Gianluca Codeghini crea un'eco con gli spazi dell'ExBrun dove la sera precedente alla mostra si svolge una sua performance; le fotografie e l'installazione sonora di Niccolo' Morgan Gandolfi individuano circostanze in cui cultura e natura si sovrappongono; Sabrina Muzi testimonia una forma contraddittoria di protezione in un ciclo fotografico e in una serie di piccole sculture.
Domenica 26 febbraio si apre la sesta mostra di Casabianca con i lavori di Gianluca Codeghini, Niccolò Morgan Gandolfi e Sabrina Muzi.
Codeghini crea un collegamento tra gli spazi di Casabianca e dell’ExBrun, dove la sera precedente si svolgerà una sua performance, contrapponendo la luce del giorno del primo al buio della notte del secondo. Come una sorta di eco, le due mostre saranno unite da una sottile linea, un fruscio, un soffio continuo e un mazzo di fiori.
Gandolfi, attraverso la fotografia e l’installazione sonora, individua delle circostanze in cui cultura e natura si sovrappongono, focalizzando la nostra attenzione sulla mediazione ambigua dell’artificio: dentro e fuori Casabianca, l’uomo e l’ambiente selvatico sembrano poter attivare un dialogo impossibile attraverso tecniche di sopravvivenza.
Muzi testimonia una forma contraddittoria di protezione in un ciclo fotografico di vestizioni simboliche fatte agli alberi di città cinesi, e in una serie di piccole sculture “vuote” fatte di sola superficie esterna. Manipolazioni che collassano su se stesse, tese a diventare il loro esatto contrario: una costrizione.
Nella cuccia di Cattedra il Prufesur fa la sua offerta votiva.
Inaugurazione domenica 26 febbraio dalle ore 11
Casabianca
via Pepoli, 12 Zola Predosa
gratuito su appuntamento