Istituto Italiano di Fotografia
Un paesaggio oltre i confini dell'immaginazione. In occasione del II Festival della Fotografia italiana una panoramica sulla fotografia contemporanea di paesaggio, sotto la guida di Erminio Annunzi, che ha condotto gli studenti nella ricerca di un proprio stile.
Si rinnova il sodalizio tra AFI (Archivio Fotografico Italiano) e Istituto Italiano di Fotografia di Milano che si concretizza nel 2° Festival della Fotografia italiana - dal 12 novembre al 4 dicembre 2011 - dove tra i tanti progetti trova il proprio spazio una panoramica sulla fotografia contemporanea di paesaggio, sotto la guida di Erminio Annunzi, che guida gli studenti alla ricerca di un proprio stile. “Prima che la forza centrifuga fosse scoperta, gli antichi abitanti della terra pensavano che il cielo e la terra fossero tenuti assieme dall’albero; le radici saldamente ancorate al terreno e le fronde protese e immerse nel cielo. A tenere insieme radici e fronde provvedeva il tronco, in una sorta di potente cerniera che, nutrita attraverso le radici ed energizzata dal fogliame, permetteva di mantenere salda l’unione tra terra e cielo. Anche per questa ragione l’albero, per molte culture, aveva un respiro sacro e inviolabile, oltre ad essere creature essenziali per la vita sul nostro pianeta. Nell’arco dell’evoluzione dell’uomo e in particolar modo durante la rivoluzione industriale, l’albero ha perso, insieme alla natura, il suo valore di riferimento primario venendo relegato a mero strumento ornamentale e peggio ancora, a fornitore di materiale da costruzione o per generare energia. All’interno delle società occidentali, ormai in preda all’eccitazione vorace dello sviluppo tecnologico, è venuto a mancare il rapporto primordiale con l’ambiente, la natura e l’albero: un rapporto che ha permesso di mantenere per millenni un equilibrio sostanziale tra Gaia (la terra) e la più vorace creatura che la popola, l’uomo.
Molto controverso è stato l’approccio alle cose naturali praticato dagli uomini nel corso degli anni, se facciamo riferimento ad uno dei più grandi filosofi, Socrate, troviamo che in una sua espressione: “alberi e campagna non possono insegnarmi nulla, gli uomini delle città invece si”, si intravede un segno inequivocabile di quanto la natura veniva vista, per certi versi, come una forma di vita senza anima e sentimento e ragione e quindi, di scarso interesse. Al contrario, San Bernardo da Chiaravalle, spingeva verso un più rispettoso rapporto, in cui le cose della natura non erano “cose” ma vere e proprie entità soggettive da cui imparare, è ben nota la sua famosa frase: “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce t’insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà”. Cosa aggiungere a questa splendida frase? E’ proprio partendo dalla frase di San Bernardo che abbiamo sviluppato questo progetto fotografico insieme agli studenti del secondo anno dell’Istituto Italiano di Fotografia: in primo luogo si è cercato di analizzare il profondo significato e la correlata simbologia che l’albero rappresenta, sia sotto l’aspetto naturale che dal lato della visione mitologica. In secondo luogo si è voluto ricercare l’aspetto interpretativo che ciascun studente ha letto all’interno dell’analisi del soggetto Albero. Ne è emerso un lavoro ricco ed espressivo, in una continua altalena tra enfasi mistica e visione analitica, in cui Albero e uomini sono due entità distinte ma non disgiunte, ognuno diverso ma assolutamente legati tra loro. Una visione che non potrà non contribuire a risvegliare e migliorare, il rapporto tra l’uomo e le cose naturali, risvegliando quell’arcaico rispetto nei riguardi di quella forza primordiale e vitale che gli Alberi rappresentano.” Erminio Annunzi
Inaugurazione: 12 novembre ore 18
Civiche Raccolte d'Arte di Palazzo Marliani Cicogna
Piazza Vittorio Emanuele II, 2 - Busto Arsizio (VA)
Dal martedì al sabato: 15/19 – Domenica: 10/12 – 16/19 – Lunedì chiuso.
Ingresso libero