Oversize - La Biro o della fine del mondo. Uno stile eterogeneo che permette all'artista di ricreare al tratto i caratteri tipografici, ritratti di espressioni, figure di ispirazione comics, ma anche fantasmagoriche composizioni a mezzatinta.
“Virtuoso. Sicuramente. E quasi certamente il maggior interprete nell'uso della penna a sfera che l'Italia abbia visto da molto, molto tempo…”, questo ciò che si legge di lui. Sto parlando di Mauro Gottardo. Torinese, quarantenne, amanuense che da sempre produce, in assoluta solitudine, non solo opere d’arte, nel senso tradizionale del termine (disegni e tavole), ma veri e propri Cicli, costruiti sulla base di una progettualità visionaria di reminescenza medioevale, che continua ad affinarsi mano a mano che il lavoro procede, e che pretende anni di applicazione quasi monastica.
E sto parlando di un media anomalo, come le care, vecchie, pennebìc. Quelle che vedi dal tabaccaio vicino alla cassa, tra accendini e caramelle, capaci di mutarsi tra le sue mani in strumenti di magia, assumendo di volta in volta sembianza di matita, pennello, bulino.
Lunghi rotoli di carta si snodano così nel piccolo spazio di lavoro sino a invaderlo, per dare vita a racconti per immagini capaci di protrarsi nel tempo, come per lo spiazzante “Ciclo dell’Apocalisse” destinato a chiudersi, se ho capito bene, nel 2013.
Ma i rotoli sono solo il punto di partenza. E a essi si affiancano, a integrazione, libri d’artista, testi crittografati, aforismi, cifrari, schedari cellophanati, dossier in questa o in altre lingue, nati per confermare l’esistenza di mondi paralleli e/o inesistenti.
Nessun segno nasce a caso.
Nessuna opera viene prodotta se non come parte del tutto. Con uno stile eterogeneo, contemporaneo, che gli permette di ricreare al tratto i caratteri tipografici (svelando una sua antica competenza tecnica), ritratti di espressioni, figure di ispirazione comics, ma anche fantasmagoriche composizioni a mezzatinta, realizzate grazie a un’impercettibile pressione sul foglio che nessuno, credo riuscirebbe a replicare su questa scala.
Opere che vi invitiamo a osservare da vicino. E da lontano.
Per cercare di entrare nei meandri di una mente non convenzionale, mai appagata di ciò che è stato sin lì prodotto. Pura, popolata da mostri e battiti d’ala, ricca di citazioni dotte, esoteriche, filosofiche, non scevre da una spiazzante ironia. Come quando lo stesso artista afferma: “Sono completamente trascinato dalla mia compulsione. Non so come dirlo. Se un disegno non mi soddisfa completamente, penso sempre che un altro mi soddisferà. Forse il prossimo. E intanto i disegni crescono e sfuggono al mio controllo….
Il mio amore per l’arte è un modo per agitarsi nel sogno”.
Ben conosciuto tra i critici, esposto al Museo Internazionale delle Arti Applicate di Torino, e quest’anno presente con una personale a Milano, Mauro Gottardo rimane ancora oggi un segreto che si passa di orecchio in orecchio tra addetti ai lavori. Un segreto che ci piace oggi condividere, tra voi, eletti. Perché anche con una biro si può dare vita a un mondo, nuovo.
Perché l'outsider art, da oggi, ha un nuovo profeta.
Alfredo Accatino
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8 - Roma
Orario: mart-dom 14-22
Ingresso libero