Fondazione e Museo Marino Marini
Pistoia
corso Silvano Fedi, 30 (Palazzo del Tau)
0573 30285 FAX 0573 31332
WEB
Marino Marini e il teatro
dal 21/3/2003 al 31/8/2003
WEB
Segnalato da

Uessearte



approfondimenti

Marino Marini



 
calendario eventi  :: 




21/3/2003

Marino Marini e il teatro

Fondazione e Museo Marino Marini, Pistoia

Inizia con quest'anno la presentazione di una serie di mostre monografiche intorno ad alcuni temi fondamentali sviluppati nell'arte di questo protagonista del Novecento. La lunga serie dei giocolieri e dei danzatori, piu' volte trattati nella scultura, pittura e grafica di Marini rimanda al mondo del teatro. Proprio come molti suoi contemporanei, Picasso o Severini per esempio, Marini ha frequentato mediante la sua arte il mondo dello spettacolo come metafora della transitorieta' della vita. La mostra si articola attorno a questa esperienza e presenta i bozzetti della rappresentazione scaligera, una ricca documentazione fotografica sulla rappresentazione e una scelta di opere che documentano quest'aspetto.


comunicato stampa

Il museo Marino Marini di Pistoia in collaborazione con la Fondazione intitolata all'artista inizia con quest'anno la presentazione di una serie di mostre monografiche intorno ad alcuni temi fondamentali sviluppati nell'arte di questo protagonista del Novecento.
Il ciclo di lavoro che si protrarrà nei prossimi anni prevede eventi espositivi piccoli ma estremamente qualificati che si integreranno nel percorso museale con il fine di puntualizzare di volta in volta le tematiche sollecitate anche dalla visita della collezione.

Nell'ampia letteratura critica dedicata a Marino Marini si assiste ad una riduzione dei temi svolti durante la sua attività artistica ai cavalli e cavalieri, ai nudi e ai ritratti.
Eppure i soggetti affrontati in più di cinquant'anni di produzione sono più numerosi e vari.

La lunga serie dei giocolieri e dei danzatori, più volte trattati in scultura, pittura e grafica, rimanda, ad esempio al mondo del teatro. Infatti, proprio come molti suoi contemporanei - Picasso o Severini, tanto per fare due nomi - Marino Marini ha frequentato mediante la sua arte il mondo dello spettacolo come metafora della transitorietà della vita. Nel 1970 Gualtieri di San Lazzaro nel testo che accompagnava il primo repertorio completo a lui dedicato metteva in risalto questa sua tematica e in un brevissimo capitolo intitolato "Luci della ribalta" (è anche il titolo di un quadro di Marini) scriveva: "Il posto che occupa nell'opera di Marino suggerisce di farne un esame sotto una nuova angolazione, proprio in funzione di questo mondo dello spettacolo". Un'intuizione che il critico francese non approfondì e che licenziò con qualche breve considerazione. Una sollecitazione che ancora oggi non ha trovato piena soddisfazione e che in un'ottica di ripresa degli studi su Marini trova uno sbocco nella mostra dal titolo "Marino Marini e il teatro", promossa dal Comune di Pistoia e dalla Fondazione intitolata all'artista, mostra che si terrà presso il Museo Marino Marini di Pistoia dal 22 marzo al 31 agosto.

Numerose sono le opere attinenti a questo tema, distribuite in maniera ininterrotta per tutti gli anni della lunga carriera di Marini. Dagli arlecchini dipinti durante gli anni Venti e Trenta ai danzatori degli anni Cinquanta, fino ad arrivare alle ultime prove, poco prima di morire, per una serie di grafiche sul tema del circo.
Quella di Marini nei confronti del teatro è una posizione sempre viva che, dopo alcuni tentativi falliti durante gli anni Sessanta, trovò soddisfazione nell'affrontare direttamente il mondo del teatro con la realizzazione delle scene e dei costumi per la "Sacre du printemps" di Igor Strawinsky messa in scena al Teatro della Scala di Milano nel 1972.
Il rapporto Marini-Strawinsky è comunque anteriore a quest'episodio, riferibile ai primi anni Cinquanta quando lo scultore ritrasse il celebre compositore dopo averlo per caso conosciuto in una galleria newyorkese.

