il nome di Rothko, che
Vago in realtà non aveva mai visto. Avrebbero centrato meglio il bersaglio se,
invece di guardare lontano, avessero guardato vicino: ai toni soffusi del Luini,
alla luce dei cieli di Lombardia. Oppure se avessero guardato oltre: a quella
ricerca metafisica che Vago ha sempre compiuto, tentando di annullare la
materia per cogliere le tracce o i presentimenti dell’infinito. Perché Vago è un
pittore di cieli. Ed è un pittore di luci, anzi di una luce sola: quella che non si
vede con gli occhi, ma si può rivelare nella pittura.
Elena Pontiggia
Foyer Sala Soggiorno
Università Bocconi via Sarfatti 25, Milano
Orari: lunedì-venerdì: 8-19 sabato: 8-15
Ingresso libero
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Simonetta Ferrante
Apertura della mostra:
7 novembre 2011 – 13 gennaio 2012
La sua formazione è nel campo dell’arte e della musica.
Diplomata nel 1948 al Liceo Artistico, si dedica all’insegnamento.
Consegue il Diploma di pianoforte al Conservatorio G. Verdi di Milano.
Frequenta a Londra la Central School for Art and Craft e nel 1958 consegue il
Diploma di Graphic Design, Pittura e Disegno.
Dal 1959 al 1984 ha un’attività lavorativa nel campo della grafica, dedicandosi
solo saltuariamente alla pittura. E’ consulente di Aziende e di Case Editrici e
dal 1971 contitolare di uno studio specializzato in immagine di prodotto,
packaging, editoria.
Dal 1975 partecipa ai corsi di Pittura e Disegno a Londra e nel Galles, sotto la
guida di Dennis Creffield, John Epstein e Cecil Collins. Questa esperienza
segna un svolta nella sua vicenda di artista. Mentre sviluppa il suo lavoro di
pittrice, Simonetta Ferrante “inventa” un’attività di grande interesse umano e
professionale. Decide infatti di creare dei corsi di espressione figurativa aperti
a tutti, corsi che si basano sula riscoperta della creatività di ciascuno. Elabora
un suo metodo, che riunisce genialmente gli insegnamenti di vari maestri.
Nel 1984 tiene il suo primo corso di disegno e pittura. In seguito questa attività
diventa più ampia e coordinata, perché Simonetta Ferrante invita altri artisti a
collaborare con lei e fonda il Centro dell’Immagine e dell’Espressione.
Conclusa questa esperienza, nel 1994 Simonetta Ferrante ritorna ai temi che
l’affascinano: la forma, il segno, il colore e – insiemi di essi – la musica e la
calligrafia.
Sue opere in collezioni private e nell’Archivio di Calligrafia di Berlino.
Le sue carte, le sue calligrafie colorate manifestano un’urgenza inquieta e
concitata. La “tradizione” a cui Simonetta Ferrante si riallaccia è quella
dell’informale segnico. A questa lezione aggiunge una vena di dolcezza
malinconica che contrasta con l’apparente aggressività dei percorsi lineari.
Elena Pontiggia
Sala Ristorante
Università Bocconi, via Sarfatti 25, Milano
lunedì-sabato: 9-12
Immagine: Valentino Vago, Paesaggio mai visto (1962) - olio su tela cm 80 x 100
Inaugurazione: lunedì 7 novembre 2011, ore 18 segue rinfresco
Università Bocconi
via Sarfatti 25, Milano
Ingresso gratuito