Opere di Eugenio Percossi e Valentina Giovando. Primo degli appuntamenti espositivi di Sisters, nuovo spazio gestito da tre giovani sorelle romane con l'intento di far confluire ed interagire le loro diverse e specifiche professioni (antiquariato, decorazione, arte contemporanea).
Sabato 8 marzo 2003 alle ore 18,00 si inaugura a Roma il primo degli
appuntamenti espositivi di SISTERS, nuovo spazio gestito da tre giovani sorelle
romane (Eleonora, Emanuela e Veronica Nobile Mino) con l'intento di far
confluire ed interagire le loro diverse e specifiche professioni e di
sviluppare, in forma di stretta collaborazione, i comuni interessi e le ricerche
che ognuna svolge in campi diversi ma estremamente affini (antiquariato,
decorazione, arte contemporanea). Con lo scopo di promuovere l'idea di
continuità e di armonia tra la creatività di ieri e di oggi, artisti,
artisti-artigiani e designers saranno invitati periodicamente a presentare
all'interno dello spazio, alcune loro opere inedite nell'ambito della rassegna
Sistersinart. Le opere, di volta in volta, verranno allestite in vetrina, sulla
parete di fondo o contestualizzate nello spazio. Inseriti in un ambiente già di
per sé "arredato" ed accogliente, i lavori verranno proposti al pubblico in modo
diverso dal solito, sollecitando un approccio più immediato e, probabilmente,
più confidenziale con l'arte contemporanea.
Sistersinart 01: Il primo appuntamento vede protagonisti due artisti che sebbene
operino in campi diversi, portano avanti una ricerca sotto alcuni aspetti
comune: la memoria, restituita, come d'uopo, in bianco e nero.
GLI ARTISTI
Valentina Giovando
Per l'artista-designer originaria di Sarzana, la memoria ha il valore di poetica
rilettura delle eredità del passato che si attua attraverso il recupero di
oggetti, di elementi decorativi e di canoni stilistici di epoche trascorse.
L'artista, con tocco fatato ed estrema sensibilità , racconta, attraverso i suoi
interventi, la fascinazione per abitudini dimenticate, per atmosfere sofisticate
e per i piccoli lussi, di cui oggi spesso ci priviamo. La memoria diviene,
quindi, per l'artista una questione di sympathìa, principalmente, ma non
esclusivamente, estetica. Attenta a che alcuni valori emozionali non vadano
perduti, l'artista realizza le proprie opere con l'intento di infondere nuova
vita ad oggetti ed elementi che trova e che, accuratamente, seleziona: pendenti
in cristallo antico, piume divengono così elementi decorativi e, al contempo,
cifra stilistica, delle sue creazioni. Quando non è lei stessa a disegnarli ex
novo, l'artista realizza le sue opere (lampade, lampadari, sculture, divani e
poltrone) partendo da un'operazione di restauro per poi impreziosirne le linee,
reinventarne la scocca, modificarne la funzionalità e decorarne i dettagli con
filo di ferro, rete metallica, vetroresina, vetro e micromosaico in bianco e
nero (come nel caso della poltrona realizzata con tessuto jeans Evisu, strass e
micromosaico presentata presso la galleria Giò Marconi a Milano in occasione
della mostra EVISU: DENIM & DESIGN, 2000). Il senso di fedeltà ad una memoria
storica, che attinge spesso alle suggestioni del Barocco, ai leziosismi del
Rococò, ma anche all'oriente (come il Portale SEBA, un doppio battente rivestito
con lamine di metallo zincato, rame fiammato, chiodi, borchie e specchietti, che
riproduce il fronte di un cassone egizio del tardo impero) si tinge dei toni
della contemporaneità , restituita dall'artista come realtà intrisa dei toni
fiabeschi e leggeri di un'immaginazione e di una creatività senza tempo, per cui
un lampadario può facilmente assumere la foggia di un nido di filo di ferro,
costruito ed abitato da uccellini di vetro e piume.
Eugenio Percossi
La ricerca di Eugenio Percossi, artista di origine abruzzese che opera tra Roma
e Praga, ha nella memoria il suo principio ispiratore. Le sue opere, siano esse
dipinti su tela, fotografie o video, prendono spunto dalla riflessione sul tempo
e sul suo ineluttabile potere di trasformare le cose, le situazioni. Di
conseguenza, l'instabile natura del ricordo, inteso come illusorio tentativo di
fermare il tempo in un'immagine fotografica, diviene per l'artista argomento di
studio e strumento di demistificazione delle vane speranze di immortalitÃ
alimentate, nei primi del '900, dalla diffusione democratica del ritratto, in
versione fotografica. Una serie di fotografie degli anni '20/'40, acquistata
dall'artista nel flea market di Praga, dimostra come un tempo la volontà dei
personaggi di possedere il ritratto di famiglia coincidesse con la duplice
necessità di vedersi riconosciuti in uno status sociale e con il desiderio di
affermare la loro esistenza terrena, per sempre. La dispersione di tali feticci
visivi, e il conseguente loro ritrovamento da parte dell'artista, rivela il
reale destino del ritratto fotografico, ossia la sua più probabile
trasformazione in un memento mori. Inoltre, la precarietà del ricordo e la
distanza temporale accentuate dall'intervento dell'artista (deformazione di
alcuni particolari, sdoppiamento e spostamento di parte della foto originale, o
cancellazione di parte della stessa attraverso l'azione di fotocopiatura che
precede gli interventi pittorici o i trasferimenti chimici), fanno sì che la
fedeltà del ritratto non abbia più grande rilevanza e che questo possa subire
modifiche e interpretazioni, proprio come la memoria stessa che, nel trattenere
informazioni, il più delle volte, le restituisce in forma intermittente,
frazionata ed inaffidabile. I ritratti di uomini, presentati al pubblico per la
prima volta, raccontano, con ironia e facendo il verso ai ritratti di uomini
illustri, proprio l'evanescenza insita nel desiderio di immortalità e di
intramontabilità di una stirpe.
Inaugurazione sabato 8 marzo 2003 ore 18,00
In contemporanea, durante la serata di inaugurazione e per il periodo della
mostra, saranno esposte all'interno dello spazio anche opere contestualizzate
degli artisti Daniela Perego, Tommaso Medugno, Giuliano Percossi Papi.
A metà tra il concept store e l'accogliente atmosfera di interno privato,
SISTERS si pone come luogo di incontro di stili ed epoche diverse con l'intento
di valorizzare, reinventandola, la felice convivenza delle declinazioni
stilistiche più varie, dai primi del '900 ad oggi. Per cui, sculture in
terracotta, arredi anni '50, cappellini di piume, tessuti di manifattura
francese e lampade high design (Neoz cordless), appaiono perfettamente
conciliarsi con le più recenti espressioni artistiche contemporanee emergenti, o
già riconosciute, nell'ambito dell'interior design e delle arti visive.
Orario: Lun. ven. 10,00/13,30 - 15,30/19,30; la domenica e il lunedì mattina
chiuso.
SISTERS, Via dei Banchi Vecchi 143 - 00186 Roma tel. 06 6878497