La mostra si articola proprio attorno a questa esperienza teatrale, che è strettamente in linea con la poetica mariniana, e presenta per la prima volta, nella sala del Museo Marini dove è custodito il ritratto in argento del musicista, i bozzetti della rappresentazione scaligera, conservati negli archivi del teatro milanese. Questi saranno affiancati da una ricca documentazione fotografica sulla rappresentazione, mentre nelle altre sale del museo, riallestite per l'occasione, viene organizzata una scelta di opere (in parte di proprietà del museo stesso, in parte provenienti da collezioni pubbliche e private) che documentano con un percorso breve ed esemplificativo quest'aspetto finora considerato, a torto, marginale.

Marino Marini nasce a Pistoia il 27 febbraio 1901. A sedici anni si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dedicandosi in un primo tempo al disegno e alla pittura; alla scultura si avvicina solo a partire dal 1922.
Nel 1929 si trasferisce a Milano, chiamato da Arturo Martini ad occupare la cattedra di scultura presso la scuola d'arte di Villa Reale a Monza. Dello stesso anno è la prima importante scultura, Popolo, in terracotta , con la quale Marino si rivela al pubblico e alla critica.
Nel 1931 realizza Ersilia, una scultura in legno policromo considerata una delle opere fondamentali e nel 1932 presenta a Milano la sua prima personale.
La sua opera comincia ad ottenere i primi riconoscimenti importanti con la partecipazione alla Quadriennale di Roma; alla Il Quadriennale nel 1935 vince il primo premio per la scultura.
Nel 1936 compare il Cavaliere, un'opera di notevole significato anche per la successiva evoluzione della ricerca, di cui Marino realizza due versioni, una in bronzo ed una in legno, ora in Vaticano.
Nel 1938 incontra Mercedes Pedrazzini, che sposa alcuni mesi più tardi e che chiamerà affettuosamente "Marina" quasi a sottolineare il legame che unirà entrambi per tutta la vita.
Nel 1943 Marino si rifugia nel Canton Ticino insieme con Marina: sono, questi anni di esilio, particolarmente importanti per l'artista: in Svizzera conosce e frequenta alcuni grandi maestri dell'arte contemporanea - Giacometti, Wotruba, Otto Bänninger, Haller, la Richier - la cui opera concorre all'approfondimento dei suoi temi e della sua ricerca. Continua in questo periodo il ciclo delle Pomone, figure femminili simbolo di fecondità, un tema già avviato nel 1935. Con l'Arcangelo prende forma anche la serie dei Miracoli, opere che scaturiscono dall'angoscia, dal dolore, dalla distruzione che la guerra e la violenza provocano all'umanità e di cui Marino sente profondamente il peso. L'anno successivo al suo rientro in Italia (1947) sarà per lui decisivo: partecipa alla XXIV Biennale di Venezia con una sala personale e, nell'occasione, stringe profonda amicizia con Henry Moore; nello stesso periodo incontra il mercante americano Curt Valentin, che lo invita negli Stati Uniti e gli organizza una grande personale a New York ed una serie di esposizioni che contribuiscono a far conoscere la sua opera nel mondo.
L'arte di Marino è ormai nella più alta considerazione: nel 1952 ottiene il Gran Premio Internazionale di Scultura alla Biennale di Venezia, nel 1954 il Gran Premio Internazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma, nel 1959 esegue la grande composizione equestre, alta ben cinque metri, destinata ad una piazza dell'Aja. Si susseguono poi numerose mostre - a Monaco, Rotterdam, Stoccolma, Copenhagen, Oslo, Helsinki - che culminano con le grandi antologiche al Kunsthaus di Zurigo nel 1962 e in Palazzo Venezia a Roma nel 1966. Nel 1968 riceve a Göttingen la più alta onorificenza tedesca con la nomina a membro dell'Orden pour le Mérite fur Wissenschaften und Kunst.
Nel 1976 alla Nuova Pinacoteca di Monaco di Baviera gli viene dedicata una sala permanente e nel giugno del 1979 nelle sale del Palazzo Comunale di Pistoia si inaugura il Centro di Documentazione dell'Opera di Marino Marini, che raccoglie oltre i disegni e le incisioni, la grande scultura Miracolo ed altre opere di formato minore, una biblioteca specializzata, una fototeca ed una videoteca che documentano la vita e le opere dell'artista
Marino muore a Viareggio il 6 agosto 1980.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E FONDAZIONE MARINO MARINI

