La interrelazione dei manufatti d'arte con lo spazio circostante del castello e quindi con il paesaggio in cui si inseriscono, evidenzia l'immaginario narrativo del contesto: si vorrebbe, pertanto, a partire da oggi e da questo luogo, una interpretazione della fusionalità dell'arte intesa come sistema di transizione mutevole ed evolutivo.
Il dialogo tra arte contemporanea e antichi spazi architettonici è uno dei temi che da sempre affascina gli artisti poichè tali ambienti costituiscono uno stimolo e un continuo confronto per l'inserimento di originali opere artistiche.
La tipologia di questa mostra, dal carattere forte ed intenso, cerca di stabilire connessioni tra le diverse personalità artistiche, intrecciando ricostruzioni ambientali, dal percorso interessante e stimolante, dove l'arte trova una ragione per dimostrare la sua flessibilità ad entrare nella vita intensa come osmosi dinamica, tra creatività ed ambiente e che, a mio parere, può offrire spazi interattivi per il pubblico.
La mostra curata da Maria Cristina fasulo, dell'Associazione Colossea, è una manifestazione che presenta opere di 40 artisti, diversi per generazione, linguaggi e ricerca ed affronta, come dal titolo, il tema della memoria e del recupero di culture antiche, con riferimento di aggancio reale e simbolico alla storia passata.
Non è la prima volta che, nell'antica cittadina di Roviano, vengono introdotte opere d'arte contemporanea;
in questo intelligente allestimento è possibile ammirare opere di scultura, pittura, installazioni, ceramica, vetro, fotografie, incisioni, dalle estetiche molto diverse, ma orientate prevalentemente verso l'astratto e l'informale.
In questo allestimento è stata privilegiata, attraverso i segnali forti delle opere artistiche, la costruzione di uno spazio ideale che funzioni da elemento di ricucitura della intera esposizione.
Se da una parte tale spazio costituisce l'epicentro focale, dall'altra, la ricca successione di opere riequilibra il dialogo tra ''micro'' e ''macro'' cosmo, facendo sì che la superfice espositiva appaia progettata come una grande scultura che possa costituire il seconde fulcro di un'altra composizione in cui prevale l'incontro diretto dei fruitori con l'arte, per confewrire effetti visivi articolati.
Per comprendere l'evento creato, è necessario guardare oltre la singola opera artistica, le opere nel loro insieme, come forte intenzione progettuale di consapevolezza e integrazione nella natura e nel costruito.
La interrelazione dei manufatti d'arte con lo spazio circostante del castello e quindi con il paesaggio in cui si inseriscono, evidenzia l'immaginario narrativo del contesto: si vorrebbe, pertanto, a partire da oggi e da questo luogo, una interpretazione della fusionalità dell'arte intesa come sistema di transizione mutevole ed evolutivo.
Proff.sa Livia Compagnoni
Castello di Roviano
Roviano (RM)