'Variazioni su nulla'. L'artista, attraverso la fotografia, rigorosamente in bianco e nero, indaga su se stessa riprendendo sempre proprie parti del corpo che poi isola ulteriormente in camera oscura. Attraverso la manipolazione della pellicola prima e della carta in un secondo momento, indaga vari aspetti del suo io.
"Variazioni su nulla"
Curatore: Fabrizio Boggiano
Una nebbia, inizialmente appena percettibile, nasconde il mondo che circonda la
nostra esistenza. Lentamente le cose scompaiono e con esse anche qualcosa di
noi. L'aria, sottile, è praticamente ferma e questa sensazione di immobilitÃ
diffusa si propaga anche nei nostri corpi. Il pensiero, ormai avvolto da un
accecante biancore, si dibatte nella speranza di ritrovare punti fermi,
conosciuti, che gli permettono di sentire il senso della vita.
Inutilmente.
Le uniche cose ancora leggermente visibili sono piccole parti del corpo; sfidano
il grande bianco che, circondandole, cerca di inghiottirle. Gli occhi,
lentamente abituatisi al candore avvolgente, riescono a percepire solo la parte
di noi stessi che, avvicinandosi e allontanandosi da essi, appare e scompare.
Sentiamo ancora la vita all'interno, ma abbiamo difficoltà a rapportarci con la
nostra corporeità . Il viso appare per un attimo eclissandosi subito dopo
lasciando spazio a un'altra parte del corpo la quale, inizialmente dissolta,
riappare anche se attraverso minimi particolari. Il corpo stesso gioca con la
propria percezione provocando pensieri sul significato dell'essere: cominciamo
così a sentire quanto sia importante non scomparire nel nulla.
Perdiamo la sicurezza che normalmente ci contraddistingue reagendo con una
totale e disarmante immobilità oppure con una nevrotica accelerazione dei nostri
comportamenti, correndo così il rischio di schiantarci contro altre invisibili
presenze. Abituati più ad apparire che a essere conduciamo la nostra esistenza a
frantumarsi sulle paure e sulle insicurezze che non abbiamo mai avuto il
coraggio di affrontare. La cancellazione di noi stessi mostra i limiti di
comportamenti basati sull'effimero mostrandosi incuranti dei valori e del
rispetto che dovrebbero costituire la base di ogni civile convivenza.
Noi prima di ogni altra cosa, indifferenti se questo prevarica gli altri.
Noi sopra ogni altra cosa, indifferenti se questo provoca sofferenza.
Noi, comunque; fino a quando con la nostra totale insensatezza, compromettendo
il presente, annientiamo un futuro che non ci appartiene.
Mi auguro che queste riflessioni, nate dall'osservazione del pregevole lavoro di
Tea Giobbio nel quale lei stessa si mette in gioco scomparendo per riapparire
nuovamente e provocatoriamente, possano servire a ripensare a noi stessi con
minore arroganza e agli altri con maggiore rispetto. Per essere, finalmente,
invece di apparire. (Fabrizio Boggiano)
Tea Giobbio è nata a Buenos Aires (Argentina). Vive e lavora a Torino
L'artista, attraverso la fotografia, rigorosamente in bianco e nero, indaga su
se stessa riprendendo sempre proprie parti del corpo che poi isola ulteriormente
in camera oscura. Attraverso la manipolazione della pellicola prima e della
carta in un secondo momento, indaga vari aspetti del suo io. Emergendo dal
profondo, le emozioni e le riflessioni sulla propria esistenza si fissano su
pellicola e su carta mai completamente, permettendo così al soggetto di
mantenere un'aura di mistero che possiamo soltanto immaginare. Mostrandoci, in
questo modo, che la conoscenza non è mai totale e che, anzi, dura per tutto il
tempo della vita.
Tea Giobbio ha esposto in Italia e all'estero, in numerosi spazi pubblici e in
gallerie private.
Principali mostre personali: "Ricordi senza storia", Torretta, Sarnico (Bg),
(2002); "Identita'", Galleria San Fedele, Milano, a cura di R. Mutti (2000);
"Autoritratti", Sotto La Mole, Fondazione Italiana per la fotografia, Torino
(1998).
Principali mostre collettive: "Interni Italiani 2", Istituto Italiano di
Cultura, Praga, a cura di M. Hajek e W. Vallini; "Corpi Dispersi, Castello
Comunale di Barolo, a cura di F. Boggiano; "Interni Italiani", Sociedade
Nacional de Belas-Artes, Lisbona, a cura di E. Di Mauro e P. Olivari; "Una
Babele Postmoderna", Palazzo Pigorini, Parma, a cura di E. Di Mauro (2002);
"Ritrovarsi allo Specchio", Museo Ken Damy, Brescia, a cura di R. Mutti e K.
Damy (2001); "Portfolio a Confronto", Galleria San Fedele, Milano, a cura di G.
Chiti, D. Curti e R. Mutti (1999).
Inaugurazione: Venerdì 21 marzo 2003, dalle ore 18 alle ore 20,30
L'artista Tea Giobbio sarà presente all'inaugurazione
Orario: dal martedì al sabato dalle 9,30 alle 12,30 / dalle 15,30 alle 19
Joyce & Co.
GALLERIA ARTISTICO LETTERARIA
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