Rosaria Piccione
Elena Diciolla
Annamaria Suppa
Antonella De Marinis
Viviana Cazzato
Rocco Scattino
Vittoria Rutigliano
Aurora Cirillo
Rita Mantuano
Francesco Mestria
Silvio Panaro
Angela Raimondi
Franco Altobelli
Rosanna D'Abramo
Caterina Dell'Edera
Francesca Sigrisi
Rosa Didonna
Sabrina Delliturri
Collettiva d'arte contemporanea ispirata al Futurismo Letterario. Quarto appuntamento del ciclo Artisti in mostra.
a cura di Rosa Didonna e Sabrina Delliturri
La galleria GLOBALART di Rosa Didonna propone il quarto appuntamento artistico-letterario ARTISTI IN MOSTRA Rosaria Piccione Elena Diciolla Annamaria Suppa Antonella De Marinis Viviana Cazzato Rocco Scattino Vittoria Rutigliano Aurora Cirillo Rita Mantuano Francesco Mestria Silvio Panaro Angela Raimondi Franco Altobelli Rosanna D'Abramo Caterina Dell'Edera Francesca Sigrisi IL TEMA artiststico è il Futurismo letterario nelle sue vaste formule e interpretazioni. IL Primo Futurismo Filippo Tommaso Marinetti: « Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi,noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro » (dal Manifesto dei pittori futuristi, febbraio 1910) Nel Manifesto del Futurismo (1909), pubblicato inizialmente in vari giornali italiani, la Gazzetta dell'Emilia di Bologna, la Gazzetta di Mantova, L'Arena di Verona e poi sul quotidiano franceseLe Figaro il 20 febbraio 1909, Marinetti espone i principi-base del movimento. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severinie Luigi Russolo, firmano il Manifesto dei pittori futuristi e nell'aprile dello stesso anno ilManifesto tecnico della pittura futurista.
Nei manifesti si esalta la tecnica e si dichiara una fiducia illimitata nel A seguito di una serie di articoli critici di Ardengo Soffici su La Voce, avviene una reazione violenta dei futuristi. Marinetti, Boccioni e Carrà raggiungono Soffici a Firenze e lo aggrediscono mentre siede al caffè delle "Giubbe Rosse" in compagnia Il Secondo Futurismo Il secondo Futurismo è sostanzialmente diviso in due fasi, la prima va dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 ed è caratterizzata da un forte legame con la culturapostcubista e costruttivista, la seconda invece va dal 1929 al 1938 ed è molto più legata alle idee del surrealismo. Di questa corrente, che si conclude attraverso il cosiddetto Terzo Futurismo, portando anche all'epilogo del Futurismo stesso, fanno parte molti pittori fra cui Fillia (Luigi Colombo), Enrico Prampolini, Nicolay Diulgheroff, ma anche Mario Sironi, Ardengo Soffici,Ottone Rosai, Carlo Vittorio Testi e la moglie Fides Stagni. Se la prima fase del Futurismo fu caratterizzata da una ideologia guerrafondaia e fanatica (in pieno contrasto con altre Avanguardie) ma spesso anche anarchica, la seconda stagione ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che abbracciò gli stilemi della comunicazione governativa dell’epoca e si valse di speciali favori. I futuristi di sinistra, generalmente meno noti nel panorama culturale italiano dell'epoca, comunque, costituirono quella parte del futurismo collocata politicamente su posizioni vicine all'anarchismo e al bolscevismo anche quando il movimento con i suoi fondatori e personaggi ritenuti principali fu fagocitato dal fascismo.
ll Manifesto futurista di Marinetti era stato pubblicato a San Pietroburgo appena un mese dopo l'uscita su Le Figaro, e già negli anni 1911 e 1912 Natal'ja Sergeevna Gončarova e Michail Fedorovič Larionov, che in patria verrà definito il "padre del futurismo russo", furono i concreti iniziatori del movimento in Russia.con l'adesione di una parte di loro al bolscevismo. Dopo la rivoluzione d'ottobre molti futuristi confluirono nel cubismo e nell'astrattismo. Il Futurismo oggi Due esponenti del movimento pittorico sono Umberto Boccioni e Giacomo Balla, questi ultimi presenti anche in scultura. La pittura di Boccioni è stata definita "simbolica": il dipinto La città che sale (1910), per esempio, è una chiara metafora del progresso, dettato dal titolo e dalle scene di cantiere edile sullo sfondo, esemplificate nella loro vorticosa crescita dalla potenza del cavallo imbizzarrito, un vortice di materia che si scompone per piani. Se Boccioni è simbolico, Balla è fotografico e analitico. Ancora legato a principi cubisti, non è raro che realizzi sequenze fotogrammetriche di una scena, per rendere il movimento, piuttosto che affidarsi a impetuosi vortici di pittura: è il caso del posatoRagazza che corre al balcone (1912).
