Colori in Valigia. Artista dalla creativita' torrentizia, dipinge tele e soprattutto carte, i cui elementi di riconoscimento sono la sapienza cromatica e l'uso elegante del collage.
L’ultima sede istituzionale che ha ospitato una mostra di Franco de Courten è stato, nel 2007, il Museo del Louvre di Parigi. Ora, a quattro anni di distanza da quell’evento cruciale della sua carriera, il Camec di La Spezia ne ripercorre la vicenda artistica in una mostra di carattere antologico ospitata, a partire da venerdì 18 novembre, presso la Palazzina delle Arti. Circa cinquanta grandi oli su tela e un centinaio di tecniche miste su carta per raccontare un maestro del colore che in sessantacinque anni di attività – è nato a La Spezia nel 1932 e dipinge dalla prima adolescenza – non ha mai cessato di esplorare i territori della pittura Figura del tutto singolare nel panorama dell’attuale pittura italiana, de Courten è considerato uno degli esponenti più interessanti di un nuovo Orientalismo che riguarda alcuni artisti occidentali di valore. L’omaggio tributatogli dal Louvre – non casualmente allestito nelle sale dedicate all’arte islamica – va proprio letto nell’ottica della sua appartenenza a questa raffinata tendenza, qui da noi assai di nicchia, ma che in alcuni paesi europei di tradizione coloniale viene seguita con qualificato interesse. Sarebbe però un errore archiviare il “caso” de Courten sotto l’etichetta, suggestiva ma restrittiva, del Nouveau Orientalism, dal momento che il suo ciclico ritorno ad Oriente è solo uno dei molteplici sentieri battuti con solare entusiasmo nel corso di una vita segnata in eguale misura dall’esperienza del viaggio e dell’arte. Colori in valigia, il titolo scelto per la mostra, non potrebbe essere d’altronde più scoperto nel segnalare questo aspetto assolutamente peculiare della ricerca del maestro e, al contempo, sottile nell’arguta allusione a quella che, sino alla fine degli anni ’90 è stata la sua seconda professione, nonché la causa delle sue avvincenti peregrinazioni. La valigia di cui si parla potrebbe infatti anche essere una valigia diplomatica: “Sino al ’98 ho fatto due mestieri, il pittore e il diplomatico. Li ho amati entrambi moltissimo e mi sono ingegnato a farli coesistere in modo che l’uno non intralciasse l’altro.
Credo di esserci riuscito, anzi, si sono addirittura create delle interferenze positive.” Per chi visiterà la mostra di La Spezia, sarà difficile accettare l’idea che il gioioso inno al colore intonato dal pittore-viaggiatore in ogni sua opera e in ogni momento della sua vita sia stato composto dallo stesso uomo che, in parallelo, rivestiva il ruolo di rappresentante delle Stato Italiano nelle zone segnate da alcune delle crisi più cruciali e sanguinarie della storia del secondo ‘900. Ambasciatore in Angola negli anni della guerra civile, in Israele alla fine degli anni ’70, in Algeria tra il ’96 e il ’98 - il biennio in cui il terrorismo islamista infieriva con crudeltà inaudita sulla popolazione civile - Franco de Courten non ha mai visto affievolirsi le ragioni della sua inesausta, appassionata ricerca d’artista. Viaggio dopo viaggio, l’esercizio attorno al quale sembra essersi maggiormente attardato è stato quello di meditare sulle tante cose viste e intrappolate nella memoria da una curiosità vorace restituendone l’essenza attraverso una pittura apparentemente orientata all’astrattismo ma fatta in realtà di sedimenti di immagini. E non deve pertanto stupire se l’artista, collocato con sicurezza dai numerosi critici che ne hanno analizzato l’opera nell’ambito della tradizione astratta internazionale, si descriva con semplicità come “uno che ha fatto prevalentemente paesaggio” .
Artista dalla creatività torrentizia, dipinge tele e, soprattutto, carte i cui elementi di riconoscimento sono la sapienza cromatica e l’uso elegantissimo del collage. Non realizza mai opere singole ma solo cicli di opere dall’andamento sinfonico. Sceglie un tema e poi lo declina per toni di colore: le variazioni del giallo, quelle del verde, del rosso, talvolta persino del bianco, una prova che riesce solo ai tonalisti di assoluto talento. Alla passione per il colore unisce quella per la carta: “La carta è la stampella su cui il mio lavoro si appoggia. Sia che si tratti degli antichi documenti notarili, delle illustrazioni, delle pagine di vecchi libri, stampati o manoscritti, raccolti un po’ dovunque durante le mie peregrinazioni attraverso il mondo per essere impiegati e manipolati nei miei collages, sia che si tratti della carta da cucina che uso sempre come supporto del colore, anche quando dipingo su tela.” In effetti, un’attenta analisi degli oli esposti alla Palazzina delle Arti rivela l’applicazione sulla tela di spessori di una carta di buona consistenza e dalla calda tonalità: “Procedo un po’ come gli antichi pittori, che, prima di passare alla pittura vera e propria, preparavano la tela stendendo una mano di colore morbido” La serrata, giocosa dialettica tra astrazione e figuratività – latente dapprima e sempre più esplicita col procedere degli anni – è l’altra nota caratteristica dell’arte di de Courten che il visitatore di Colori in Valigia non potrà fare a meno di notare. L’idea del contrasto e del confronto, della mescolanza e dell’inserzione governa le sue composizioni. E’ così quando inventa i suoi formidabili collages, ma anche quando propone certe sue tipiche immagini bipartite: da una parte la rappresentazione realistica di un ambiente, un paesaggio o una natura morta, dall’altra la purezza della geometria associata soltanto al colore. E osservando quei contrasti così netti ma mai stridenti ci si domanda se, per caso, ad essere riprodotta non sia sempre la stessa immagine, vista come appare nel mondo reale e poi scarnificata e ridotta alla sua più intima essenza.
START POINT - amanti dell'arte si diventa. Franco de Courten, i giovani e l'arte contemporanea A margine dell’antologica di Franco de Courten si segnala una deliziosa iniziativa finalizzata ad introdurre i giovani visitatori della mostra all’esperienza del collezionismo d’arte. Un gruppo di carte di piccole dimensioni appositamente realizzate dall’artista sarà infatti posto in vendita ad un prezzo simbolico loro riservato. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto alle popolazioni alluvionate della Liguria.
Testi in catalogo Marzia Ratti e Tiziana Leopizzi
Biografia a cura di Caterina Repetto
Ufficio stampa:
info@scarlettmatassi.com
Scarlett Matassi
Inaugurazione 19 novembre ore 18
CAMeC - Centro d’Arte Moderna e Contemporanea
p.zza Cesare Battisti 1 - 19121 La Spezia
merc e giov 16-19 ven, sab, dom 10/12 - 16/19
Intero 3,50 - Ridotto 2,50