In natura. Il suo insieme di opere pittoriche propone un'interazione di esterno ed intimo, concludendo in natura un ambiente urbano.
Nella radicale revisione che sta toccando i cardini della civiltà europea, non mancano cambiamenti anche nell’estetica. Nel secolo scorso l’arte ha percorso le vie della contestazione e dell’inconsueto, oggi invece le nuove generazioni procedono verso una conoscenza più intima della storia, così può sembrare che l’Astrattismo sia arrivato troppo presto, e che il dialogo con la natura sia stato interrotto anzi tempo, concordando con l’area più radicale del movimento ecologista.
Laura Barbarini vuole suggerire che occorre riprendere il dialogo con la natura, non tanto per le suggestioni estetiche che ben potrebbero derivarne (conosciute già dal periodo Corinzio), ma perché interagire con la natura è riconoscere una parte di noi stessi altrimenti irraggiungibile. Quante volte tra gli alberi abbiamo affettuosamente cercato la misura delle nostre emozioni e del nostro essere, quante volte abbiamo affidato un silenzioso messaggio a un particolare accostamento di forme vegetali, come se il comporre arcano della natura potesse diventare il nostro, e così giungere all’equilibrio. L’armonia non è di pertinenza del moderno, sembrano affermare le opere di Laura Barbarini, infatti se da una parte l’urbanesimo risolve nella superficialità collettiva i nostri assilli, dall’altra i modi della natura, il suo tacito rinnovarsi, il suo sommesso intraprendere, possono ancora dare una chiave che dall’estetica può insinuarsi anche nel vissuto.
L’insieme composto nella galleria propone un’interazione di esterno ed intimo, concludendo in natura un ambiente urbano. La composizione vive di questo equilibrio, infatti da una parte è mutuata dall’osservazione degli elementi, che in natura si accostano tra loro in modo spontaneo, dall’altra vengono accolte le richieste della cultura e la loro quota di artificio. Il principio che accomuna le varie istanze del comporre di Laura Barbarini è il procedere di un gusto che vuole essere unitario in tutte le necessità dell’estetica. Sebbene allontanata, la natura sa suggerire ancora la bellezza, e l’antica imitazione oggi diventa critica. L’individuo si scioglie nella natura, e scoprendosi diventa più umano.
Se il cuore concorda con queste opere e assegna loro una quota seppur minima di bellezza, è il caso di continuare questo dialogo.
Paolo Aita
Inaugurazione 22 gennaio ore 11- 20
Galleria Maniero
via dell'Arancio, 79 - Roma
Orario: mar-sab 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero