Dal Rinascimento al Novecento. Opere delle Collezioni Civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati. Un 'museo sommerso' vero e proprio quello che fino a oggi giaceva nei depositi del Comune di Rovereto, un patrimonio artistico di grande rilievo che viene offerto al pubblico con la mostra dal titolo significativo L'arte riscoperta. Per la prima volta nelle sedi espositive del Museo Civico di Rovereto e del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e di Rovereto, Archivio del '900, viene proposta un'ampia selezione delle opere più pregevoli del patrimonio artistico di proprietà comunale.
Dal Rinascimento al Novecento. Opere delle Collezioni Civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati.
Un 'museo sommerso' vero e proprio quello che fino a oggi giaceva nei depositi del Comune di Rovereto, un patrimonio artistico di grande rilievo che viene offerto al pubblico con la mostra dal titolo significativo L'arte riscoperta. Per la prima volta nelle sedi espositive del Museo Civico di Rovereto e del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e di Rovereto, Archivio del '900, viene proposta un'ampia selezione delle opere più pregevoli del patrimonio artistico di proprietà comunale (con una sezione appartenente alla Accademia degli Agiati di Rovereto) composto da oltre 2500 tra dipinti, sculture, incisioni, disegni e oggetti di arte decorativa, che coprono un ampio periodo che va dal Cinquecento al Novecento.
La raccolta ha una storia affascinante e molto articolata. A costituirla furono il lungo lavoro delle istituzioni culturali roveretane, la passione collezionistica privata poi tradotta in generoso mecenatismo, l'amore per la propria città di alcuni artisti, la riscoperta di una grande tradizione scolastica, la volontà di tradurre in monumenti la memoria del passato, la tenacia di più generazioni di amministratori municipali. Formatasi soprattutto grazie a donazioni, la raccolta comprende opere in gran parte inedite. Attraverso un programma di recupero e di valorizzazione del 'giacimento d'arte' si è giunti a proporre con questa mostra 161 opere dal Cinquecento al Novecento che danno un'idea della varietà e ricchezza di questo patrimonio, per la prima volta recuperato nella sua bellezza e leggibilità da un attenta campagna di restauri.
Se dovessimo assumere una data d'inizio della collezione, dovremmo partire dalla fondazione dell'Accademia Roveretana degli Agiati, di cui ricorre quest'anno il 250° anniversario. È però del 1940 il documento che attesta la nascita di una Quadreria della Città di Rovereto, rinominata poi Galleria roveretana d'Arte su impulso di Fortunato Depero, membro del Comitato formato in occasione della ufficializzazione del patrimonio artistico di Rovereto. Dopo un breve periodo di esposizione permanente del nucleo originario della raccolta, la Galleria attraversò fasi più o meno favorevoli, fino a divenire, prima della riscoperta e della valorizzazione operata negli ultimi decenni, un patrimonio sommerso. Dal 1991 il nuovo regolamento del Museo Civico conferma che la Galleria Roveretana d'Arte fa parte a pieno titolo del patrimonio dell'istituzione, cui spetta il compito della sua gestione e valorizzazione.
Il lavoro necessario per restituire alla luce questo tesoro in larga parte sconosciuto è stato realizzato grazie all'impegno congiunto di molte istituzioni e di molti singoli studiosi. Il Museo Civico di Rovereto nel ruolo di coordinatore e responsabile del progetto, la Provincia Autonoma di Trento attraverso il Servizio Beni Culturali - Ufficio Beni Storico-Artistici, il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, l'Accademia degli Agiati, hanno realizzato su questo terreno una collaborazione che testimonia le grandi potenzialità del sistema culturale locale, ogniqualvolta si integrino risorse e competenze. Altri due soggetti hanno contribuito significativamente: la Biblioteca Civica Tartarotti per l'apporto alle ricerche d'archivio, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto per il sostegno finanziario.
La sede espositiva del Museo Civico accoglie la sezione dal Cinquecento al primo Ottocento, dalle tavolette provenienti dal palazzo cinquecentesco Del Bene di Rovereto alle icone, dalla pittura su rame di Denjs Calvaert alla pala di Andrea Mainardi, oltre alla Santa Cecilia e Il tributo della moneta di Bernardo Strozzi, al Giobbe di GiovanniBattista Langetti fino alle serie di ritratti di soci illustri dell'Accademia Roveretana degli Agiati e ad altre scoperte di particolare rilievo.
Nella sede dell'Archivio del '900 è esposta una selezione di opere che permettono di riscoprire anche la storia della formazione delle collezioni civiche, dai dipinti della seconda metà dell'Ottocento di Eugene Boudin, Bartolomeo Bezzi, Eugenio Prati, Giacomo Gandi, fino a Moggioli, Augusto Sezanne (bozzetto per il manifesto per la Biennale del 1903) alle opere futuriste di Depero, Umberto Maganzini e Tullio Crali. L'arte regionale è ben rappresentata anche da opere di Carlo Fait, Luciano Baldessari, Gino Pancheri, Alcide Ticò, Bruno Colorio e altri, cui si aggiungono diverse testimonianze di pittori attivi a Venezia nella prima metà del Novecento, come Teodoro Wolf Ferrari, Alessandro Pomi, Neno Mori, Marco Novati, Luigi Scarpa Croce. Tra le tante riscoperte si segnalano inoltre i disegni di Mario Sironi, opere di Pippo Rizzo, Adriano di Spilimbergo, Felice Carena, Orfeo Tamburi.