Splendente, candido e, secondo gli antichi, sacro alla luna, l'argento fin dal Medioevo fu tra i materiali preferiti nella creazione di oggetti preziosi destinati alle famiglie nobili e alle corti europee. Esposti 200 pezzi databili tra i primi anni del 700 e il 1796, anno in cui mori' Vittorio Amedeo III di Savoia.
Splendente, candido e, secondo gli antichi, sacro alla luna, l’argento fin dal Medioevo fu tra i materiali preferiti nella creazione di oggetti preziosi destinati alle famiglie nobili e alle corti europee.
Tra queste ci fu anche la casata dei Savoia, che chiamò a lavorare presso di sé artisti importanti, ai quali affidare la cura della loro immagine sovrana; nei secoli che videro fiorire l’arte barocca, il Sei e il Settecento, si distinsero per l’eccezionalità delle loro creazioni soprattutto gli argentieri, ai quali è dedicata la mostra del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto.
Qui, all’interno della Sala dei Pannelli Cinesi, sono esposti più di duecento pezzi, databili tra i primi anni del Settecento e il 1796, anno in cui morì Vittorio Amedeo III di Savoia.
Mai prima d’ora erano stati raccolti, tutti insieme, così tanti pezzi d’argenteria sabauda: una decina di zuppiere, tra cui la coppia realizzata da Paolo Antonio Paroletto con trofei di caccia; una quindicina di caffettiere, qualcuna elegantemente spiraliforme, qualcun’altra con il versatoio a testa di cervo, come nel caso di quella realizzata per la Palazzina di caccia di Stupinigi; una settantina di zuccheriere, simili per forma ma differenti nella decorazione. Eccezionale è poi ancora il numero di paiole esposte, una trentina: si tratta delle raffinatissime tazze da puerpera che venivano donate alle future madri, tra le quali spicca per bellezza quella della Regione Piemonte, realizzata da Andrea Boucheron, uno dei più grandi argentieri torinesi di ogni tempo, che qui come in altri casi dimostrò di saper competere, per estro creativo e capacità tecniche, con i più famosi argentieri francesi attivi sotto Luigi XV.
A rendere ulteriormente unica l’esposizione non è solo il numero e la qualità degli oggetti esposti, ma anche la loro antica provenienza, in certi casi addirittura imperiale, come per il rinfrescatoio con teste leonine già parte del famoso “servizio Turinskij” del museo dell’Ermitage di San Pietroburgo: 220 pezzi, dei quali solo cinque oggi sopravvivono, che, realizzati a Torino intorno al 1787, furono acquistati nel 1802 dagli zar di Russia.
Un insieme di oggetti diversi, tra i quali, oltre a quelli mai prima d’ora esposti al pubblico, il visitatore potrà vedere anche quelli eccezionalmente prestati per questa occasione dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino – Palazzo Madama, come una splendida caffettiera, probabilmente realizzata per i marchesi di San Martino, e una rara coppia di doppieri, capolavori roccocò del poco noto Carlo Bartolomeo Minutto.
Infine una piccola sezione è dedicata anche alla produzione di argenterie ebraiche, documentate con degli splendidi piatti, anticamente usati per celebrare il pranzo della Pasqua.
Un’occasione dunque unica e irripetibile per ammirare alcuni tra i più straordinari capolavori dell’argenteria barocca europea di tutti i tempi.
Inaugurazione 8 febbraio ore 17.30 solo su invito
Museo di Arti Decorative della Fondazione Accorsi Ometto
via Po, 55 - Torino
Apertura al pubblico: mar-dom 10-13; 14-18
Museo + mostra (comprensivo di visita guidata): intero 10,00; ridotto 8,00 Solo mostra: 5,00; mostra guidata: 7,00