DA Luigi Pirandello Sentivo da un pezzo sul capo inchinato tra le braccia come l'impressione d'una mano lieve, in atto tra di carezza e di protezione. Ma l'anima mia era lontana, errante pei luoghi veduti fin dalla fanciullezza, dei quali mi spirava ancor dentro il sentimento, non tanto però che bastasse al bisogno che provavo di rivivere, fors'anche per un minuto, la vita come immaginavo si dovesse in quel punto... Io penso che la vita è una molto triste buffoneria, poiché abbiamo in noi, senza sapere né come né perché né da chi la necessità di ingannare di continuo noi stessi con la spontanea creazione di una realtà (una per ciascuno e non mai la stessa per tutti) la quale di tratto in tratto si scopre vana e illusoria. Chi ha capito il gioco non riesce più a ingannarsi; ma chi non riesce più a ingannarsi non può più prendere né gusto né piacere alla vita. Così è. Parole in libertà Le parole in libertà sono una tecnica poetica espressiva del tutto nuova, in cui è distrutta la sintassi, abolita la punteggiatura e si ricorre anche ad artifici verbo-visivi. Diversi colleghi che avevano aderito al futurismo restano disorientati dalla nuova proposta di Marinetti è il caso di Aldo Palazzeschi e di Corrado Govoni, che di lì a poco abbandoneranno il movimento. Questi grandi talenti vengono rimpiazzati da altri nomi, meno celebri: a partire dal 1912 il Futurismo conosce il momento di massimo proselitismo, anche grazie al sostegno (per la verità piuttosto effimero) della rivista fiorentina Lacerba diretta da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. In questo periodo Marinetti compone Zang Tumb Tumb, reportagedella guerra bulgaro-turca redatto in parole in libertà. Nel 1914 compie anche un importante viaggio a Mosca e a Pietroburgo, dove farà la conoscenza dei futuristi russi. Questi ultimi, pur accogliendo Marinetti tra loro, solleveranno critiche sulla pratica delle Parole in libertà e manterranno una certa distanza nei confronti del movimento artistico italiano.
MARINETTI, PIRANDELLO E IL TEATRO FUTURISTA Si affermava in quello che può essere considerato il primo documento futurista sul teatro - Manifesto dei drammaturghi futuristi (1911) – che l’arte drammatica deve tendere “ad una sintesi della vita nelle sue linee più tipiche e significative”, e che “non può esistere arte drammatica senza poesia, cioè senza sintesi”. Per contro venivano prese di mira le ricostruzioni storiche, e si rifiutavano Enrico Corradini e Gabriele D’Annunzio, mentre fondamentale doveva essere “il disprezzo del pubblico”. E’ dall’esigenza di sintesi, e dall’atteggiamento aggressivo nei confronti del pubblico, che nasce concretamente il teatro sintetico futurista. “La reazione degli spettatori – dichiarò Remo Chiti (cfr. il suo libro postumo La vita si fa da sé) – creava un modello di serata (al Costanzi di Roma) che puntualmente si ripeté in altre città”. “Martinetti improvvisava ad ogni recita , unica nelle varie piazze, discorsi meravigliosi, entusiasmanti. Quindi veniva la declamazione di liriche (quasi tutte in prosa).
E infine si iniziava la serie delle sintesi teatrali”. Prime forme di teatro astratto sono nei drammi cromatici di Ginna e Corra, Balla e Depero. Se ne trova una brillante teorizzazione nel trattato Arte dell’avvenire (1910) di Ginna e Corra, i quali realizzarono anche film astratti, come testimonia lo scritto di Corra Musica cromatica (1912). In teatro le prime sperimentazioni furono di Balla (Feu d’artifice su musica di Strawinski; il progetto di Ballo tipografico). Sorse anche il progetto, non portato a termine, di Uccello del paradiso nel quadro dei balletti di Diaghilev, con le scene e i costumi di Depero. Gli scrittori, dal canto loro, cominciarono a creare i testi. Martinetti, scorciando Poupèes èlèctriques e cavandone Elettricità sessuale (1914), si avviava decisamente verso il teatro sintetico, il cui manifesto, a firma Martinetti, Settimelli, Corra, venne lanciato nel 1915. un contributo di estrema importanza allo sviluppo del teatro d’avanguardia, è il Manifesto del Teatro di Varietà, pubblicato nell’ottobre 1913.
vernissage- 11- Dicembre 2011 ore 19
PRESENTA IL dott.Nicola Giampaolo( Giornalista) INTERVIENE Il dott.Giuseppe Sozio (Sindaco di Noicattaro) LA PARTE ARTISTICA sarà illustrata dalla dott.ssa Rosa Didonna LO SCENARIO LETTERARIO sarà discusso dalla dott.ssa Sabrina Delliturri PRESENTAZIONE DI UNA SPECIALE PERFORMANCE SPERIMENTALE DI IVAN PIEPOLI
Globalart
via Ugo Foscolo, 29 - Noicattaro (BA):
Lun - Sab: 10.00-13.00 e 17.00-20.00
Dom: 18.00-20.00
Ingresso libero