20 incisioni illustrano come i due pittori hanno affrontato la figura umana con uno sguardo lontano dal lirismo accademico e un approccio realistico, quotidiano e carnale, rappresentando le caratteristiche piu' crude dei corpi e dei volti maschili e femminili.
Dipingere corpi avvizziti, dare risalto alle impietose rughe del viso,
ritrarre nudi in cui la carne emerge in tutta la sua tragicità. A distanza
di quattro secoli l'uno dall'altro, il pittore britannico Lucian Freud
(1922-2011) e il maestro olandese Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606-1669)
sono affiancati in un confronto estetico proposto dalla mostra
Freud-Rembrandt. Incisioni. I due artisti hanno guardato alla realtà con un
atteggiamento disincantato e fuori dagli schemi, usando l'incisione come
mezzo espressivo autonomo, perfettamente capace di esprimere il loro mondo
visivo. Questo in particolare per Rembrandt, che è l’acquaforte con la quale
ha compiuto capolavori immortali.
In programma da sabato 17 marzo a domenica 13 maggio alla Fondazione Bottari
Lattes di Monforte d’Alba (via Marconi 16 – Cn), la mostra è curata da
Vincenzo Gatti ed è a ingresso gratuito (orario: da lunedì a venerdì ore
14,30-17; sabato e domenica ore 14,30-18,30 e visite guidate).
Venti incisioni (dieci per ogni autore), provenienti da collezioni private e
di particolare rarità, illustrano come i due pittori abbiano affrontato la
figura umana con grande potenza di linguaggio, con uno sguardo lontano dal
lirismo accademico e un approccio realistico, quotidiano e carnale, senza
timore di rappresentare le caratteristiche più crude dei corpi e dei volti
maschili e femminili. Nella maggior parte delle loro acqueforti i volti e le
figure sono sottratti a ogni contesto domestico, in contrapposizione con i
ritratti e i nudi ideali della tradizione classica.
Tra i più importanti pittori e incisori della storia dell’arte mondiale,
maestro dei chiaroscuri, Rembrandt nei suoi numerosi ritratti e autoritratti
ha saputo tratteggiare differenti personalità, espressioni particolari e
insolite del viso, atteggiamenti, costumi. E ha saputo cogliere con occhio
moderno e anticonformista il tempo che scorre sull'uomo, senza mai negare
dignità alla senilità. È il trionfo del particolare, della tecnica e di un
raffinato linguaggio figurativo e incisorio innovativo, portatore di
intensità emozionale e rivoluzionaria.
Circa trecento le acqueforti da lui realizzate. In esposizione a Monforte
esemplari particolarmente pregevoli per la qualità della stampa. «Negli
ultimi anni della sua esistenza - spiega il curatore Vincenzo Gatti -
Rembrandt si trova veramente in una dimensione artistica al di fuori del
tempo. Le forme si sfaldano sotto i colpi della luce, l'umanità potente e
dolente dei ritratti tocca i vertici assoluti dell'introspezione
psicologica. Di lui rimane un corpus di oltre trecento acqueforti che
eguagliano e compendiano, per l'originalità, l'invenzione, l'abbagliante
modernità, la sua opera pittorica».
Tra le incisioni in esposizione: Studio di nudo maschile (1646, acquaforte);
Ritratto di Clement de Jonghe (1651, acquaforte, puntasecca e bulino);Nudo
di schiena disteso in ombra (1658, acquaforte, puntasecca e bulino).
Il più grande pittore figurativo vivente: così era considerato da molte
parti Freud, scomparso lo scorso anno all’età di ottantotto anni. Molto
apprezzato dal mercato, anche nei ritratti di personaggi ricchi e famosi
(come la Regina Elisabetta II o la modella Kate Moss) indaga il corpo e il
volto con occhio feroce e morbosamente indagatore, svelando il disfacimento
della carne, evidenziano i segni che l'esistenza lascia sui corpi umani e
cercando di esprimere tutta la fisicità della materia di cui è fatto
l'essere umano.
« Freud torna all'incisione nel 1982 – spiega Gatti –, dopo oltre trent'anni
dai primi lavori: ora l'acquaforte è vista come prolungamento della pittura.
In essa trasferisce molta della potenza espressiva dei dipinti, spesso
precedendo in essa la stesura del quadro di analogo soggetto».
Le acqueforti esposte includono: Ragazza bionda (1985); Ragazza che si regge
il piede (1985); La madre (1982).
