Personale
Attese. Qualcuno ha detto che il compito dell'artista e' quello di "mettere al mondo il mondo", se questo e' vero e penso lo sia, penso anche che, almeno per me, si tratta di un processo non governabile, io mi ritrovo a seguire istintivamente tempi e modi non codificati ne riconducibili alla mia sola volonta'. Ora mi pare che questo mio "modo di rifiutare un modo" senta il bisogno di riordinarsi, di risentire empaticamente il proprio tempo riandando a figure senza tempo da sempre impresse nelle grotte del mio cervello. E come se sentissi l'esigenza di un tributo al passato per tentare di dare un senso al futuro, convinto che l'arte vive attraverso l'influenza che esercita su altra arte, e non quale residuato fisico delle idee dell'artista. La ragione per cui ci si rifa' agli artisti del passato e li si resuscita e' perche' la loro opera diventa base, fondamento della nostra opera, strato dopo strato. Come in una sala d'attesa. Convinto pero' che l'attesa sia di per se' positiva, presupponga una speranza di futuro, la possibilita' di una azione, non inerzia o immobilita' rassegnata. Inaugurazione sabato 25 febbraio ore 18, ingresso libero.