Un libro d'artista di Nicola Pecoraro 'illustrato' da Emilio Prini. Una conversazione serrata tra due artisti che ha preso il via nel 2009.
a cura di Luca Lo Pinto
Il libro che avete tra le mani è un libro d'artista di Nicola Pecoraro illustrato da Emilio Prini. Li separano 35 anni, ma, come noterete, non si sentono. Nel 2009 Nicola ha trascorso qualche mese a Nizza in residenza presso il museo Villa Arson. Un giorno, in biblioteca, ha scoperto casualmente un catalogo di Emilio Prini. L'unico catalogo monografico mai pubblicato dal 1967 - anno in cui esordì partecipando alla mostra seminale Arte Povera - IM Spazio - ad oggi. Catalogo, però, non riconosciuto dal riconosciuto artista ligure, il più ricco tra i poveristi. La pubblicazione documenta l'unica personale di Prini ospitata da un'istituzione pubblica (Fermi in Dogana, Ancienne Douane, Strasburgo, 1995/96). Una mostra pensata come una grande scenografia con le opere a fungere da props. Le immagini che illustrano il catalogo documentano le opere in questo specifico contesto espositivo. Come fossero scatti documentativi di oggetti sequestrati in dogana.
Dopo averlo fotocopiato per intero, Pecoraro è intervenuto su ogni pagina con disegni, aggiungendo pattern geometrici, fumetti, scansioni di foto trovate e personali tramite un processo associativo. Tale processo ha di conseguenza alterato la sequenza originaria delle pagine per produrre una forma nuova. Un dialogo a distanza sviluppatosi unicamente su un piano iconografico.
La bozza è stata così presentata a Prini. In un botta e risposta fatto di selezione delle immagini, tagli, modifiche, dubbi e ripensamenti, il libro ha subito almeno cinque stesure fino ad arrivare al risultato finale. Con la sua proverbiale seria e sofisticata, poetica e scientifica ironia, Emilio ha deciso di definire il suo intervento come illustratore. Nonostante le immagini siano numerose, la copertina recita "illustrazione di emilio prini" con il sostantivo al singolare come a considerare questa moltitudine un'unica grande immagine, un singolo gesto. Da monologo il progetto si è trasformato in una conversazione serrata. Prini ha giocato con le sue immagini come fossero parole attraverso un processo di associazioni talvolta immediato, altre volte più analitico. D'altronde il suo motto recita "Non ho programmi, vado a tentoni".
Ora non vi resta che lasciarvi trasportare da questo flusso di immagini e scoprire cosa si nasconde dentro la tomba degli uomini scorpioni.
Luca Lo Pinto
Mercoledì 15 febbraio 2012 dalle 18.30
Galleria S.A.L.E.S.
via dei Querceti, 4/5 Roma