La mostra è realizzata con il contributo della Galleria Ceribelli di
Bergamo.
Gli artisti
Lucian Freud, nato a Berlino nel 1922, è stato tra i pittori più influenti
degli ultimi anni.
Nipote del padre della psicanalisi Sigmund Freud, nel 1933 si trasferisce
nel Regno Unito con la famiglia di origini ebraiche per sfuggire alle
persecuzioni del nazismo. Nel 1939 ottiene la cittadinanza inglese.
Tiene la sua prima personale nel 1944 e dieci anni dopo rappresenta la Gran
Bretagna alla Biennale di Venezia insieme con Francis Bacon e Ben Nicholson.
Dopo aver subito in gioventù l’influenza del Surrealismo, la sua evoluzione
stilistica lo porta e diventare, insieme a Fedor Kosloff, Frank Auerbach e
lo stesso Bacon, uno dei maggiori esponenti britannici figurativi dalle
forti tendenze espressive. La sua ricerca si concentra sulla
rappresentazione ossessiva della figura umana nei suoi aspetti più crudi e
fragili, arrivando a essere sfrontata e impietosa, per evidenziare i segni
che l'esistenza lascia sui corpi umani. I nudi, sensuali e tragici al tempo
stesso, mettono in luce appieno questo trionfo di una fisicità spesso
eccessiva e debordante.
Tra i personaggi noti ritratti da Freud anche la regina Elisabetta e Kate
Moss, raffigurate senza alcun tipo di concessione estetizzante, cercando di
far affiorare le ansie e le angosce dei suoi soggetti, a discapito
dell’esteriorità.
Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida, 1606; Amsterdam, ottobre 1669),
considerato uno dei più grandi pittori della storia dell'arte, attivo nel
periodo dell'età dell'oro olandese, sbalordì i contemporanei per la sua
libertà rappresentativa e per l’approccio tecnico fuori dal comune, per la
capacità con cui seppe combinare padronanza dei mezzi tecnici, inventiva e
ricerca espressiva.
Durante gli anni della giovinezza trascorsi a Leida (1625-1631), i suoi
dipinti sono di dimensioni piuttosto ridotte, presentano grande ricchezza di
dettagli (i vestiti, i gioielli) e affrontano principalmente temi religiosi
e allegorici. Nei primi anni ad Amsterdam (1632-1636) Rembrandt inizia a
dipingere scene drammatiche di grande formato e dai colori molto
contrastati, tratte dalla Bibbia o dalla mitologia. Inizia anche a eseguire
ritratti su commissione. Uno dei lavori più importanti commissionati in
questo periodo è La lezione di anatomia del Dr. Tulp.
Verso la fine del 1630 realizza quadri e stampe di argomento paesaggistico,
dove accentua la forza drammatica della natura, rappresentando alberi
sradicati e cieli tetri e minacciosi. Dal 1640 lo stile diventa meno
esuberante e adotta toni più sobri, come riflesso delle tragedie personali
che Rembrandt attraversa. Le scene bibliche sono soprattutto tratte dal
Nuovo Testamento. Un'eccezione è rappresentata dall'enorme La ronda di
notte, l'opera di maggiori dimensioni, vigorosa e di forte impatto. I
paesaggi sono principalmente realizzati a stampa anziché dipinti.
Nel decennio successivo lo stile di Rembrandt cambia nuovamente: i dipinti
acquistano maggiori dimensioni, il colore si fa più ricco e intenso e i
colpi di pennello più evidenti e pronunciati. Nel corso degli anni, pur
continuando a eseguire quadri ispirati a temi biblici, sposta la sua
attenzione dalle scene di gruppo ad alta intensità drammatica a singole
figure più delicate e simili a ritratti. Nei suoi ultimi anni Rembrandt
dipinge i suoi autoritratti più riflessivi e introspettivi. Tra i più grandi
capolavori dell'ultimo periodo si annoverano Sindaci dei drappieri (1662) e
La sposa ebrea (1666).
Ufficio Stampa: Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura - Paola Galletto, galletto@salonelibro.it, 011.5184268 int. 907, 340.7892412
Fondazione Bottari Lattes - Roberto Schinardi, schinardi@fondazionebottarilattes.it
Vernissage: sabato 17 marzo 2012 marzo ore 18
Fondazione Bottari Lattes
via Marconi 16 Monforte d’Alba
Orario: da lunedì a venerdì 14,30-17; sabato e domenica 14,30-18,30
Ingresso gratuito