Il secondo appuntamento con la serie di mostre QU., curata da Luca Cerizza, si concentra sulle problematiche legate alla dimensione urbanistica odierna, presentando un progetto di collaborazione, assolutamente inedito, tra l'artista tedesco Manfred Pernice (1963) e l'artista americano, ma da anni residente in Europa, Sean Snyder (1972).
Manfred Pernice
Sean Snyder
a cura di Luca Cerizza
Inaugurazione sabato 1 Febbraio alle ore 18
Il secondo appuntamento con la serie di mostre QU., curata da Luca Cerizza, si
concentra sulle problematiche legate alla dimensione urbanistica odierna,
presentando un progetto di collaborazione, assolutamente inedito, tra l'artista
tedesco Manfred Pernice (1963) e l'artista americano, ma da anni residente in
Europa, Sean Snyder (1972).
Il progetto è il risultato di un'elaborata indagine su un'area della città di
Berlino (dove entrambi gli artisti risiedono), denominata "Banana". Situata nei
pressi di Alexander Platz, questa zona è rimasta praticamente abbandonata per
lungo tempo e, dopo la caduta del muro, è stata al centro di discussioni e
dibattiti politici riguardo al suo utilizzo. Dopo che il progetto di edificare
un complesso di grattacieli è fallito, è stato recentemente deciso di costruire
un grande "shopping centre", in qualche modo ribaltando i normali rapporti tra
periferia e centro, e le loro funzioni all'interno della città .
Attraverso un lavoro di documentazione, che contempla ricerca sul campo,
materiale d'archivio e di stampa, i due artisti hanno costruito un'elaborata
installazione, quasi in forma di laboratorio, che si sviluppa in diverse
modalità linguistiche come scultura, video e fotografia. Intrecciando
continuamente dimensione reale e immaginaria, e stabilendo un complesso dialogo
tra materiali diversi, il progetto si articola in molteplici direzioni, alcune
direttamente evidenti, altre solamente suggerite. L'area "Banana" viene messa in
relazione con la realtà urbanistica e sociale di un'altra zona di Berlino,
quella periferica di Marzahn, dove, durante i tempi della DDR, furono costruiti
una serie di immensi complessi abitativi. Il progetto testimonia delle
evoluzioni urbanistiche e sociali in atto in questo momento, suggerendo come le
superfici architettoniche veicolino le trasformazioni e i cambiamenti ideologici
nel tempo. Attraverso questo rapporto dialettico tra le due aree della città ,
vengono inoltre indagati i rapporti tra centro e periferia, e la relazione con
le dimensioni del consumo e dell'intrattenimento come viene riflesso nei
graffiti che coprono le aree più nascoste degli edifici di Marzahn.
L'indagine sul presente si lega anche ad alcune vicende e figure del passato,
come quella di Josephine Baker, icona sessuale e simbolo di esotismo nell'epoca
del Modernismo architettonico e artistico, ammirata da personaggi come Picasso e
Le Corbusier. In quest'indagine la Baker diventa un punto d'incontro di diverse
problematiche, legate all'architettura, l'identità sessuale e culturale, lo
scontro tra diverse ideologie politiche. Nel 1928 la Baker interpretò a Berlino
la sua famosa "danza della banana"; nello stesso anno Adolph Loos progettò per
lei una villa a Parigi, che non fu, però, mai realizzata. Vengono qui mostrati
documenti dell'FBI, che per quarant'anni investigò sulle sue eventuali simpatie
comuniste, e suggeriti legami tra la prima villa prefabbricata costruita negli
Stati Uniti (Aluminaire House, 1931), e il progetto di Loos per la Baker.
Collegando idealmente passato e presente, problematiche e luoghi diversi, si
saldano insieme alcuni dei nodi tematici del progetto, lasciando comunque aperte
molteplici direzioni di ricerca e possibilità d'indagine culturale e sociale.
Orari della galleria da martedì a sabato dalle ore 15.30 alle 19.30
La mostra rimarrà aperta fino al 22 Marzo 2003
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68
25128 Brescia
Tel: 030.383034; Fax: 030.392446