Rectrospettive pre mortem. L'artista crea negli spazi della galleria tre ambienti, corrispondenti ai suoi modus espressivi: il primo dedicato al figurativo, un altro all'astrazione e un ultimo dove domina un'istallazione.
Si inaugura il 9 febbraio, negli spazi della The Room Gallery, la personale di Robberto.
Tenendo conto dello stato dell'arte, dove la morte di un artista può fare la fortuna delle opere dell'artista stesso (o magari dei suoi eredi), Robberto, in maniera polemica ma anche emblematica, ha scelto di intitolare e strutturare l'esposizione come una vera e propria retrospettiva, facendo dell'allestimento delle proprie opere una grande opera finale che in realtà non è un punto di fine ma, se non di inizio, senz'altro di snodo.
Si tratta nondimeno di una presa di coscienza della velocità della storicizzazione degli artisti: se una volta si era certi di poter pronunciare la frase “Il tempo ce lo dirà” senza mentire, adesso il fattore temporale non è più una garanzia di validità. Eppure, in un ambiente accademico dal quale proviene l'artista, l'esempio consolatorio di Van Gogh che, come vuole la leggenda, vendette in vita un solo quadro, ancora circola e alimenta speranze.
La domanda che sorge spontanea è: cosa succede quando il contemporaneo diventa talmente contemporaneo che gli artisti vengono consacrati dalle istituzioni molto prima che ci sia stato il tempo materiale di assimilarli? E d'altra parte, perché aspettare la propria scomparsa o i sessant'anni per poter fare il punto della situazione, in un mondo i cui ritmi frenetici non cessano di spingere sull'acceleratore?
Partendo da queste due constatazioni che costruiscono due spinte motrici contrastanti, Robberto organizza gli spazi della galleria in modo da creare tre ambienti, corrispondenti ai suoi modus espressivi: il primo dedicato al figurativo, un altro all'astrazione, e un ultimo dove domina un'istallazione.
E' un portare in piena luce la fittizia caduta da cavallo mortale di D'Annunzio, facendone un'operazione concettuale, ma basata su pitture e istallazioni che hanno invece molto di materiale, nonché di vissuto personale. Mettendo in scena prematuramente la propria morte, c'è la volontà di esorcizzarla e di accelerare artificialmente un processo di valutazione che contribuisce a risolvere il dilemma stesso insito nell'opera.
Testo a cura di Naima Morelli
Robberto nasce a Cagliari il 06/ 02/ 1989
info@robberto.com
Partecipa a numerose esposizioni di cui:
2010 - Gemine Muse, Roma
2011 - Return, Royal Accademy, Antwerpen (BE)
2011 - Tra Cielo e Terra, (Palazzo Barolo( To), Carisbo(Bo), Museo Marino Marini(Fi)
Vernissage 9 febbraio 2012, h 19
The Room Gallery
via Cairoli 74, Roma
dal lunedì al sabato, dalle 14 alle 24
Ingresso libero