Sculture in marmo e bronzo patinato in oro, frutto di una progressiva eliminazione di quanto e' inessenziale per la struttura dell'opera.
Pagine scolpite di una grande enciclopedia di immagini e di invenzioni pazientemente ricercate attraverso un linguaggio che sfocia in una poetica neoplastica che sonda i misteri e le forme proprie ad un’articolazione fra due volumi...
Mario Botta
Inaugura all’Hotel de Russie di Roma venerdì 25 novembre, alle ore 18, una mostra di scultura di Umberto (Pipi) Carrara, l’artista che ha affascinato la critica e gli esperti del settore per la sua approfondita ricerca sui meccanismi, analogie e ragionamenti che legano il corpo umano alla macchina. All’interno della galleria “Passage de Russie” sarà possibile ammirare per due mesi un’accurata selezione di sculture in marmo e bronzo patinato in oro, scelte per l’occasione dal gallerista Ceribelli e improntate da un astrattismo nel quale l’attenzione compositiva si rivolge allo snodo tra corpi distinti.
Le opere in mostra, decontestualizzate di un preciso significato e composte in un gioco di equilibri fra i vuoti e i pieni, appaiono come sequenze di un’indagine che si svolge per progressive eliminazioni di tutto quanto è inessenziale o ininfluente per raggiungere il nucleo, la radice della struttura. L’elemento concatenante che le tiene unite è la cerniera, ovvero la serratura, il giunto, l’incastro, il ganghero, comunque un vincolo materico che si erge a principio ispiratore di quella che può essere definita in Carrara una vera e propria “poetica della macchina”, interpretabile soggettivamente come un meccanismo bloccato di costrizione e prigionia o come un simbolico momento di trasformazione. D’altronde i molteplici lavori dello scultore bergamasco, come ricorda Franco Marcoaldi nella prefazione di un catalogo a lui dedicato, “riflettono il variare dei suoi umori, delle sue sensazioni, dei suoi pensieri”, dal sentimento di apertura, luminosità e gioia all’opposta emozione di buio e solitudine, tutte comunque accomunate da una forte intensità espressa da una logica compositiva con ritmi e immagini di una nuova bellezza.
Le sculture di Carrara potranno essere ammirate all’interno della prestigiosa struttura della Rocco Forte Hotels tutti i giorni, ad orario continuato, fino al 25 gennaio.
Breve note su Umberto Carrara
La vicenda di Umberto Carrara si colloca per intero nella seconda metà del ’900; alla fine degli anni Cinquanta, dopo un primo periodo di partecipazione a mostre collettive ed allestimento di personali, l'artista sceglie l’isolamento a fronte di una realtà che gli appariva troppo manichea e al contempo troppo aggressiva nel pretendere scelte di schieramento, sia stilistiche sia politiche. Egli tuttavia, pur rimanendo per oltre trent’anni chiuso nel suo studio, è riuscito a intercettare e dialogare con alcune delle principali correnti dell’arte del XX secolo; le sue opere mostrano come fu in grado di captare il “sentire” della sua epoca, di portarvi il suo contributo anche se con la probabile consapevolezza che sarebbe stato riconosciuto postumo. L’interesse oggi per la sua produzione risiede nel fatto che essa concorre a contornare in modo più definito il clima di un’epoca e i suoi risultati creativi.
“Vado a lavorare”. Così ripeteva ogni giorno ritirandosi nello studio dove rimaneva rispettando gli orari di un artigiano, dell’artigiano che era stato prima di diventare artista. I disegni ci mostrano come, fra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, egli avesse già concepito tutte le forme che poi realizzerà nei decenni successivi in gesso, legno, ferro, bronzo, terracotta, marmo, variando i materiali in cerca della nature corrispondente.
Inaugurazione venerdì 25 novembre, alle ore 18.
Le Jardin de Russie (Hotel de Russie)
via del Babuino 9, Roma
Ingresso libero