Visibile, invisibile. Nelle fotografie di Alfieri gli abiti e gli accessori subiscono un processo di decontestualizzazione, necessario per restituire leggerezza, separarsi e insieme originarsi.
A cura di Roberto Mutti e Maiter Ferrario
Con questo progetto Galleria Wabi parteciperà nel mese di aprile al Milano Photofestival.
Galleria Wabi presenta sedici lavori recenti di Benedetta Alfieri, realizzati in due differenti formati: 1:1 e 16x26 cm.
Gli abiti vuoti di Alfieri si stagliano in una prospettiva frontale, la stessa dell’autrice, su fondi di un bianco abbagliante. Alludono con un’impronta corporea al tutto: il corpo assente, attraverso la parte: il vestito o l’accessorio.
L’abito ha una vita propria, artificiale, con una dimensione autonoma rispetto al valore/corpo al quale sempre allude o rimanda.
Una sorta di traccia o reperto, che riconduce alla persona viva, come un’impronta.
Separatezza e lontananza, ma anche identità e appartenenza le suggestioni di un lavoro sulle apparenze o ciò che sostituisce i corpi.
Ed è proprio la mancanza del corpo, così fortemente evocato, che spinge lo spettatore a osservare con cura ogni dettaglio, ogni piega, ogni “traccia”. Così, attraverso il dettaglio, l’abito si definisce come un oggetto al tempo stesso concreto e astratto, per certi versi “iper-reale”.
La fotografia è il fine e il mezzo di una ricerca che conferisce vita autonoma agli oggetti: il collegamento tra corpo e mondo, tra la parete e l’osservatore. Benedetta Alfieri definisce una modalità relazionale attraverso gli oggetti appartenuti a persone conosciute e non. Oggetti che recano tracce, alcune sommesse altre più udibili, come nel caso delle scarpe che raccontano con le loro pieghe e deformazioni la postura di chi le ha possedute.
Il lavoro di Alfieri è un lavoro sul corpo e sulle storie possibili ad esso connesse. I suoi lavori raccontano ogni volta una storia diversa, in cui ci si trova la passione, l’incanto e la conseguente carica energetica come rimando a forme dalla bellezza incontestabile. Gli abiti e gli accessori subiscono un processo di decontestualizzazione necessario per restituire leggerezza, separarsi e insieme originarsi. Ciò che resta, nella dimensione della durata, è l’affioramento di un silenzio e la suggestione di una storia ancora da raccontare.
I prezzi delle foto in mostra variano: Euro 5.500 per i grandi formati, Euro 1.000 per i piccoli.
Ufficio stampa Erica Prous 347 12 00 420 studio@ericaprous.com
Inaugurazione della mostra mercoledì 28 marzo 2012 alle ore 19.00
Galleria Wabi
Via Garigliano 3 Milano Quartiere Isola
Orari: da martedì a venerdì dalle 12 alle 19 _ Sabato solo su appuntamento.
ingresso libero