Scacciapensieri e' il titolo dell'installazione ambientale realizzata da De Bernardo per l'Ala Est del museo. Analogamente a uno scacciapensieri, l'opera invita il visitatore a percorrerla e lo immerge in un'esperienza sensoriale.
Oppy De Bernardo. Scacciapensieri
Intitolata Scacciapensieri, l'installazione ambientale realizzata Est del
Museo Cantonale d'Arte da Oppy De Bernardo ci rimanda fin dal titolo all'ambiguità
di questo termine che si riferisce sia a quello che è forse uno dei più antichi
strumenti musicali al mondo, sia a qualche cosa che diverte e svaga, scacciando le
preoccupazioni. La scelta di questo termine manifesta tutto il suo potenziale
metaforico quando ci troviamo a percorrere gli spazi dell'Ala Est completamente
rimodellati dall'artista.
Analogamente a uno scacciapensieri, il cui vibrare monotono e ronzante amplificato
dalla cavità orale finisce per far svaporare ogni altro pensiero nella totale
identificazione della nostra coscienza con la percezione di questo suono ipnotico,
l'opera di Oppy De Bernardo, invitandoci a percorrerla, ci immerge infatti in
un'esperienza sensoriale avvolgente che assorbe completamente la nostra attenzione,
proiettandoci in quella che a prima vista potrebbe essere la ricostruzione nella
realtà di una situazione onirica.
Accedendo alla mostra, quella che lo spettatore si trova di fronte non è una
semplice e spettacolare messinscena scenografica o una costruzione architettonica da
guardare dall'esterno, come un osservatore neutrale, ma una situazione da esperire
direttamente, un'installazione in cui muoversi e con cui interagire. Attraverso la
radicale trasformazione dello spazio espositivo egli mette infatti in atto un
dispositivo relazionale, all'interno del quale è il pubblico, con la sua presenza, a
dare corpo all'opera. Come in altre opere dell'artista, anche in Scacciapensieri lo
spettatore deve compiere un tragitto, un tragitto che in questo caso sembra volerci
spingere fino a quella zona liminale che si colloca tra la vita e la morte,
invitandoci ad interrogarci sul modo con cui affrontiamo questo confine nella
quotidianità.
Accanto alla dimensione relazionale troviamo in Oppy De Bernardo anche un lato più
propriamente oggettuale come testimonia Relax (2008), l'altro lavoro esposto, che si
confronta anch'essa con la morte, o per meglio dire, con il pensiero della morte e
con le forme simboliche in cui questo pensiero si traduce. Realizzata per la mostra
finale del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como,
l'opera è costituita da una semplice panchina di legno dipinta di bianco, ricavata
dall'artista a partire da una bara usata. Ed è proprio quest'ultima informazione a
trasformare improvvisamente questo oggetto di design in un micidiale detonatore che
andando a toccare le corde di una sensibilità ancestrale innesca una serie di
interrogativi sul nostro rapporto con la morte e sui meccanismi di ritualizzazione
con cui cerchiamo di normalizzarne la presenza nelle nostre vite.
Catalogo bilingue italiano-inglese con un testo di Elio Schenini pubblicato da il Museo Cantonale d'Arte e la Fine Arts Unternehmen Books
Inaugurazione venerdì 27 aprile ore 18.30
Ala Est - Museo Cantonale d'Arte
Via Canova 10/6900 Lugano
Orari: martedì 14-17, mercoledì- domenica 10-17, lunedì chiuso
Ingresso libero