Giovanni Anselmo presenta 'Direzione' e 'Oltremare', opere che si inseriscono nelle ricerca dell'artista dedicata alle energie terrene. Francesco Gennari con 'Quando io non sono io' intende disperdere entropicamente nella terra il suo corpo e occupare uno spazio variabile del cielo con l'anima. Infine, Paolo Mussat Sartor espone in galleria alcuni insiemi fotografici dedicati a tre soggetti del quotidiano.
GIOVANNI ANSELMO
MENTRE L’AGO MAGNETICO SI ORIENTA
E “OLTREMARE” VERSO MEZZANOTTE E VERSO MEZZOGIORNO APPARE
Giovanni Anselmo nella mostra presente alla galleria Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea
evidenzia due aspetti del suo lavoro espressi nelle opere “Direzione” e “Oltremare”.
Entrambi fanno parte di un unico tema: l’Energia che ci lega al mondo, detta le “regole” del nostro
esistere e che l’artista evidenzia nel suo procedere artistico.
“Dal 1967 ho iniziato a intitolare DIREZIONE opere in cui l’ago magnetico era inserito in vari
materiali, quali formica, legno, stoffa, cemento, pietra, terra. Anche se composte da forme e materiali
differenti, ognuna di queste opere assumeva sempre l’orientamento nord-sud secondo l’ago magnetico e
non secondo l’orientamento dello spazio chiuso della stanza in cui l’opera era installata. Nel 1967-68
una di queste Direzioni era costituita da un telo steso a terra e inumidito affinché fosse aderente al
pavimento, su cui sono poi intervenuto spingendo un contenitore di vetro, al cui interno era posto l’ago
magnetico, verso la direzione nord-sud indicata dall’ago magnetico stesso. Agivo in modo da formare
una sorta di scia che l’energia dei campi magnetici, continuando a orientare l’ago, manteneva viva”.
DIREZIONE, 1967. “Il lavoro è costituito da una “massa” (di legno, rivestita di formica nera, vuota
all’interno, a base triangolare) sulla quale applico un ago magnetico che orienta tale “massa” secondo
la direzione della linea di forza del campo magnetico terrestre.”
“Il termine OLTREMARE definisce il colore blu che nel passato veniva importato da oltremare. Lo
stimolo che può offrire non è solo visivo, ma anche mentale, indica un luogo al di là delle pareti della
galleria verso cui si volgono insieme le opere e lo spettatore. È comunque un luogo che c’è, perché
dovunque si vada, sempre esiste un oltremare più in là.”
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FRANCESCO GENNARI
QUANDO IO NON SONO IO
"Voglio che il mio corpo si disperda entropicamente nella terra e che la mia anima vada ad occupare
uno spazio variabile del cielo,voglio che tutto ciò avvenga con una macchia di amarena nel cuore e che
di me rimanga solo il guscio.
Voglio stare lì dove non c’è né tempo né spazio, nell’anticamera del mondo, fuori da esso, per osservarlo
e per pensare al nuovo ordine che verrà.
Voglio mettermi da parte e lasciare che sia lui ad agire, che sia l’intuizione a prevalere sulla ragione.
Quando io non sarò più io tutto questo sarà possibile."
Francesco Gennari
Arte è suscitare.
L’artista ha come riferimento se stesso, le proprie idee e la sua capacità di materializzarle nell’opera. Il
fruitore segue il processo contrario, a mente aperta, di fronte all’opera ne ricerca l’idea. Francesco
Gennari presenta all’interno della sua personale tre espressioni creative differenti a livello estetico e
temporale, ma che si ricongiungono all’essere Gennari artista.
Momento 1
NESSUN CONCETTO NESSUNA RAPPRESENTAZIONE NESSUN SIGNIFICATO, 1999
“Voglio stare lì dove non c’è né tempo né spazio, nell’anticamera del mondo, fuori da esso, per
osservarlo e per pensare al nuovo ordine che verrà.”
E’ il momento in cui tutto è possibile, ogni idea, ogni possibilità creativa può prendere forma dalla
disponibilità del nulla.
Momento 2
QUANDO IO NON SONO IO, 2012
“Voglio mettermi da parte e lasciare che sia lui ad agire, che sia l’intuizione a prevalere sulla
ragione.”
L’artista e il disegno, la mano come semplice strumento di congiunzione tra la matita, la carta e...
Momento 3
IL CORPO TORNA ALLA TERRA L’ANIMA TORNA AL CIELO (CON UNA MACCHIA DI
AMARENA NEL CUORE), 2011
“Voglio che il mio corpo si disperda entropicamente nella terra e che la mia anima vada ad occupare
uno spazio variabile del cielo, voglio che tutto ciò avvenga con una macchia di amarena nel cuore e che
di me rimanga solo il guscio.”
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PAOLO MUSSAT SARTOR
TRA ME E ...
Paolo Mussat Sartor, fotografo che ha documentato sin dal 1968 le mostre dell’Arte Povera e che dalla
metà degli anni Ottanta ha ampliato la propria ricerca sull’immagine fotografica intervenendo
pittoricamente sulla medesima e rendendo unico ogni scatto, presenta nella sua esposizione alla galleria
Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea degli insiemi fotografici dedicati a tre soggetti del
quotidiano.
Questa mostra, che segue di poco quella a cui Mussat Sartor ha partecipato al Castello di Rivoli “ La
temperatura mentale della fotografia. Narrazione in sequenza nella Manica Lunga”, esprime il suo
desiderio di evidenziare dei temi legati ad immagini semplici, riconducibili alle scelte fatte nei primi anni
del suo operare. E’ come un desiderio di creare una continuità tra il suo passato e il suo presente, in cui le
fotografie esposte hanno la peculiarità di caricare di tensione i soggetti medesimi.
Nella sala, non immediatamente visibile, è esposto anche l’autoritratto di Paolo Mussat Sartor, col volto
velatamente nascosto, che ci osserva.
TRA ME E ME, 1987
TRA ME E LA LUCE, 2011
TRA ME E GLI ALTRI, 1997
TRA ME E IL CIELO, 2011
Immagine: Giovanni Anselmo
Inaugurazione domenica 13 maggio 2012 dalle 11 alle 17
Tucci Russo
Via Stamperia 9 – I 10066 TORRE PELLICE (Torino)
mercoledì > domenica: 10.30-13 / 15-19