Galleria San Ludovico
Parma
Borgo del Parmigianino, 2/b
0521 218914 FAX 0521 231142

Nino Gasparri
dal 27/2/2003 al 30/3/2003
0521 218914 FAX 0521 231142

Segnalato da

Ufficio stampa Palazzo Pigorini



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Nino Gasparri



 
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27/2/2003

Nino Gasparri

Galleria San Ludovico, Parma

1910 - 1989. Il ritorno di un figlio. Una grande mostra antologica dedicata all'intera attivita' artistica del pittore Nino Gasparri. Vi saranno esposte una quarantina di opere tra oli, disegni e studi a china: la serie di ritratti della fase giovanile, i paesaggi e soprattutto i dipinti di figura che, insieme alle opere di maggiore impegno pittorico, occupano la maturita' dell'artista.


comunicato stampa

1910 - 1989
Il ritorno di un figlio

Alle 18.30 di venerdì 28 Febbraio 2003 si inaugura a Parma, presso la Galleria S. Ludovico, una grande mostra antologica dedicata all'intera attività artistica del pittore Nino Gasparri. Vi saranno esposte una quarantina di opere tra oli, disegni e studi a china: la serie di ritratti della fase giovanile, i paesaggi e soprattutto i dipinti di figura che, insieme alle opere di maggiore impegno pittorico, occupano la maturità dell'artista. L'esposizione, dal titolo "Nino Gasparri 1910-1989. Il ritorno di un figlio", è organizzata dall'Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune di Parma e dalla Fondazione Monte di Parma, e chiuderà il prossimo 30 Marzo. L'evento, oltre a ricordare l'artista scomparso, le cui opere sono diffuse presso collezionisti di tutta Italia, vuole celebrare la donazione di un'imponente dipinto alla città di Parma. La donazione è volontà degli eredi dell'artista scomparso, tuttora considerato artista parmigiano, anche se gran parte della sua vita artistica si svolse a Roma.

Gasparri, attualmente noto a livello internazionale, elabora una propria ricerca formale già prima di entrare in contatto con l'ambiente romano. Dopo le esercitazioni giovanili nei paesaggi di gusto post-impressionista, in cui la tradizione emiliana e bolognese (Luigi Bertelli) è superata in un programma artistico aperto alle innovazioni e sensibile alle culture europee, si inoltra, con i maestri Carena, Romagnoli e Morandi, nello studio della figura.

Alle nature morte Gasparri si accosta giovanissimo e, pur con quella inclinazione al colore che riporta ancora a Romagnoli e Morandi, individua già una propria via e una personale formula espressiva. Successivamente, nelle altre nature morte dipinte fra gli anni cinquanta e sessanta, si sovrappongono all'impianto emiliano i registri cromatici del nuovo realismo romano, con riprese cézanniane: gli oggetti, come le figure, sono parte di quella densità biografica che è lo specifico del mondo e del modo del dipingere per Gasparri. Negli anni centrali della sua attività prevalgono le prove di ritratto in piedi, l'esercizio sul nudo, lo studio compiuto sulla figura, che prevede la modellazione del colore e l'accentuazione delle luci nello spazio breve dove si disegna la psicologia del soggetto ritratto. Diventa sempre più stringente per l'autore l'indagine intorno al destino degli uomini: ormai, a questo punto, non bastano nemmeno più le scene familiari a temperare una inquietudine che scorre crescente sotto la pelle bruna del colore.

La sociologia degli anni centrali del XX secolo, da Durkheim ad Adorno e a Marcuse, aveva tentato di spiegare il malessere della società occidentale. Ma il pittore avverte qualcosa di diverso, di più complesso: la disperazione è parte medesima della storia degli uomini, non è solo il portato della società capitalista o neo-capitalista. Il senso del dramma assume una risonanza corale, si annida nelle strette fessure delle case stipate nel cuore di una città, nella inquieta stabilità degli esseri che si accalcano nella polverulenta quotidianità senza luce e che non si acquietano nelle evasioni. La pittura diventa un rovo di inquietudini prima dell'assillo finale che beckettianamente non giunge al finale: assenza nella presunta presenza dell'esistere. Gasparri insegue in modo lucidamente programmatico la sinfonia della disperazione umana. Anche i paesaggi della maturità rappresentano le ultime pause prima della sofferenza cosmica, che affiora nei nudi come sentimento interiore riferito alla condizione umana: la luce si insinua come tentativo di dissolvenza del dramma esistenziale, mentre il campo cromatico, sempre più scurito dai blu di Prussia, si estende quasi come una pellicola esposta e annerita.

Valerio Mariani scrive: " (.) il valore poetico di questi quadri risiede nel fatto che essi sono stati immaginati e dipinti per una esigenza lirica del colore (.) E' questa coerenza di stile che fa dell'artista uno dei migliori del nostro tempo (.)" (Il Narciso, rassegna internazionale d'arte e cultura, maggio 1969, pp. 52-53).

Orio Ribelli aggiunge: "(.) i quadri di Gasparri emanano, attraverso il loro fascino arcano, pur ancorato a realtà contingenti di luoghi o figure, più che una poesia, una musicalità che non è languore ma fremito, non nostalgia crepuscolare, ma consapevolezza vissuta e intuita di un artista che si sente personaggio pensante dell'epoca in cui vive, con tutti i derivanti travagli e alternative", e, ancora affettuosamente rivolto all'autore: "(.) non possono quindi esserti stati estranei gli impeti di un Rimskij, i folclori di Mussorgski, o le bellezze assolute e dolente di Stravinski, in quegli estenuati abbandoni di musica e danza che evocano fatalità e morte sino alle ritornanti ossessività di un Maurice Ravel (.)" (Scena illustrata, luglio 1978, pp. 24-25).

INAUGURAZIONE: Venerdì 28 Febbraio alle h 18.30

La mostra, realizzata grazie al contributo di Banca Monte Parma e della Fondazione Monte di Parma, è aperta tutti i giorni tranne il martedì con orario 10 - 13 e 16 - 19. L'ingresso è libero.

Sarà disponibile in mostra il catalogo curato da Francesco Barocelli.

Informazioni: Silvana Randazzo, tel. 0521/218669, fax 0521/231142

ORGANIZZAZIONE: Comune di Parma - Pal. Pigorini
Strada della Repubblica, 29
43100 Parma

Galleria S. Ludovico, Borgo Parmigianino 2/b (angolo via Cavour) - 43100 Parma

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