Nei dipinti in mostra l'artista decontestualizza i simboli dell'immaginario collettivo utilizzando una gamma cromatica a volte accesa, altre volte piu' sfumata.
Giacomo Sampieri appartiene alla categoria -ammesso che nell'arte del nuovo
millennio sia ancora possibile ragionare per categorie- dei cosiddetti nuovi pittori
della realtà.
Il realismo, in pittura come negli altri media «figurativi», rappresenta una cifra
immortale perchè attinge direttamente dal vivere quotidiano e questa è la ragione
principale per cui non smette di emozionare.
Ciò che accomuna artisti come Sampieri ad altri di epoche e blasoni differenti, è la
poetica del racconto, quel racconto che si basa sull' hic et nunc della società che
ci contamina con i suoi codici e suoi paradigmi.
Era così, con le doverose proporzioni, per molti artisti a cavallo tra la fine
dell'Ottocento e gli inizi del Novecento come Henri de Toulouse - Lautrec, Giovanni
Boldini,
Giovanni Segantini e così anche per artisti del dopoguerra come Edward Hopper,
Francis Bacon, Lucian Freud.
In questi artisti della realtà prevale essenzialmente un filo conduttore,
vale a dire un'aura narrativa che pervade lo spazio e la rende palpabile al di là
della scena.
Ciò che colpisce, dunque, non è tanto la scelta dei contenuti e dei soggetti
raffigurati, quanto la vitalità della scelta pittorica, che pare dotata di una
propria realtà e di una pura essenzialità.
Quella di Sampieri è una pittura istantanea ed implica un tempo che si concentra
sulla dimensione del momento attuale, privo di passato e di futuro.
Presente che per restare tale deve essere in continuo movimento, sfuggire, non
farsi catturare. Anche l'erotismo, nelle sue opere, diventa un bene di consumo,
assimilato con la stessa
voracità con cui si mangia un hamburger, si beve una Coca Cola o si legge un
fumetto. E, come per tutti i miti, l'immaginario collettivo lo carica di simboli
per esorcizzarlo.
Con ironia e freddezza, l'artista attinge a questo repertorio utilizzando una gamma
cromatica a volte accesa altre volte più sfumata, ma sempre con immagini appiattite
da una luce artificiale
che rende le sue mute figure come sospese nell'attesa di un disperato sguardo di
riconoscimento.
Mimmo Di Marzio
Inaugurazione venerdì 4 maggio ore 18.30
Garignani Belle Arti
via Vanchiglia, 16/d, Torino
lunedì 15:30 - 19:30, martedì / venerdì 9,30 -13,30 15,30 - 19,00
Ingresso libero