Visioni. L'artista si inserice in quel "filo rosso" che parte da Fussli e che arriva fino a noi seguendo l'ipotesi di Baudelaire circa la "centralita' dell'immaginazione".
Lorenzo Romani si inserisce, con grande umiltà, in quel “filo rosso” che parte da Füssli e che arriva fino a noi seguendo l’ipotesi di Baudelaire circa la “centralità dell’immaginazione”. Solo quest’ultima, conclude con forza l’artista, può sconfiggere quel riduzionismo che è il peccato originale delle Neoavanguardie, e che appare al nostro come assolutamente mortificante.
Un’altra eloquente pagina, dunque, della battaglia contro il “dimagrimento” dell’arte, una battaglia che Romani combatte contribuendo con la propria fatica e con una conclamata “religione dell’arte”.
Robertomaria Siena
Arte come rifugio (dal quadro di Munch “Sera lungo il viale Karl Johan”, 1892). Cammino per le strade e vedo sotto le apparenze di molti uomini ombre deformate e lugubri spettri. L’Arte è l’unico rifugio umano che ho da questa tragedia e mi ci immergo come in un sogno perché è sempre rasserenante e tranquillizzante per l’anima, anche se popolato, talvolta, da incubi e tremende visioni.
(Lorenzo Romani)
Nonostante tutto. «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta», così affermò Cristo a proposito delle opere d’Arte, per cui Meister Eckhart poteva ben scrivere che «l’uomo che è così saldo nell'amore di Dio deve essere morto a se stesso e a tutte le cose create, in modo tale da non fare attenzione a se stesso più che a chi è lontano oltre mille miglia». Ma noi Artisti e Filosofi, novelli Sisifo, condannati a creare, perseguiamo, nonostante tutto, la nostra opera, illudendoci ingenuamente che un giorno potremo arrivare alla meta e riposarci contemplando la Verità, ovvero ciò che abbiamo inseguito per tutta la vita.
(Lorenzo Romani)
Inaugurazione 21 gennaio ore 18
Galleria Vittoria
via Margutta, 103 - Roma
Orario: lun - ven 15.00 -19.00 fuori orario su appuntamento
Ingresso libero