L'enigma Meo. Venti dipinti sprovvisti di titoli che invitano l'osservatore a cogliere e interpretare il messaggio subliminale che "emana" l'opera in mostra.
Venti opere di diverso formato compongono questa prima mostra personale dell'artista calabrese a Palermo. Sono opere "sprovviste" di titoli, l'artista non usa darne, lo spettatore dovra' farsene una ragione, dovra' cogliere il messaggio subliminale che "emana" l'opera in mostra.
Scrive Gianfranco Labrosciano che presenta l'artista in catalogo: "(…) Sembra retorica eppure e' cosi'. L'opera di Enrico Meo e' talmente alluvionata di simboli, di significati mistici ed esoterici da presentarsi come una sorta di indefinibile irrealta' che, fuori dalle coordinate spazio-temporali, echeggia negli anfratti del rito e del mito in un insieme di desiderio, pathos, tragedia e sogno. Cio' che conta, per il riguardante, e' soggiornare nell'opera, l'arte non essendo altro, alla fine, che un urto e un incontro, uno scontro e un abbraccio che dipendono da un sussulto, un sobbalzo, una specie di lotta che ci costringe a chiederci "che cos'e'", che cosa essa sia e a fermarci in silenzio per "ascoltare", se ne siamo capaci, cosa voglia dire. Perche' l'opera d'arte, alla fine, e' come un re. Bisogna stare in silenzio e aspettare che parli. (…)".
Inaugurazione sabato 18 febbraio ore 18
Galleria Studio 71
via Vincenzo Fuxa 9, Palermo
lun-sab 17-20
Ingresso libero