Piccolo Ulisse. La Levenson compie un'ulteriore tappa nel suo percorso artistico da sempre indirizzato ad esplorare il mondo dell'infanzia, dei rapporti familiari, degli stereotipi legati alla condizione femminile ed umana in generale. Tre nuovi lavori di grande formato e come sempre realizzati con parti in vetro fuso, vanno a confermare una piu' recente linea di ricerca volta alla rappresentazione di ambienti e suggestioni in scala con il paesaggio umano contemporaneo.
Piccolo Ulisse
La Galleria Caterina Tognon prima in Italia ad occuparsi del movimento internazionale "Studio Glass", opera a Bergamo e a Venezia. Presenta artisti contemporanei internazionali che scelgono, con continuità o temporaneamente, di esprimersi con la materia vetro per interpretarne le complesse qualità plastiche all'interno di una ricerca che coniuga ideale artistico e capacità esecutiva.
Con questa nuova esposizione alla galleria Caterina Tognon, nella sede di Bergamo, Silvia Levenson compie un'ulteriore tappa nel suo percorso artistico da sempre indirizzato ad esplorare il mondo dell'infanzia, dei rapporti familiari, degli stereotipi legati alla condizione femminile ed umana in generale. Tre nuovi lavori di grande formato e come sempre realizzati con parti in vetro fuso, vanno a confermare una più recente linea di ricerca volta alla rappresentazione di ambienti e suggestioni in scala con il paesaggio umano contemporaneo.
La deriva dal porto sicuro (o presunto tale) degli affetti domestici trova espressione in questa mostra dal titolo Piccolo Ulisse in un vero e proprio 'viaggio per mare' nel quale gli ipotetici protagonisti -ancora una volta bambini- sono alle prese con inaccessibili vie di salvezza o più facilmente un naufragio.
Scrive infatti l'artista: 'Il piccolo Ulisse ha un canotto da spiaggia ma non è colorato e potrebbe sembrare più facilmente l'imbarcazione di un piccolo scafista. Oppure di uno dei tanti clandestini fatti sbarcare in un paese sconosciuto o prima ancora persi per mare. Certamente i remi di vetro non lo aiuteranno ad avanzare perchè l'ipotesi è quella di un viaggio difficile, come difficile è semplicemente vivere... Attraverso i miei ultimi pezzi rifletto sulla fragilità stessa del viaggio e dei nostri strumenti di salvezza. Come il salvagente di vetro - prima le donne e i bambini- bello e luccicante ma pericolosamente pesante e impraticabile. Salvagenti e canotti appartengono ad ipotetici bambini decisi a salvarsi e/o a affrontare le avversità .. .'
Il riferimento a fatti di cronaca di estrema e drammatica attualità - sempre osservati da Silvia Levenson con occhio impietoso e tagliente ed al contempo poetico ed ironico - trova una veste ancora più universale in punti di appoggio, che ha per soggetto due stampelle di vetro per adulti: simbolo concreto della fragilità umana, l'opera rimanda ad una dimensione di perdita delle proprie certezze e - come suggerisce l'artista - rappresentano una 'allusione all'impossibilità del riposo, della sicurezza, della protezione.'.
per "particolare"
a cura di Paola Tognon è la presentazione di un' opera realizzata ad hoc da un'artista per essere inserita nelle attività espositive della Galleria (finestra d'arte nell'arte)
MAURIZIO DONZELLI
Sirene
inaugurazione venerdì 11.04.2003 0re 18-21
orario
martedì/sabato
ore 14-18
Caterina Tognon
arte contemporanea
Italia - Bergamo
24121
via San Tomaso 72
tel. - fax 035 24.33.00