Sisters
Roma
via dei Banchi Vecchi, 143
06 6878497
WEB
Sistersinart 01
dal 7/3/2003 al 15/4/2003
06 6878497

Segnalato da

nobile mino




 
calendario eventi  :: 




7/3/2003

Sistersinart 01

Sisters, Roma

Opere di Eugenio Percossi e Valentina Giovando. Primo degli appuntamenti espositivi di Sisters, nuovo spazio gestito da tre giovani sorelle romane con l'intento di far confluire ed interagire le loro diverse e specifiche professioni (antiquariato, decorazione, arte contemporanea).


comunicato stampa

Sabato 8 marzo 2003 alle ore 18,00 si inaugura a Roma il primo degli appuntamenti espositivi di SISTERS, nuovo spazio gestito da tre giovani sorelle romane (Eleonora, Emanuela e Veronica Nobile Mino) con l'intento di far confluire ed interagire le loro diverse e specifiche professioni e di sviluppare, in forma di stretta collaborazione, i comuni interessi e le ricerche che ognuna svolge in campi diversi ma estremamente affini (antiquariato, decorazione, arte contemporanea). Con lo scopo di promuovere l'idea di continuità e di armonia tra la creatività di ieri e di oggi, artisti, artisti-artigiani e designers saranno invitati periodicamente a presentare all'interno dello spazio, alcune loro opere inedite nell'ambito della rassegna Sistersinart. Le opere, di volta in volta, verranno allestite in vetrina, sulla parete di fondo o contestualizzate nello spazio. Inseriti in un ambiente già di per sé "arredato" ed accogliente, i lavori verranno proposti al pubblico in modo diverso dal solito, sollecitando un approccio più immediato e, probabilmente, più confidenziale con l'arte contemporanea.

Sistersinart 01: Il primo appuntamento vede protagonisti due artisti che sebbene operino in campi diversi, portano avanti una ricerca sotto alcuni aspetti comune: la memoria, restituita, come d'uopo, in bianco e nero.


GLI ARTISTI

Valentina Giovando
Per l'artista-designer originaria di Sarzana, la memoria ha il valore di poetica rilettura delle eredità del passato che si attua attraverso il recupero di oggetti, di elementi decorativi e di canoni stilistici di epoche trascorse. L'artista, con tocco fatato ed estrema sensibilità, racconta, attraverso i suoi interventi, la fascinazione per abitudini dimenticate, per atmosfere sofisticate e per i piccoli lussi, di cui oggi spesso ci priviamo. La memoria diviene, quindi, per l'artista una questione di sympathìa, principalmente, ma non esclusivamente, estetica. Attenta a che alcuni valori emozionali non vadano perduti, l'artista realizza le proprie opere con l'intento di infondere nuova vita ad oggetti ed elementi che trova e che, accuratamente, seleziona: pendenti in cristallo antico, piume divengono così elementi decorativi e, al contempo, cifra stilistica, delle sue creazioni. Quando non è lei stessa a disegnarli ex novo, l'artista realizza le sue opere (lampade, lampadari, sculture, divani e poltrone) partendo da un'operazione di restauro per poi impreziosirne le linee, reinventarne la scocca, modificarne la funzionalità e decorarne i dettagli con filo di ferro, rete metallica, vetroresina, vetro e micromosaico in bianco e nero (come nel caso della poltrona realizzata con tessuto jeans Evisu, strass e micromosaico presentata presso la galleria Giò Marconi a Milano in occasione della mostra EVISU: DENIM & DESIGN, 2000). Il senso di fedeltà ad una memoria storica, che attinge spesso alle suggestioni del Barocco, ai leziosismi del Rococò, ma anche all'oriente (come il Portale SEBA, un doppio battente rivestito con lamine di metallo zincato, rame fiammato, chiodi, borchie e specchietti, che riproduce il fronte di un cassone egizio del tardo impero) si tinge dei toni della contemporaneità, restituita dall'artista come realtà intrisa dei toni fiabeschi e leggeri di un'immaginazione e di una creatività senza tempo, per cui un lampadario può facilmente assumere la foggia di un nido di filo di ferro, costruito ed abitato da uccellini di vetro e piume.

Eugenio Percossi
La ricerca di Eugenio Percossi, artista di origine abruzzese che opera tra Roma e Praga, ha nella memoria il suo principio ispiratore. Le sue opere, siano esse dipinti su tela, fotografie o video, prendono spunto dalla riflessione sul tempo e sul suo ineluttabile potere di trasformare le cose, le situazioni. Di conseguenza, l'instabile natura del ricordo, inteso come illusorio tentativo di fermare il tempo in un'immagine fotografica, diviene per l'artista argomento di studio e strumento di demistificazione delle vane speranze di immortalità alimentate, nei primi del '900, dalla diffusione democratica del ritratto, in versione fotografica. Una serie di fotografie degli anni '20/'40, acquistata dall'artista nel flea market di Praga, dimostra come un tempo la volontà dei personaggi di possedere il ritratto di famiglia coincidesse con la duplice necessità di vedersi riconosciuti in uno status sociale e con il desiderio di affermare la loro esistenza terrena, per sempre. La dispersione di tali feticci visivi, e il conseguente loro ritrovamento da parte dell'artista, rivela il reale destino del ritratto fotografico, ossia la sua più probabile trasformazione in un memento mori. Inoltre, la precarietà del ricordo e la distanza temporale accentuate dall'intervento dell'artista (deformazione di alcuni particolari, sdoppiamento e spostamento di parte della foto originale, o cancellazione di parte della stessa attraverso l'azione di fotocopiatura che precede gli interventi pittorici o i trasferimenti chimici), fanno sì che la fedeltà del ritratto non abbia più grande rilevanza e che questo possa subire modifiche e interpretazioni, proprio come la memoria stessa che, nel trattenere informazioni, il più delle volte, le restituisce in forma intermittente, frazionata ed inaffidabile. I ritratti di uomini, presentati al pubblico per la prima volta, raccontano, con ironia e facendo il verso ai ritratti di uomini illustri, proprio l'evanescenza insita nel desiderio di immortalità e di intramontabilità di una stirpe.

Inaugurazione sabato 8 marzo 2003 ore 18,00

In contemporanea, durante la serata di inaugurazione e per il periodo della mostra, saranno esposte all'interno dello spazio anche opere contestualizzate degli artisti Daniela Perego, Tommaso Medugno, Giuliano Percossi Papi.

A metà tra il concept store e l'accogliente atmosfera di interno privato, SISTERS si pone come luogo di incontro di stili ed epoche diverse con l'intento di valorizzare, reinventandola, la felice convivenza delle declinazioni stilistiche più varie, dai primi del '900 ad oggi. Per cui, sculture in terracotta, arredi anni '50, cappellini di piume, tessuti di manifattura francese e lampade high design (Neoz cordless), appaiono perfettamente conciliarsi con le più recenti espressioni artistiche contemporanee emergenti, o già riconosciute, nell'ambito dell'interior design e delle arti visive.

Orario: Lun. ven. 10,00/13,30 - 15,30/19,30; la domenica e il lunedì mattina chiuso.

SISTERS, Via dei Banchi Vecchi 143 - 00186 Roma tel. 06 6878497

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