Presso l'ex-convento dell'Ordine Ospitaliero di Sant'Antonio abate denominato Palazzo del Tau hanno sede, dai primi anni novanta, il Centro di Documentazione e la Fondazione Marino Marini. Grazie alla ricca disponibilità di ambienti, gli spazi del trecentesco complesso hanno permesso di allestire in maniera ben fruibile l'intera collezione dell'opera grafica di Marino, circa 350 pezzi fra acqueforti, incisioni, puntesecche, in parte esposte e in parte disponibili per eventuali esposizioni temporanee.
La produzione grafica è sempre stata una costante nell'arte di Marino, ideata e svolta in sintonia con la produzione plastica per cui la scelta delle opere è stata dettata dall'intento di rispecchiare il dinamismo e l'evoluzione della sua attività nel corso degli anni: dalle prime acqueforti eseguite all'epoca dell'Accademia fiorentina, dal 1919 al 1923, fino alle incisioni e litografie ultimate fra il 1979 e il 1980, anno della sua morte.
Insieme a questa preziosa raccolta, di cui il Centro può vantare l'assoluta esclusività, sono presenti la Giovinetta del '38, un bronzo che si colloca accanto alle tre piccole Pomone del '43, il Cavallo del '45, la prima versione in argento del ritratto di Igor Stravinskij del '50. Ma accanto alle sculture si deve subito aggiungere una folta serie di altre opere, 62 fra disegni, acquerelli, tempere e tecniche miste; una sequenza significativa che culmina con il grande olio del'64 L'Incontro, dove si rivela la grande qualità di Marino pittore.
Il Centro di Documentazione accoglie una biblioteca specializzata sull'opera di Marino, una diateca, una fototeca ed una videoteca che documentano la vita e le opere dell'artista. Convive e collabora con il Centro l'omonima Fondazione istituita al fine di assicurare la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell'opera e del patrimonio artistico di Marino Marini, di favorirne una migliore conoscenza sia in Italia che all'estero tramite la promozione e il patrocinio di mostre antologiche, pubblicazioni d'arte ed ogni altra iniziativa, in particolare di ricerca e di studio, atta a valorizzare l'opera e la memoria dell'artista.
In dotazione alla Fondazione è l'imponente gipsoteca che raccoglie oltre ad un folto numero di gessi minori, un gruppo di gessi monumentali che costituiscono un ricco patrimonio a disposizione di turisti e studiosi, nonché un nutrito gruppo di piccole terrecotte.
La Fondazione, grazie ad un'apposita Commissione Scientifica interna giudica l'autenticità di opere a lei sottoposte da collezionisti e gallerie di tutto il mondo. La Fondazione conserva inoltre un archivio che documenta interamente la vita e l'opera di Marino.

Immagine: Marino Marini, Il Fondale, 1953

Ufficio stampa: uessearte via Natta 22 Como tel. 031.269393 fax 267265

Palazzo del Tau - Corso S. Fedi, 30 - Pistoia
inaugurazione: sabato 22 marzo, ore 18.00
Orari: da lunedì a sabato, ore 10 -18, domenica chiuso.
Ingresso: intero euro 3,50 ridotto euro 2,00 (comprende anche la visita al Museo)

IN ARCHIVIO [18]
Giordano Pini e Cristina Degl'Innocenti
dal 29/4/2015 al 29/5/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede