Anamnesi. Dipinti in cui il gesto riflessivo sedimentato nei grumi di colore della materia, restituisce un'immagine specchiante del se'.
Lo specchio bucato / Considerazioni sull'opera di Riccardo Badalà
di Paolo Dolzan
“Ciò che uccide opere meno dotate di essere non sono nè la critica nè le dichiarazioni programmatiche, è invece l'apparire di opere che di quel principio sono maggiormente dotate. C'è da chiedersi allora se un poema finito in un cassetto o un quadro mai uscito dall'atelier del pittore, detengano un simile potere. A parer mio si - ed è questa la legge degli influssi magici esercitati dalla sola partecipazione invisibile.” - Czesław Miłosz -
"Nel corso della storia, la pittura ha accompagnato l'uomo nelle più diverse situazioni, caricandosi fin dal principio di valori esistenziali, (come testimonia il rituale propiziatorio dipinto nelle grotte neolitiche di Lascaux), ma anche di valenze effimere, come quando, per esempio, l'azione del dipingere ha favorito socialmente l'artista, riscattandolo dalla categoria del mestiere artigianale e ponendolo in un rapporto intellettuale al cospetto di principi, prelati, ricchi mercanti, etc. In questo grande giro di ruota, l'intrico dei segni, le combinazioni dei colori, i significati codificati nei simboli, si sono stratificati in un linguaggio che appare di tale irrisolvibile complessità, da decretarsi compiuto e indeformabile. Da qui, in tempi recenti e complici le ventate di un certo concettualismo, più la fideistica convinzione nei nuovi mezzi tecnologici, l'arte dei pittori ha trovato una pomposa sepoltura in quei cimiteri culturali chiamati musei, affollati come le chiese solo di domenica, con i ticket low-cost e le processioni delle famigliole in visita. Inoltre, il giudizio insipido dell'opinione pubblica che considera la pittura un linguaggio inaccessibile e di scarsa utilità, ha nuovamente declassato nella sfera dei passatempi quest'impiccio di tele e di pennelli; ma la realtà circoscritta in modo così semplicistico è invece molto più complessa, esistendo una “terra di mezzo” densamente popolata di ricercatori ostinati che sperimentano al chiuso dei loro studi nuove ricette e formule, capaci di filtrare dalle trame di una tela in quelle assai più intricate della vita.
In questo contesto riusciamo forse ad avvicinare più facilmente l'opera di Riccardo Badalà, il quale sembra esser venuto a capo dei suoi esperimenti pittorici traendone una ricetta personale, dove il gesto riflessivo sedimentato nei grumi di colore della materia, restituisce un'immagine specchiante del sé. E' un monologo che si moltiplica nel dialogo, partendo, primariamente, dalla persona dell'artista e del suo doppio (cioè l'opera), per spettacolarizzarsi in seguito nell'atto di rivelazione altrui. L'artista crea da sé stesso la propria immagine e questa, ciononostante, gli si presenta in forma di rivelazione. Da ciò ricaviamo il senso che Badalà ha voluto dare a questo ciclo di opere presentate in esposizione, raccogliendole sotto il titolo di anamnesi." (stralcio del testo).
Immagine: Perdersi e ritrovarsi nello stesso suono
Info: 3394104948, riccardo27@email.it, www.riccardobadala.it
Vernissage 23 febbraio ore 18
Numerodue Arte Contemporanea
Largo Carducci 26/A Trento
Lun - sab 10-12 / 16-19
Ingresso libero