Il progetto, a cura di Margherita Artoni, si propone di dimenticare l'elogio dell'Astrattismo inteso come rifiuto della figura verosimile, nell'intento di ridefinire il movimento in chiave realmente propositiva. Espongono: Kristin Baker, Laura Owens, Mai-Thu Perret e Amanda Ross-Ho.
A cura di Margherita Artoni
Con la mostra Pure Perception la Galleria Monica De Cardenas presenta il nuovo corpo
di lavoro di quattro giovani e acclamate protagoniste dell'arte contemporanea. Il
progetto, a cura di Margherita Artoni, si propone di ridefinire la necessità
dell'astrattismo attraverso un percorso estetico volto a mettere in primo piano la
pars construens della dimensione percettiva dell'opera.
Oggi confrontarsi con il concetto di "astrazione" rischia di apparire un intento
sempre più inflazionato e per certi versi anacronistico. Molto è infatti stato
pensato e creato in questo fertile universo a partire dall'irrazionalismo filosofico
e dalle prime sperimentazioni dei fauves sino all'indagine degli ultimi anni.
L'affermazione dell'arte astratta ha saputo sovvertire nell'arco di oltre un secolo
l'idea tradizionale dell'intervento cromatico, dell'equilibrio tra le forme e del
ruolo dell'artista conferendo una raison d'être del tutto inedita alla percezione
del "bello". Una percezione "pura", slegata dalla componente denotativa
dell'immagine e fiera di (ri)appropriarsi di quei valori plastici che coincidono, in
realtà, con la radice creativa di ogni opera d'arte; il colore, lo spazio, la
struttura, la materia.
Nell'astrattismo l'intenzione figurativa viene dunque messa
in discussione per favorire l'ipotesi di un linguaggio "altro" dove la dicotomia
saussuriana tra significante e significato tende ad appiattirsi sul medesimo livello
segnico obbligando l'osservatore ad interpretare, oltre che comprendere, un'immagine
dal contorno incerto. Tuttavia, malgrado le apparenze, l'arte astratta non è un
groviglio caotico che nasce dalla semplice omissione o distorsione della figura. Si
tratta, piuttosto, di un "brodo primordiale" dalle proprietà essenziali a cui
l'artista può attingere per elaborare il proprio codice espressivo; articolato e
coerente, come le produzioni meno avanguardiste, ma al tempo stesso in grado di
coinvolgere i due "attori" dell'esperienza estetica in un rapporto dialogico aperto
ad infiniti mutamenti.
Per poter dare un senso autentico alla pratica contemporanea
dell'arte astratta occorre quindi partire da tali premesse, dimenticando l'elogio
dell'astrattismo inteso come rifiuto della figura verosimile nell'intento di
ridefinire il movimento in chiave realmente propositiva. Ed ecco che la tensione tra
luce e colore esibita nei dipinti di Kristin Baker, l'armonia formale di Laura
Owens, le utopie di Mai-Thu Perret e la dialettica tra memoria e presente esplorata
da Amanda Ross-Ho si rivelano testimonianze eloquenti di tale svolta concettuale, le
cui basi teoriche affondano nel potenziale ermeneutico della pura percezione.
Kristin Baker è nata nel 1975 a Stamford, Connecticut. Vive e lavora a New York.
Dopo aver dedicato gran parte della propria brillante carriera alla rappresentazione
semi-figurativa di corse automobilistiche e paesaggi catastrofici, la pittrice
americana approfondisce gli atti percettivi e il tema della presenza attraverso uno
studio specificamente incentrato sull'astrazione. I suoi processi, al tempo stesso
rituali e spontanei, creano spazi viscerali, spettri dinamici di atmosfera, forme di
luce ed elementi vivi della nostra realtà fisica, così come i riferimenti a più
livelli relativi al discorso pittorico prendono corpo e si materializzano nei quadri
di Kristin.
