Il primo uomo sul sole. La mostra raccoglie i risultati di un discorso comparativo tra mondo animale e societa' contemporanea, una sorta di inquietante 'fattoria degli animali'.
A cura di Maurizio Coccia
Ideazione e coordinamento di Enzo De Leonibus
Tra rimandi orwelliani, sorprendenti associazioni visive
e gusto per la manipolazione dei materiali,
un viaggio nel mondo animale come metafora della nostra crisi.
Il primo uomo sul sole è la mostra che raccoglie i risultati di una ricerca
iniziata diversi anni fa. Mario Consiglio – artista italiano con costanti e lunghe
frequentazioni estere – da tempo va sviluppando un discorso comparativo tra
mondo animale e società contemporanea. L’osservazione delle dinamiche
umane l’ha portato a ideare una sorta di inquietante “fattoria degli animali”, con
un’incisiva finalità allegorica. Però, a differenza del romanzo di Orwell, le accuse
al totalitarismo, qui, lasciano il posto a una serrata critica sociale. La rassegna
delle opere in mostra al Museolaboratorio di Città Sant’Angelo conta soprattutto
sculture in vetroresina di animali in scala reale. Ma, a uno sguardo
approfondito, l’apparente realismo di elefanti, gorilla, cani eccetera, svela
l’esistenza di inaspettati rapporti dialettici col mondo circostante. Minuscole
strutture abitabili, ospitate all’interno di un cane dall’aria servizievole. Grandi
pietre che gravano su agnellini indifferenti o collocate nella testa piena di
sussiego di un cavallo. Insomma viene il sospetto che la solenne, per quanto
artificiale, nobiltà zoologica risulti comunque vincente nei confronti di una
tecnologia aggressiva ma rudimentale. Altri indizi li troviamo nei grandi attrezzi
da lavoro, la cui violenza potenziale è annullata dall’uso incongruo. Oppure nella
galleria di ritratti a testa in giù, dove gli incerti rigagnoli di colore tentano –
senza riuscirvi – di mortificarne la “bestiale” precisione fisionomica.
La riconosciuta capacità manuale di Mario Consiglio, infine, in questa mostra è
al servizio di una tecnica volutamente low-fi. E, quasi fosse la metafora del
nostro destino prometeico, la mano armata di martello che si staglia contro il
sole (immagine-guida dell’esposizione), resta comunque il segno di un
fallimento. L’instancabile smania di conquista del genere umano (il primo uomo
sul sole!), è costretta a fare i conti con la nostra radice animale. Cioè quei
bisogni primari che, oltre a inquinare i rapporti interpersonali, macchiano le più
alte aspirazioni idealistiche dell’umanità. Come ben rappresentato dal Faust di
A. Sokurov, film che, in continuità con l’esperienza iniziata con Il grado zero
dello sguardo (la mostra del luglio 2011), propone ulteriori elementi di dibattito
e punti di vista alternativi sulle opere presentate.
MARIO CONSIGLIO
Nasce a Maglie (Lecce) nel 1968. Vive a Berlino e Perugia.
Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha esposto in numerosi spazi privati
e pubblici, in Italia e all’estero: Grimm Museum (Berlino), Trolley Gallery (Londra),
Galleria Carbone (Torino), Galleria Seno (Milano), Studio Visconti di Milano, Studio
La Città di Verona, Galleria Astuni di Pietrasanta (Lucca). È presente nella sezione
umbra della Biennale di Venezia, ospitata presso Palazzo Collicola a Spoleto.
L’artista attualmente residente a Berlino è affermato a livello internazionale. Le sue
immagini, che nei primi lavori rimandavano al mondo del fumetto, nelle opere più
recenti scaturiscono da un’attenta analisi del quotidiano abitativo, televisivo,
simbolico. Lo raccontano attraverso tecniche originali e in continua evoluzione.
Mario Consiglio lavora sull'alterazione ironica dell’immagine e sul riutilizzo dei
materiali, affrontando temi caldi legati alla società contemporanea e alla sua
decadenza.
Inaugurazione: sabato 14 aprile, ore 19:00
Museo Laboratorio
vico Lupinato 1, 65013 Città Sant’Angelo
Tutti i giorni 18-21, chiuso lunedi e martedi