Il rapporto con la sessualita', i desideri inconsci, la morte e il panico emergono nei dipinti dei giovani artisti in mostra, per i quali la creazione ritrova la propria dimensione dionisiaca.
a cura di Andrea Licarpia
Saranno esposte opere pittoriche prodotte da una selezione di giovani artisti noti a livello nazionale, scelti tra quelli che, partendo dalla necessità della figurazione, utilizzano il medium pittorico con impeto gestuale, esprimendo così le inquietudini e gli stati d'animo derivanti dal problematico rapporto dell'uomo contemporaneo con la natura e la società.
”Racconti selvatici”: La narrazione del mondo, tra mitologia e realtà quotidiana, è uno degli elementi determinanti nell’arte degli ultimi anni. Il racconto per immagini ritrova nella pittura un mezzo adatto ad oggettivare con immediatezza la percezione delle esperienze vissute in prima persona. Nella gestualità più arcaica, utilizzata per ricreare nel modo più spontaneo e istintivo le figure della realtà quotidiana, rivivono i miti antichi e moderni, sempre avidi di riallacciare il rapporto dell’uomo con la natura. Nel panorama dell’arte contemporanea la libertà di utilizzo, da parte degli artisti, di un media rispetto ad un altro, è cosa oramai assodata e consolidata. L’utilizzo del mezzo pittorico non è più la scontata conformazione a una prassi storica, ma diviene una scelta ben precisa, mossa da particolari urgenze espressive, che ritrovano la propria naturale concretizzazione nella semplice disposizione di materia colorata su un supporto bidimensionale. Nella spontaneità del gesto le forme ritrovano la propria essenza che, spogliata dalle interpretazioni razionali e dalle griglie morali, torna a vivere una realtà solida. Come nella ritualità degli antichi misteri, la consapevolezza integrale del proprio essere è ottenibile attraverso l’emersione del rimosso, dell’incubo e degli istinti primari, che vengono così reintegrati come energie salvifiche provenienti dalla materia magmatica del subconscio. Il rapporto con la sessualità, i desideri inconsci, la morte e il panico emergono nei dipinti degli artisti della mostra Racconti selvatici, per i quali la creazione ritrova la propria dimensione dionisiaca.
Silvia Argiolas descrive delle visioni stranianti, quasi lisergiche, nelle quali le forze della natura, e gli stati emotivi e psichici che ne derivano, sono personificate da creature ibridate tra l’umano, l’animale e il vegetale. Con una pittura dalla gamma cromatica acida, gestuale e descrittiva allo stesso tempo, l’artista mostra luoghi mentali sospesi in uno spazio tempo indefinito, nei quali la realtà razionale cede il passo a diversi stati di coscienza. Il corpo diviene luogo di trasformazioni, posto al centro di scene che sembrano descrivere antichi rituali sciamanici, nei quali emergono anche gli aspetti più cupi e irrazioSabato 31 marzo 2012 inaugura la mostra collettiva, intitolata Racconti selvatici, presso la Galleria delle Battaglie di Brescia.nali della natura, trasformati in forze salvifiche.
Silvia Argiolas nasce a Cagliari nel 1977, vive e lavora a Milano.
Silvia Mei esplora con audacia i territori del grottesco, enfatizzando i ghigni e le imperfezioni dei suoi personaggi, resi con una pittura istintiva, diretta e senza abbellimenti superficiali, ma nello stesso tempo leggera e ironica per i toni quasi fiabeschi della narrazione. L’artista, nel suo vasto repertorio di ritratti immaginari, supera la divisione delle categorie del bello e del brutto, rendendo buffi e rassicuranti anche i volti e i corpi più deformati, senza concessioni all’estetica artefatta da rivista patinata, ma liberando quella “bellezza convulsiva” tanto amata dai surrealisti.
Silvia Mei nasce a Cagliari nel 1985, vive e lavora a Milano.
Piero ½ Botta, con una pittura corposa e sensuale, compone ampie forme costituite da un caos di segni e sovrapposizioni materiche che si stagliano su un fondo completamente bianco. Sono chiari i riferimenti al corpo umano, reso nella sua prorompente dimensione fisica, senza idealizzazioni. Le membra rappresentate si sfaldano e si metamorfizzano, lasciando spazio alla rivelazione del corpo a corpo messo in atto dall’artista nel suo prendere possesso dello spazio della tela attraverso la materia pittorica.
Piero ½ Botta nasce a Fermo nel 1977, vive e lavora tra Milano e Londra.
Guido Pecci rappresenta più figure, forme, segni e simboli che dialogano nella superficie pittorica, dalla gamma cromatica fresca e luminosa, in una commistione di tecniche e codici linguistici diversi. I toni a prima vista leggeri e pop s’intrecciano alla complessità psicologica dei temi trattati. Compaiono spesso riferimenti al delicato passaggio dall’introversione all’apertura al mondo esterno, quindi alle problematiche tipiche dell’adolescenza, ma anche a quelle di chi, in età adulta, non riesce ad abbandonare il mondo illusorio dei giochi infantili.
Guido Pecci nasce ad Alatri nel 1975, vive e lavora tra Roma e Alatri.
Inaugurazione 31 marzo ore 18.30
Galleria delle Battaglie
via delle Battaglie 69/A, Brescia
Orari: da martedì a sabato 10.30- 12.30 e 16 -19.30
Ingresso Gratuito