Fondazione D'Ars Oscar Signorini onlus
I temi dei dipinti di Giacomelli fanno riferimento al sociale, lo sguardo e' quello di un fanciullo che ha nostalgia di un'innocenza perduta.
“(…) I temi dei dipinti di Patrizio Giacomelli fanno riferimento al sociale, lo sguardo è quello di un fanciullo che ha nostalgia di un'innocenza perduta, non la sua ma quella del genere umano, del suo paese e di chi lo abita. Pensando di scrivere di lui, non ho potuto fare a meno di ricondurmi alla poetica del 'fanciullino', tanto magistralmente elaborata da Pascoli, secondo cui “è dentro noi un fanciullino che non ha solo brividi ma lacrime ancora e tripudi suoi […].
Egli è quello che ha paura del buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; egli scopre nelle cose le somiglianze e le relazioni più ingegnose. […] impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare”. Giacomelli coglie l'essenza delle cose perché, come il 'fanciullino' pascoliano, 'vede' davvero e non si limita a guardare, 'ascolta' e non si limita a sentire, e questo è quanto di lui colpisce conoscendolo.
In lui l'uomo e l'artista coincidono, nei suoi dipinti si 'legge' la sua 'carta d'identità' morale; in essi non c'è ricerca ossessiva della bellezza estetica, ma desiderio bruciante di materializzare i suoi pensieri, di dare corpo al suo mondo interiore, fatto di incanto, di rabbia, di nostalgia, recalcitrante alle 'sirene' consolatorie che l'attuale società ci somministra; è un sognatore, forse un idealista, ma riconosce bene le 'trappole' disseminate da un contesto che ci vuole allineare, ottundere e plasmare. Le sue tele appaiono un monito a guardarsi da esse; non nelle vincite strabilianti, promesse dalle svariate lotterie, non nelle seducenti e mercificate immagini femminili, non in paradossali progetti di alta ingegneria risiede la soluzione ai nostri mali, è altrove che bisogna cercare, è riscoprendo noi stessi, ripercorrendo il lungo itinerario che l'umanità ha tanto faticosamente intrapreso per 'non viver come bruti'. La salvezza è quindi in un viaggio a ritroso, e perché ciò sia possibile, il lottatore deve staccare le gambe dal ring e sferrare i suoi colpi, finalmente libero.” Cristina Luciani
Patrizio Giacomelli si accosta all’arte e alla pittura nel 2011; questa è la sua prima esposizione personale
Contatti: t. 333 6237899 – email: patrizio.giacomelli@alice.it
Inaugurazione 20 marzo ore 18
Studio D'Ars
via Sant'Agnese, 12 Milano
Orari: lunedì-venerdì dalle 16 alle 19.30, giovedì anche dalle 21 alle 23 su appuntamento
Ingresso libero