Biagiotti Progetto Arte
Firenze
via delle Belle Donne, 39r
055 214757 FAX 055 214757
WEB
De l'autre cote des Alpes
dal 10/4/2003 al 30/6/2003
055 214757 FAX 055 214757
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Segnalato da

Galleria Biagiotti




 
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10/4/2003

De l'autre cote des Alpes

Biagiotti Progetto Arte, Firenze

Otto artisti provenienti da due realta' culturali lontane fra loro, quella svizzera e quella italiana, in una mostra collettiva basata sullo scambio e la volontà di travalicare le proprie frontiere. Stefano Arienti, David Casini, Luca Francesconi, Andrea Mastrovito, Gianni Motti, Nathalie Rebholz, Rébecca S., Anny San.


comunicato stampa

Stefano Arienti, David Casini, Luca Francesconi, Andrea Mastrovito, Gianni Motti, Nathalie Rebholz, Rébecca S., Anny San

A cura di Charlotte Mailler

De l'autre côté des Alpes riunisce otto artisti provenienti da due realtà culturali lontane fra loro, quella svizzera e quella italiana, in una mostra collettiva basata sullo scambio e la volontà di travalicare le proprie frontiere. Dopo un primo incontro avvenuto lo scorso autunno a Ginevra, è nato il desiderio di una nuova collaborazione fra artisti a prima vista diversi per scelte stilistiche e tematiche. L'invito a partecipare a due esposizioni presentate alla galleria Analix Forever, Italian Boys e Swiss Girls, è stato l'occasione per conoscersi e far nascere progetti comuni, discussioni e nuove riflessioni sul proprio lavoro.

Frutto di questi incontri è il video, parodia del Batman di Tim Burton, realizzato in collaborazione da Andrea Mastrovito e Luca Francesconi, con la regia di Marco Marcassoli e l'inedita partecipazione di Stefano Arienti nel ruolo di Joker, colto nei suoi momenti di gloria, con ironia e grande libertà. Questa nuova esperienza è del tutto eccezionale nella carriera di Arienti e sottolinea il ruolo di guida che ha assunto nei confronti di questi giovani artisti. Tra l'altro è presente nella mostra un suo ex-allievo, Andrea Mastrovito, le cui tele cariche di energia e creatività hanno sedotto il maestro.

Il paesaggio alpino, dopo aver incantato gli artisti nei secoli precedenti, continua ad esercitare il suo fascino, come nelle fotografie ambientate sulle cime innevate di Nathalie Rebholz. Scattate proprio alla frontiera dei due paesi, le immagini della giovane artista svizzera possono essere lette come emblema della mostra. Edelweiss è il titolo da lei scelto per un'opera metaforica e al sottile confine con la moda. Un altro lavoro nato dal confronto con la cultura elvetica è quello di David Casini che reinterpreta, con l'ironia che spesso lo caratterizza, la leggenda di Guglielmo Tell. Sottili riferimenti alla tradizione, uniti ad una grande destrezza nel lavorare il cuoio, spingono l'artista toscano fuori dai propri limiti nell'esplorazione di una nuova dimensione.

L'essenzialità e la freddezza concettuale di Rébecca Sauvin danno il tono della tendenza predominante dell'arte nel suo paese e, in questo senso, la sua installazione posizionata all'ingresso della galleria costituisce uno dei punti cardine della mostra. Con una mise en scène che ricorda il set cinematografico, l'artista esplora le sfere dell'intimità e dell'inconscio con un'opera dall'atmosfera rarefatta tra fascino e angoscia. La volontà di interazione con l'altro e la necessità di comunicazione sono alla base della riflessione di Anny San, che si situa in radicale opposizione alla poetica della Sauvin. Più vicina all'estetica piacevole di Rebholz, propone dei lavori di raffinata elaborazione sul tema dell'unione e della ricerca della propria essenza.

La forte implicazione della sua persona e la reazione agli eventi della politica internazionale sono sempre stati alla base del lavoro di Gianni Motti, artista italiano che vive e lavora a Ginevra ormai da anni. Chi non conosce le sue famose magliette gialle con la scritta 'Gianni Motti assistant', ormai emblema delle parte più mediatica del suo lavoro? L'organizzazione del Social Forum a Firenze nel novembre 2002 non poteva lasciare indifferenti l'artista e i suoi 'fans', e l'esperienza ha permesso di costatare come si sia creato un vero e proprio movimento di coesione intorno a lui.

Un altro tipo di resistenza, più simbolica questa volta, è espressa nel lavoro di Luca Francesconi, performer silenzioso che usa documentare le sue azioni, svolte spesso in totale isolamento, lasciandone una traccia vitale e liberatoria.
Resistenza può anche essere una delle chiavi di questa mostra, come contrasto alla tendenza generale all'individualismo e all'isolamento, e volontà di oltrepassare le proprie frontiere mentali e diversità.

Charlotte Mailler vive a Ginevra e lavora come curatrice indipendente. E' stata invitata a curare una sezione della Prima Biennale di Praga nel giugno 2003.

Per ulteriori informazioni contattare la galleria

Vernissage venerdì 11 aprile 2003 ore 18

martedì-sabato, 14-19, festivi chiuso
ingresso libero

Biagiotti Arte Contemporanea
Via delle Belle Donne 39/r
50123 Firenze
tel/fax +39 055214757

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