Vie d'uscita / voies d'issue. Le tele di Sottile hanno una specifica volonta' di riconquistare il valore dell'opera intesa come prodotto unitario.
Il segno, la “fatica” del segno, assumono un’importanza fondamentale negli ultimi lavori di Michele Sottile. Il segno inteso come primo elemento “linguistico” in quel flusso di comunicazione continuo tra idea e mano. Troviamo la volontà di riconquistare il valore dell’opera intesa come prodotto unitario, mani e mente in una sola unità. Il tema del recupero del “lavoro” inteso come parte integrante della creatività.
C’è la preoccupazione di allontanare la “minaccia retorico- letteraria” (sempre in agguato) che contrappone “l’idea” e “la mano”, per dirla semplicemente con Platone: l’otium contrapposto al negotium. Parafrasando Froebel potremmo dire che: nella creazione soltanto “con il lavoro rendiamo esteriore quello che è interiore”. Il processo creativo come parte essenziale della creazione come progressivo arricchimento dell’idea generante. L’impressione è che l’opera finale nella sua disarmante pulizia formale sia il frutto di un lavoro costante metodico appassionato, che ha la non celata volontà di recuperare la metodologia produttiva dell’ “Artigiano”, l”homo faber”.
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