Atelier simultanee 1923 - 1934. Le gouache create da Sonia Delaunay tra il 1923 e il 1934, la cui progettazione e' testimoniata dai Libri Neri, costituiscono un corpus di ricerche importanti dove l'artista sembra anticipare problematiche poi affrontate da altri artisti, anche se con significati diversi, come Dorazio, Morellet, Calder, Vasarely. In esposizione un centinaio di lavori.
“Sonia Delaunay non reputa le cose familiari, le cose della vita, inferiori come contenuto ai quadri che la resero nota … Voglio ancora ringraziarla per aver abolito un pregiudizio di gerarchie, di amare la vita, la magnifica vita, e per donarci dei capolavori che fanno più belli i nostri gesti quotidiani”
(René Crevel)
Mercoledì 22 febbraio 2012 la Fondazione Marconi ha il piacere di presentare la mostra Sonia
Delaunay. Atelier simultané 1923 -1934.
La mostra è dedicata alle creazioni di Sonia Delaunay, artista che ha rivoluzionato la storia
dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso.
Nata nel 1885 in Ucraina, l’artista attinge proprio lì quelle indimenticabili visioni colorate,
costantemente presenti nel suo lavoro. Sono soprattutto i colori dei vestiti dei contadini russi a
rimanerle impressi nella mente e la coperta in patchwork che realizzerà nel 1911 per il figlio
Charles ne è testimonianza.
Arrivata a Parigi nel 1905, subisce il fascino e l’influenza delle opere di Van Gogh, Gaughin e del
fauvismo, che trasporrà poi nel suo lavoro in maniera personalissima. Nel 1909 conosce Robert
Delaunay, che sposa l’anno successivo, con cui condivide una passione totalizzante per la pittura e
soprattutto per il colore come essenza della pittura. Scrive Robert Delaunay “ Il colore, che è frutto
della luce come ha scritto Apollinaire, è alla base dei mezzi materiali del pittore – ed è il suo
linguaggio. Il pittore quindi, lavora con il sussidio di elementi fisici, che la sua volontà deve
dominare nel suo complesso”. I colori, distribuiti sulla superficie del quadro creano tra loro delle
relazioni che si ricreano nell’occhio dello spettatore, “quello che generalmente si chiama
mescolanza ottica”.
Le loro ricerche basate sulle teorie del colore di Chevreul e sulla rifrazione della luce approdarono
al movimento chiamato orfismo.
Il percorso dell’artista è stato caratterizzato da una poliedrica attività: Sonia Delaunay si spinse
oltre la pittura, indirizzandosi a partire dal 1913 verso la produzione tridimensionale: tessuti, stoffe,
vestiti, ambienti a contrasti simultanei, creazioni astratte con rapporti cromatici. Dal 1923 Sonia
Delaunay è chiamata da una Casa di Lione interessata ai suoi disegni di tessuti per la
realizzazione di abiti e nel 1924 l’artista apre il suo Atelier Simultané: un laboratorio dove vengono
abbattute le tradizionali frontiere tra i settori in una perfetta armonia creativa.
La mostra, allestita sui due piani dello spazio espositivo presenta una parte importante dell’opera di
Sonia Delaunay: circa cento gouaches realizzate tra il 1923 - 1934 in cui emerge la ricerca
dell’artista sul colore, sul rapporto figura – sfondo e l’attenzione per le trame, e molti studi che ne
testimoniano l’elaborazione.
Le gouache create da Sonia Delaunay tra il 1923 -1934, la cui progettazione è testimoniata dai
Libri Neri, costituiscono un corpus di ricerche importanti dove l’artista sembra anticipare
problematiche poi affrontate da altri artisti, anche se con significati diversi, si è parlato di Dorazio,
Morellet, Calder, Vasarely...
Sonia Delaunay nasce nel 1885 a Gradiesk, in Ucraina, con il nome di Sonia Terk Stern, trascorre
l’infanzia a Pietroburgo e mostra una precoce inclinazione per le arti. Dopo i primi studi di disegno
all’Accademia di Karlsruhe, nel 1905 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Académie de la Palette
e inizia a dipingere nel solco del postimpressionismo. Nel 1908 espone una selezione di opere
nella galleria parigina di Wilhelm Uhde, che sposa l’anno seguente. Tuttavia il matrimonio ha breve
durata, e nel 1910 l’artista sposa Robert Delaunay, con il quale avvia una ricerca sulla luce e sul
colore che approderà alla nascita dell’orfismo. Fin dai primi anni dieci si dedica sia alla luce sia alle
arti applicate, sviluppando il tema dei “contrasti simultanei” e lo studio della rifrazione della luce su
diversi supporti, sperimentando anche il collage. Nel 1913 espone all’Erster Deutscher
Herbstsalon, un’ampia rassegna sull’avanguardia internazionale che si tiene alla Galerie Der Sturm
di Berlino, e l’anno seguente partecipa al Salon des Indépendants di Parigi. Presente alle maggiori
manifestazioni di tendenza, inizia ad avere personali in varie città europee.
A seguito della
rivoluzione d’ottobre cessa di percepire la rendita che assicurava la tranquillità economica alla sua
famiglia, e da ora in poi il suo impegno nelle arti applicate diventa sempre più costante. Oltre ai
costumi per i Ballets Russes di Diaghilev (Cléopâtre, 1917) e per l’opera teatrale di Tristan Tzara
Le coeur à gaz (1923), si dedica alla produzione di tessuti, abiti e arazzi e lavora nel campo del
design industriale. Nel 1925 le sue creazioni d’avanguardia riscuotono grandi consensi
all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, e nello stesso anno l’artista apre un
emporio di abiti e accessori insieme allo stilista Jacques Heim. Negli anni trenta aderisce al gruppo
Abstraction-Création e partecipa alle principali collettive del movimento. Nel 1937 lavora con
Robert Delaunay alle decorazioni per l’Esposizione universale di Parigi, e l’anno seguente lo
Stedelijk Museum di Amsterdam le dedica un’ampia retrospettiva. Dopo la guerra partecipa alla
fondazione del Salon des Réalités Nouvelles, ideato per la promozione e l’aggregazione di tutte le
esperienze astratte internazionali. Dagli anni cinquanta si susseguono importanti retrospettive nei
principali musei del mondo, e l’artista ottiene numerosi riconoscimenti per il suo fondamentale
contributo alla diffusione dell’estetica d’avanguardia nel campo delle arti applicate. Si spegne a
Parigi nel 1979.
Ufficio stampa: Cristina Pariset tel. 02-4812584 fax 02 4812486, cell 348-5109589 cristina.pariset@libero.it
Inaugurazione 22 febbraio
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15, Milano
Da martedì a sabato 10,30 – 12,30 e 15,30 - 19
Ingresso gratuito