Painting New York. Sono esposti 25 nuovi dipinti ispirati all'America degli anni '50 e realizzati dall'artista in quest'ultimo anno.
Sabato 14 aprile 2012 ore 18, alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano) inaugura la mostra personale di PAOLO PARADISO: Painting New York. Sono esposti venticinque nuovi dipinti ispirati all’America degli anni cinquanta e realizzati dall’artista in quest’ultimo anno.
Paolo Paradiso nasce a Milano. Intraprende studi di grafica pubblicitaria ma si dedica contemporaneamente alla pittura di cui è appassionato da sempre. Nel 1983 una svolta importanrte: decide di trasferirsi negli USA stabilendosi a Chicago. Durante gli anni trascorsi in America la pittura, mai abbandonata, diviene sempre più importante fino a diventare la sua attività prevalente. Nel 2003 espone la sua produzione americana alla Michael H. Lord Gallery di Chicago. Dal 2004 ritorna a Milano, dove attualmente risiede.
Nello stesso anno partecipa al Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza indetto dalla Galleria Ponte Rosso e ottiene il I Premio. Nella primavera del 2005 espone in mostra personale presso l’Università Bocconi e in settembre tiene la sua prima mostra personale alla Ponte Rosso dal titolo L’America dipinta di Paolo Paradiso, presentata in catalogo da Carlo Adelio Galimberti; nel 2006 presenta An American Theme.
Nel 2007 tiene la personale Atmosfere americane al Centro Culturale del Comune di Pizzighettone, mostra presentata in catalogo da Damiana Tentoni. Negli anni seguenti, sempre alla Ponte Rosso, espone: Music for the eyes (2008), Four Years After (2009), Metropolis (2010), presentata in catalogo da Flaminio Gualdoni, The shadow of the Empire (2011), fino all’attuale Painting New York (2012) presentata in catalogo da Elena Pontiggia.
Ha scritto ELENA PONTIGGIA (presentazione in catalogo, marzo 2012):
(…) Paradiso, vogliamo dire, non è un iperrealista e non è nemmeno un realista, anche se può sembrarlo. Le sue immagini sono filtrate attraverso una trama di rimandi e citazioni che vanno dalla fotografia e dal cinema (come non pensare al finale di Metropolis o a Lewis Hine per Men at work?) fino alla pittura di Hopper e di certa Pop Art. Ma, soprattutto, sono rielaborate con una nuova sintassi. Quando, per esempio, dipinge le strade, abbrevia innaturalmente lo spazio e incolla le automobili l’una all’altra. Lo fa per suggerire la congestione del traffico, ma più ancora per intensificare il senso ritmico e volumetrico della composizione, che diventa un mosaico di tessere tridimensionali. La sua, insomma, è una falsa oggettività, che corregge il di-sordine delle cose per inquadrarle in un più rigoroso (anche se nascosto) ordine visivo.
Il viaggio nello spazio, sia pure uno spazio ricreato come in uno studio cinematografico, è dunque il dato più ovvio nelle opere dell’artista. Meno evidente è quello nel tempo. Paradiso, in realtà, non dipinge l’America di oggi, ma quella di mezzo secolo fa. Lo si nota soprattutto quando nei suoi quadri compaiono le figure, come per esempio in Liberty, dove la Statua della Libertà è salutata da due signore con le gonne ben sotto il ginocchio e da due signori col Borsalino. Ma anche le sue macchine, a ben vedere, sono modelli vintage che oggi si trovano solo nel mercato del modernariato, e forse nemmeno lì.
Lo scarto temporale è ancora più suggestivo perché a evocare il passato non sono reperti storici o frammenti dell’antico, ma la metropoli americana, icona per eccellenza della modernità. (…)
Inaugurazione 14 aprile ore 18
Galleria Ponte Rosso
via Brera, 2 - Milano
da martedi a sabato 10-12.30 15.30-19 domenica e lunedi chiuso