Fondazione Prada
Milano
via Fogazzaro, 36
02 54670515 FAX 02 54670702
WEB
Andreas Slominski
dal 9/4/2003 al 13/6/2003
02 54670515 FAX 02 54670258
WEB
Segnalato da

Alessandra Santerini



approfondimenti

Andreas Slominski



 
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9/4/2003

Andreas Slominski

Fondazione Prada, Milano

La definizione critica piu' comunemente usata per connotare Slominski e' Fallensteller, in tedesco ''colui che tende trappole'': un artista concettuale dallo spirito insidioso e scherzoso. Slominski usa una sottile maestria per sovvertire le aspettative dello spettatore, con il quale a volte sembra divertirsi in maniera crudele e manipolativa, altre in modo infantile e ironico. Il suo e' uno scenario cosparso di piccole insidie e di nonsense, dove le cose semplici diventano complesse e viceversa, quelle innocue improvvisamente pericolose e la preda sta al gioco del predatore.


comunicato stampa

La Fondazione Prada inaugura giovedì 10 aprile la prima ampia mostra personale dedicata in Italia all’artista tedesco Andreas Slominski (Meppen, Germania, 1959) nello spazio di Via Fogazzaro 36 a Milano. L’esposizione comprende una quindicina di opere realizzate appositamente per questa occasione.

La definizione critica più comunemente usata per connotare Slominski é Fallensteller, in tedesco “colui che tende trappole”: un artista concettuale dallo spirito insidioso e scherzoso. L’attività di Slominski inizia verso la metà degli anni ottanta e si identifica letteralmente e figurativamente nel disseminare tagliole e congegni per catturare: “Mi sono trovato per caso davanti ad un negozio di animali – racconta l’artista – e ho trovato nella trappola qualcosa di interessante dal punto di vista scultoreo. Era la ‘formula’ per me: le cose che avevo già fatto e quelle che dovevo ancora fare apparivano inaspettatamente intrecciate. (…) La trappola come oggetto (…) ha un carattere specifico, che altre sculture non hanno. Per me non è un gioco, è qualcosa di serio: una metafora o un modello, qualcosa che si può percepire direttamente, ma che occupa il proprio spazio quando è osservata a distanza”.* La prima trappola (Falle), che risale al 1984-1985 e viene esposta nel 1987 in occasione della prima personale ad Hamburg, consiste in un normale meccanismo utilizzato per la cattura di topi. E’ l’inizio di molte ambiguità interpretative di un oggetto che oscilla tra il ready-made di Duchamp e l’objet trouvé, e che, pur mantenendo la propria funzionalità, acquista una valenza artistica per il solo fatto di essere esposto: un “gioco tra il gatto e il topo”, fra l’artista e il pubblico, dove quest’ultimo gira su se stesso nel tentativo di trovare il senso di un manufatto volutamente insensato.

Le trappole sono soltanto una delle componenti dell’universo assurdo e beffardo di Slominski. Ne fanno parte anche biciclette (Tandem, 1994), mulini a vento di piccole e grandi dimensioni (Mondscheinmühle, 1996) o semplici oggetti (Golfball, 1995; Gestohlene Luftpumpe 1998; Zollstock, 1999) spesso usati per eventi e in seguito lasciati teatralmente in mostra come relitti da contemplare, la cui apparente caoticità è in realtà concettualmente organizzata. Ad esempio, nel caso dell’opera Klavier (1998) un pianoforte e uno sgabello, normalmente affiancati, sono inizialmente divisi, perché posti in due luoghi non comunicanti, per essere poi riuniti nello spazio espositivo grazie alla distruzione del muro che, “metaforicamente”, li separava: una traccia di un’azione tortuosa, al contempo smaccatamente superflua e stravagante.

Slominski usa una sottile maestria per sovvertire le aspettative dello spettatore, con il quale a volte sembra divertirsi in maniera crudele e manipolativa, altre in modo infantile e ironico. Fanciullesco e geniale allo stesso tempo, come l’idiot savant della tradizione ottocentesca, l’artista stupisce per la sua capacità di catturare la nostra attenzione suscitando stupore e turbamento. Il suo é uno scenario cosparso di piccole insidie e di nonsense, dove le cose semplici diventano complesse e viceversa, quelle innocue improvvisamente pericolose e la preda sta al gioco del predatore.

L’artista inizia la sua attività espositiva nel 1987 ad Hamburg dopo gli studi dal 1983 al 1986 presso la Hochschule für bildende Künste. Alla sua opera vengono dedicate mostre personali al Museum Haus Esters di Krefeld e al Kunstverein Bremerhaven nel 1995, all’Hamburger Kunsthalle nel 1997, alla Kunsthalle Zürich nel 1998 e al Deutsche Guggenheim Berlin nel 1999. Partecipa a rassegne internazionali, tra cui la Biennale di Venezia del 1988 e del 1997, anno in cui espone anche a “Skulptur Projekte” di Münster.

* Intervista ad A. Slominski, in AA.VV., BiNationale, catalogo della mostra, Kunsthalle, Kunstsammlung, Kunstverein, Düsseldorf, 1988; ICA, Museum of Fine Arts, Boston, 1989.

Fondazione Prada
Via Fogazzaro 36, Milano
Orario: da martedì a domenica, ore 10- 20; chiuso lunedì
Ingresso libero
Informazioni: Fondazione Prada - tel 0254670515, fax 0254670258
Ufficio stampa Fondazione Prada - Alessandra Santerini - tel 0254670981, fax 0254670258

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