Sospesi sul filo. Dai buchi di Fontana all'arte da bucato. Dalla pop in avanti, gli oggetti d'uso quotidiano, e specificatamente quelli di consumo, sono stati definitivamente sdoganati come soggetti artistici. A cura di Alessandro Riva e Manuela Brevi.
Sospesi sul filo___________________
a cura di Alessandro Riva e Manuela Brevi
Inaugurazione giovedì 13 febbraio ore 18,30
Dai buchi di Fontana all’arte da bucato
Dalla pop in avanti, gli oggetti d’uso quotidiano, e specificatamente quelli di consumo, sono stati definitivamente sdoganati come soggetti artistici.
Le mollette da bucato, tuttavia, non erano ancora diventate soggetti “interessanti†agli occhi degli artisti, forse per la loro bassa qualità simbolica di rappresentazione del reale. Non è dato sapere perché Valentina Galletta le abbia scelte ora come soggetto privilegiato di questo ciclo di lavori. Si può però provare a formulare alcune ipotesi. La prima è prettamente compositiva, e riguarda la qualità di sintesi stilistica, a tratti persino geometrica, di una teoria di mollette attaccate a un filo da bucato: che non a caso l’artista “riprende†da diverse angolature e a diversa distanza, zoommando con l’ideale macchina da presa pittorica, per aumentarne la scansione prospettica e il gioco dei toni e delle cromie. La seconda è di ordine, appunto, simbolico: in tempi in cui il politico e il quotidiano si sono ormai definitivamente sovrapposti, e le tragedie come le farse della vita pubblica e sociale si giocano prevalentemente sul terreno dell’intimità e della vita privata sempre più spettacolarizzate da una macchina mediatica sempre più invadente e ossessiva, anche la grazia, la fragilità e la semplicità un po’ animalesca di uno stormo di mollette da bucato può assumere il senso di una ricerca di senso sul versante privato (e dunque anche su quello politico) della contemporaneità .
Alessandro Riva
Una luce fredda e artificiale scandaglia, richiamandoli dall’oblio dell’oscurità , piccoli segreti di un mondo lontano, magico e surreale. Svelate da potenti bagliori improvvisi, queste realtà si ricompongono davanti al nostro sguardo in una sfilata di immagini arcane, che ricordano le forme fluide e filamentose del mondo vegetale. L’atmosfera invece, è quella allucinata del virtuale, delle nuove tecnologie e delle ultime frontiere del digitale. Come lo zoom di un obiettivo fotografico, Dany Vescovi focalizza la sua attenzione sulle misteriose superfici dei fiori e delle piante dei fondali marini. Le ingigantisce per amplificarne l’effetto, oppure le moltiplica all’infinito, riducendole a semplici elementi geometrici e decorativi caricati di un colore intenso, prepotente, sempre dominante. Spesso, le molteplici tonalità utilizzate dall’artista nel quadro vengono richiamate da sottili e vibranti bande verticali che attraversano la tela da cima a fondo, quasi come in una difettosa stampa digitale. Ogni elemento così, estraniato dal proprio contesto, alterato e caricato in ogni sfumatura e definizione, sembra volerci ingannare, inducendoci a osservare queste opere come a freddi prodotti tecnologici, lontane da un qualsiasi intervento manuale diretto. Un inganno intessuto in punta di pennello, che ha lo scopo di mostrarci tutta l’ambiguità dell’immagine, la sua completa autonomia di visione, e il grande potere seduttivo della pittura, che sopravvive oggi più che mai, anche quando sembra spingersi verso nuovi e inusitati orizzonti.
Manuela Brevi
Nell'immagine un'opera di Valentina Galletta
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