A fuoco e fuori forma. Un dialogo artistico che nasce da una serie di fotografie di Pierpaolo Pasolini scattate nel 1975. Il 'vuoto' delineato dai gesti minimi ma incisivi di Prini e una visione di natura ritrovata di Pedriali.
La Galleria Pio Monti di Roma presenta una coppia insolita: Emilio Prini,
protagonista dell’Arte Povera e Dino Pedriali, fotografo romano. Un dialogo
che nasce da una serie di fotografie che Pedriali ha fatto a Pierpaolo
Pasolini nella sua casa di Chia nel 1975 poco prima della sua morte.
Pasolini, dunque, come termine medio, innesta una connessione tra il rigore
formale e intellettuale di Prini e il sentire immediato di un osservatore
che nobilita anche le periferie culturali di Pedriali.
In questa Mostra
convivono il senso della sospensione, del silenzio e dello spiegamento del
pensiero, il "vuoto" delineato dai gesti minimi ma molto incisivi di Emilio
Prini, e una visione della natura ritrovata di Dino Pedriali, dove forse
riappariranno di nuovo le lucciole da tempo scomparse, "le lucciole come
reliquia o memoria di luce nella paurosa oscurità". Quelle lucciole che
Sciascia nell’incipit dell’Affaire Moro dedica a Pasolini "La gioia di un
tempo ritrovato - l’infanzia, i ricordi, questo stesso luogo ora silenzioso
pieno di voci e di giuochi - e di un tempo da trovare, da inventare. Con
Pasolini. Per Pasolini".
Inaugurazione 11 aprile ore 19
Galleria Pio Monti
piazza Mattei, 18 - Roma
Orario: 16-20, chiuso domenica
Ingresso libero