Mostre personali: National Art Center of Tokyo 2011; Museum of Fine Arts Boston
2010; Centre Pompidou, Paris 2004. Collettive: Saatchi Gallery, London 2009; Denver
Art Museum 2009; Francois Pinault Collection, Palazzo Grassi, Venezia 2007; MoCA
Shanghai. Permanent Collection Installation, Whitney Museum, New York 2007; P.S.1
Contemporary Art Center, New York; Brooklyn Museum of Art, NY 2004.
Laura Owens è nata nel 1970 a Euclid, Ohio. Vive e lavora a Los Angeles.
La sua poetica si oppone al convenzionale obiettivo di stabilire un rapporto
gerarchico tra le immagini ricorrendo alla rielaborazione critica del dettaglio, che
si spoglia della propria funzione decorativa per governare lo spazio della tela in
un armonico equilibrio tra pieni e vuoti. Nel contempo analitica e neoromantica, la
sintesi pittorica della Owens riesce dunque ad intrecciare un dialogo virtuoso tra
forma e colore senza tuttavia rinnegare la tradizione modernista del dipinto.
Mostre personali: Kunstmuseum Bonn 2011; Bonnefantenmuseum, Maastricht 2011
Ausstellungshalle zeitgenössische Kunst, Münster 2007; Kunsthalle Zurich 2006;
Museum of Contemporary Art, North Miami 2004; Aspen Art Museum 2003. Collettive:
MoCA Los Angeles 2011; Francois Pinault Collection, Palazzo Grassi, Venezia 2011;
Deutsche Guggenheim, Berlin 2007; Hammer Museum, Los Angeles 2004.
Mai-Thu Perret è nata nel 1976 a Ginevra, dove vive e lavora.
Perret si confronta con gli stereotipi del modernismo e con le diverse declinazioni
del lirismo utopico sviluppando un ampio ventaglio di possibilità espressive; dal
dipinto alla scultura, dal video all'installazione. Estremamente interessata alla
storia dell'arte e alla ricerca artigianale, l'artista riprende gli elementi del
passato in un'ottica contemporanea identificando nell'astrattismo lo strumento
privilegiato per dare forma compiuta a nuovi e visionari "mondi possibili".
Mostre personali: Kunsthaus Aarau 2011; Magasin, Grenoble 2011; Haus Konstruktiv,
Zurich 2011; MAMCO, Ginevra 2011; The Aspen Art Museum 2009; SF MoMa, San Francisco
2009; Kunsthalle Sankt Gallen 2008; Bonnefantenmuseum, Maastricht 2007; Centre d'Art
Contemporain, Ginevra 2005. Collettive: 54th Venice Biennale, Venezia 2011; Swiss
Institute, New York 2011; Malmö Konsthall, Malmö 2010; Haus der Kunst, Munich 2010;
Migros Museum, Zurich 2010; Athens Biennial, Athens 2009.
Amanda Ross-Ho è nata nel 1975 a Chicago. Vive e lavora a Los Angeles.
Nelle sue opere, ricordi intimi e frammenti di vita reale si alternano generando
un'astrazione dall'impronta bergsoniana che parte dal substrato latente della
memoria per abbracciare la contingenza di cui ogni uomo si scopre quotidiano
interprete. L'artista mette quindi in pratica uno sforzo creativo dai molteplici
significati, denso di ispirazione semiotica e universalmente comprensibile solo se
osservato con uno sguardo disteso, riflessivo e predisposto ad apprezzare la
complessità "organica" ma pur sempre "familiare" dell'opera d'arte.
Mostre personali: Museum of Contemporary Art, Los Angeles 2012; Visual Arts Center,
University of Texas, Austin 2011; Pomona College Museum of Art, Pomona 2010.
Collettive: MoCA Los Angeles; Queens Museum of Art, Queens, NY; Los Angeles County
Museum of Art 2011; Rubell Family Collection, Miami 2010; New Museum, New York
2010; MoMa, New York 2010; MoCA Los Angeles 2010; MoCa, Chicago 2010; Saatchi
Gallery, London 2009; Whitney Museum, New York 2008.
Inaugurazione mercoledì 9 maggio ore 18,30
Galleria Monica De Cardenas
Via Francesco Viganò 4 Milano
Orario: martedì - sabato ore 15 - 19
ingresso libero