Enrico Angelini
Paolo Bernacchia
Elena Bettucci
Antonio Del Gatto
Girio Marsili
Laura Martellini
Martina Pagnanini
Ilaria Pellerito
Giulio Vesprini
Daniela Vito
Marta Silenzi
Franco Morresi
Dieci artisti si espongono assieme alle loro realizzazioni, mostrando cosa anima il processo espressivo, come si traduce in termini artistici un dato emotivo, come diventa oggetto un pensiero.
Quando parliamo di arte contemporanea e vogliamo capire un'opera leggendone il contenuto, cerchiamo nella creatività dell'artista che l'ha prodotta, di trovarne la chiave di lettura cge ci riporti all'individuo come tale, inserito in un particolare periodo storico. Così che attraverso l'arte in generale e in quella contemporanea in particolare, riusciamo a penetrare nel nostro tempo e a fare un'analisi sociologica e psicologica dell'artista, del suo equilibrio interiore, dell'armonia e della profondità del suo animo.
Questi cinque anni di “ARTISTI_IN GALLERIA” hanno dato la possibilità ai giovani presenti in catalogo, di esprimere il meglio della loro Arte.
Se pur con modalità e personalità diverse, tutti hanno dimostrato un infinito amore per essa. Ognuno di loro ha potuto far evidenziare la propria valenza e, uscendo dai loro rispettivi canoni, anche cimentarsi in un insieme corale fatto a più mani.
Lavorando in presenza di un pubblico sempre costante e attento, si sono fatti conoscere ed apprezzare per la genialità dell'impostazione e soprattutto per la spontaneità di un'opera creata giorno dopo giorno e che, si è concretizzata davanti agli occhi dei presenti.
Franco Morresi
Ideatore e Curatore
"Artisti e gallerie – artisti in galleria"
Solitamente la fruizione artistica consiste nel recarsi in un luogo dove si espongono o si conservano opere d’arte per poterle guardare nella loro compiutezza. Questi luoghi-contenitori, di collezioni permanenti o mostre temporanee, prendono il nome di musei, o più spesso di gallerie. Il termine viene dal francese e va ad identificare una sorta di lungo passaggio coperto in un edificio abitualmente adibito alle passeggiate e quindi ornato di quadri, statuaria e oggetti pregiati con lo scopo di allietarle. Oggi la galleria d’arte è anche quella che, oltre ad esporre, vende le opere e si occupa maggiormente di arte contemporanea, salvo il caso in cui si tratti di una galleria antiquaria.
Comunque in ognuno di questi spazi l’opera che andiamo ad ammirare è finita, cioè l’artista ha completato la sua ricerca e lavorazione riguardo quello specifico manufatto e noi ci troviamo di fronte all’atto finale, al risultato, all’esito ultimo di un processo di realizzazione di cui non sappiamo nulla o, pur conoscendolo, non vediamo nulla, non nel suo svolgimento. Negli ultimi cinque anni, dietro l’input e l’organizzazione del maestro Franco Morresi, alcuni giovani artisti locali rivoluzionano tanto il concetto di ‘opera finita’ quanto quello di ‘contenitore espositivo’, osando mostrarsi nei loro work in progress e adottando come teatro un particolare sito cittadino, una piccola piazza, un popolare centro di ritrovo, coperto ma non al chiuso, che prende appunto il nome di galleria. L’opera d’arte diventa allora performance. Dall’ideazione alla scansione delle varie fasi lavorative. Dalla preparazione di una tela alla scelta della tavolozza, dal disegno preparatorio alla miscela dei materiali, dalla modellazione di un ritratto plastico all’elaborazione di un’istallazione, dalla figurazione pulp della street art al gioco armonico del body painting. Dieci artisti in cinque anni si espongono assieme alle loro realizzazioni, mostrando cosa anima il processo espressivo, come si traduce in termini artistici un dato emotivo, come diventa oggetto un pensiero e di cosa si carica lungo la strada, mettendo alla ribalta – sotto gli occhi di un pubblico attivo e brulicante tra le opere, nate quindi nel pieno vitale di serate estive, tra la gente, e non nel chiuso favorevole di un atelier – stralci di ricerche individuali, intimità vulnerabili, energicoesibizionismo e differenti personalità in modo che i fruitori possano accedere anche alle zone grigie, agli spazi intermedi, alle incertezze e ai pentimenti, alla spinta infervorata del momento benevolocome all’azzeramento in cui l’immagine non sale, l’idea non si concede, non trova la forma.
Tele e carte accolgono gesti, mosse, evoluzioni di pennello, spargendo odore di colore, costruendo paesaggi di pittura anoggettuale, conservando il valore segnico affidato anche alle installazioni che spazio, sforzano la logica, spingono e annodano (Antonio Del Gatto); o evocando dalle profondità del biancore nuances svanite e disciolte, come lentamente assorbite dalla superficie in moduli che, con grazia, compenetrano e si fanno largo (Elena Bettucci); e concedendosi anche ad attimi di art fusion dal gusto metropolitano, a più mani sulla tela, tra il murales di periferia e l’action più “dekooninghiana”. Prestazioni metodologiche animano volti, dalle fattezze dei presenti presi a modello, dentro una massa di argilla inerte, chiamando dal nulla le fisionomie sui precis itocchi delle dita, calibrando carezze e incidendo pressioni (Enrico Angelini).
Esili disegni a matita cedono la loro leggerezza alla sagacia, all’immediatezza contenutistica dello street art style, dai contorni netti, le campiture acriliche pure e compatte, il messaggio pesante come una sentenza mascherata d’ironia (Giulio Vesprini). Talvolta spuntano cartoline dal sapore anni ’50 ed il gusto del dettaglio che ben presto lascia il pennello per l’ago, quello da cucito, volgendosi al femminile dei soggetti oltre che dei particolari (Martina Pagnanini); un femmineo declinato poi quasi in chiave tatoo, steso con le mani e sposato all’andamento circolare, simbolico, ancestrale, come un rituale propiziatorio fatto di neri robusti, di rossi, di ocra (Laura Martellini). Le mani si sporcano con fondi di bassorilievo spolverati e riempiti di forme abbondanti e linee morbide dal sapore monumentale,valide anche nei volumi scultorei in ceramica raku ispirati a misteri generativi e cosmogonie (Daniela Vito), il tutto opposto ad un dripping compositivo e nebuloso, rinnovato nell’uso di materiali naturali, tra Pollock e il Dubuffet delle Texturologies (Paolo Bernacchia). La sapienza tecnica infine sbalza un rilievo narrativo e solenne della decollazione del santo patrono (Girio Marsili), lavoro notevole, coraggiosamente in contrasto con la vivezza trompe l’oeil del body painting più decorativo, tra mannequins e sirénes (Ilaria Pellerito), dandoci prova degli estremi dell’arte, delle vaste direzioni in cui il linguaggio espressivo può spingersi e come riesce a farlo, con tutta la freschezza e l’impeto che un drappello di giovani artisti ci consegna nelle mani e tra gli occhi.
Marta Silenzi
critica d'arte
Elenco Artisti invitati:
Enrico Angelini
Paolo Bernacchia
Elena Bettucci
Antonio Del Gatto
Girio Marsili
Laura Martellini
Martina Pagnanini
Ilaria Pellerito
Giulio Vesprini
Daniela Vito
INAUGURAZIONE 24 marzo 2012 ore 18:00
Palazzo Comunale - Palazzo Sforza
piazza XX Settembre, 93 - Civitanova Marche (MC)
ORARI MOSTRA: tutti i giorni dalle ore 17:00 alle ore 20:00 15 aprile compreso