Approdi, foto di Peppe Maisto. La parola approdo accende l'idea dell'azione, del mutamento, del transito; nel racconto di Peppe Maisto e' il luogo dello stare, dell'incrocio di chi arriva e di chi parte, il fugace momento dell'incontro o del saluto.
Peppe Maisto
Approdi
La parola “approdo†accende l’idea dell’azione, del mutamento, del transito; nel “racconto†di Peppe Maisto è il luogo dello stare, dell’incrocio di chi arriva e di chi parte, il fugace momento dell’incontro o del saluto.
È il luogo dove si materializzano le memorie di terre lontane, a volte viste, spesso solo sognate; è l’opera di ingegno, sul margine, sul confine, tra elementi primi della natura; è l’architettura leggera, generata dalla stabile calma della terraferma e la fluttuante forza del mare. Strutture che si decompongono; architetture che non durano oltre il tempo di una stagione, ma che si riproducono ogni volta sempre uguali e sempre diverse.
L’approdo è la scala, la misura, tra il lontano ed il vicino. Questo è il “racconto†di un luogo come ce lo propone Peppe Maisto, attraverso una chiave di lettura, un tema – l’approdo – che non esclude altri possibili racconti, altre interpretazioni, più dinamiche o più suggestive.
Peppe Maisto, architetto e fotografo, è nato a Portici nel 1957. Svolge attività di ricerca e didattica presso le facoltà di architettura di Napoli e Siracusa. Vive e lavora a Napoli.
Approdi di Peppe Maisto rientra nel ciclo di mostre (e conferenze) curato da Emanuele Piccardo che, con questa rassegna, intende offrire un contributo di conoscenza per una nuova e poco nota fotografia del paesaggio italiano, lontana dalla fotografia proposta dalle gallerie d’arte. Trascorsi diciassette anni dal Viaggio in Italia di Luigi Ghirri, il paesaggio italiano più rappresentato nelle ricerche dei “maestri†è quello padano.
La rappresentazione dell’Italia che offrono i quattro autori selezionati (Giuseppe Piredda, Andrea Botto, Peppe Maisto e Filippo Romano) vuole raccontare realtà geografiche differenti. Per Maisto, raccontare storie con le immagini è un doppio stare: quello del cogliere con lo sguardo e quello del sedimentare.
Nel momento in cui “registriâ€, non sai cosa precisamente ti ha costretto ad assumere quel punto di vista. Dopo, davanti a tutti quei “momenti†fissati su carta, elabori una storia, un racconto fatto di immagini, capace di restituire i ricordi e le suggestioni..
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