Spazio Arti Contemporanee del Broletto
Il dialogo che si stabilisce tra le opere di Monica Anselmi, Luigi Bianchini, Achille Clerici e Gianna Ghiech colpisce per l'approccio con i materiali che ognuno di questi artisti mette in campo, infrangendo i consueti generi artistici con sconfinamenti tra il gesto pittorico e quello scultoreo.
a cura di Francesca Porreca
Artisti: Monica Anselmi, Luigi Bianchini, Achille Clerici, Gianna Gheich
Quattro. Quattro artisti tra pittura e scultura, tra superficie bidimensionale e terza dimensione, tra colore e materia. Il dialogo che si stabilisce tra le opere di Monica Anselmi, Luigi Bianchini, Achille Clerici e Gianna Ghiech colpisce per la particolare sensibilità nell’approccio con i materiali che ognuno di questi artisti mette in campo, infrangendo i consueti generi artistici con continui sconfinamenti tra il gesto pittorico e quello scultoreo. L’esposizione allestita nel suggestivo spazio del Broletto diventa così un incontro di sensibilità diverse che esprimono una ricerca coinvolgente, attenta all’equilibrio di forma e contenuto, di materia e simbolo, ma anche alla capacità dell’arte di sollevare questioni esistenziali e suscitare domande rispetto alla realtà contemporanea.
Le forme aperte che gli artisti ci propongono, la dimensione mutevole delle loro opere, la contaminazione di tecniche e materiali è testimonianza di un atteggiamento aperto all’incontro e alla sperimentazione, con lo sguardo sempre attento a quella componente immaginativa che determina il coinvolgimento dello spettatore nell'universo artistico.
Tracce del vissuto e di un’esperienza che da individuale diviene collettiva, segnata dall’urgenza di esprimere le stratificazioni e le contraddizioni della nostra epoca, emergono in particolare nelle opere di Anselmi e Gheich, percorse da una ricerca figurativa che mescola pittura, fotografia e collage (nel caso di Monica Anselmi), ferro, cemento, creta, resine e smalti (nel caso di Gianna Gheich), con prelievi diretti di frammenti di realtà in entrambi i casi. Questi lavori conservano suggestioni derivate dal Nouveau Réalisme e dalla complessa stagione Pop, meditate e tradotte attraverso una particolare attenzione per la materia, capace di inglobare il vissuto e dare voce alle inquietudini umane. Le intense accensioni cromatiche, l'assemblaggio di materiali ed elementi diversi, la sottile dimensione narrativa ottenuta con accostamenti originali e inaspettati determinano l'amplificarsi del palpito di vita che emana da queste creazioni.
Anche nelle opere di Achille Clerici e Luigi Bianchini si avverte la necessità di far uscire l’opera dai vincoli della forma per creare una sorta di racconto emotivo: pur muovendosi su piani espressivi diversi, entrambi gli artisti plasmano materiali e superfici con grande eleganza e sensibilità, esaltandone le proprietà intrinseche e facendo emergere anche caratteristiche inattese. Così le tele estroflesse di Bianchini sfuggono alla dimensione bidimensionale del quadro per creare una sorta di movimento emozionale che cattura luce e ombra, certezze e dubbi, desideri e paure. Il colore esalta i percorsi magmatici che solcano la superficie della tela, dà risalto alle linee spezzate che sembrano seguire la traccia di qualcosa di inafferrabile e acuisce la sensazione di trovarsi di fronte ad una composizione in perenne divenire. Il senso di un’opera che si nutre del rapporto con lo spazio è ben presente anche nel lavoro di Clerici, che dimostra grande attenzione nella scelta dei materiali da plasmare o su cui agire con interventi minimali: lo scultore riconosce e valorizza la forza poetica della materia grezza - il legno, l'argilla, il ferro - e allo stesso tempo costruisce forme sintetiche servendosi di linee essenziali, rese maggiormente espressive grazie al gioco delle ombre creato dall’equilibrio di pieni e vuoti e alla gamma iridescente dei blu e dei verdi ottenuti con la tecnica raku.
Quattro identità artistiche, dunque, quattro approcci diversi nei confronti della materia: eppure in questi percorsi che si incrociano e talvolta convergono, sapientemente animati dal colore e dalla contaminazione di tecniche e materiali, si avverte una comune urgenza espressiva. L’identità di ciascuno emerge nella differenza, giunge a maturazione nel confronto, rispecchia e riflette fisionomie interiori che si traducono proprio nel rapporto particolare con la materia artistica.
Inaugurazione giovedì 15 dicembre ore 17.30
Spazio per le Arti contemporanee del Broletto, Pavia
piazza della Vittoria, 14 (ingresso da Piazza Cavagneria) Pavia
Orari: feriali 16-19; festivi 10-12 e 16-19
Ingresso libero